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In difesa di Alessandra Valeri Manera

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2008 18:13
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Post: 1.058
Città: ROMA
Età: 36
Sesso: Maschile
29/09/2007 00:42

Re:
Grazie a tutti! [SM=x53143]
djufo:

Dovresti sfruttare meglio questa tua capacità. Hai mai pensato di Llvorare per qualche tv locale?


Devo dirti la verità, l'ho sempre considerato come un hobby e tale, almeno per adesso, rimarrà. Da lunedì inizio l'università e voglio dedicarmi a quella... vorrei anche cercarmi un lavoretto, se non trovo qualcosa magari questa passione potrebbe tornarmi utile.

Col. Kurtz:

Tutto vero questo...però lei era la responsabile del settore a quindi è logico che imputiamo a lei il tutto anche perchè non penso che Berlusconi le telefonasse per dirle come censurare Orange Road. Era lei che lo faceva come li pare e in numerosi cartoni ha avuto una mano troppo pesante e assurda


No, come dico nel terzo messaggio di questo topic, non era così. Lei non era adattatrice e non ha mai adattato nessuna serie, di questo si occupavano gli adattatori di turno, sempre diversi, ed è quindi per questo che alcune serie si trovano lievi censure, altre veri stravolgimenti, perchè a volte capitava il matto che, da mitomane, si metteva in testa di riscrivere la storia del cartone a suo modo. Un po' come gli americani di Saban per serie come Belfy e Lillibit (ricordate quel mio post dove postavo i credits della versione americana? Non c'era neanche un nome giapponese, tutti americani...) certo, non a questi livelli ovviamente, ma il succo è lo stesso.

Col. Kurtz:

A me piacciono le sigle della D'Avena però era molto meglio quando il mercato era diviso in più gruppi. Cavalieri, Superobots, Mele, ecc insomma chi faceva la sigla più bella vinceva il provino e questo non faceva altro che aumentare la competitività e la bellezza delle sigle.


Hai pienamente ragione... non sai quanto stuzzica la mia fantasia il poter dire: "Chissà come questo compositore avrebbe realizzato questa sigla... chissà questo interprete come l'avrebbe cantata etc.", infatti i provini scartati mi piacciono per questo, perchè è anche vero che i brani prodotti da AVM non erano mica gestiti alla pizza e fichi. Ho ascoltato e visto molte interviste (che vi vorrei postare, ma così famo notte [SM=x53093] ) ai collaboratori musicisti di Alessandra e tutti hanno descritto questo atteggiamento professionale e preciso della signora Manera nella realizzazione delle sigle.
Ecco ad esempio un estratto da un'intervista a Franco Fasano:
    D. Come avviene la selezione per le sigle dei cartoni animati?
    R. Non esiste una vera e propria selezione. La signora Valeri Manera, che conosce già la trama del cartone, mi commissiona alcune sigle dandomi uno storyboard oppure se l'animazione è già pronta, la guardo personalmente. Poi le propongo una musica e mi é capitato di dovere rifare completamente più di 4 o 5 volte qualche canzone. C'é una correttezza in lei davvero ammirevole riguardo la scelta di uno o di un altro autore.

    D. Qual é stata la canzone che hai dovuto proporre più volte?
    R. [Ce ne sono state due che mi hanno "fatto dannare" più di tutte: "Behetoven" e "Nel covo dei pirati con Peter Pan". Quest'ultima infatti ne contempla almeno quattro.

Già in questo caso morirei per poter ascoltare le prime tre versioni di "Nel covo dei pirati con Peter Pan", che, secondo me, è un capolavoro musicale (non parlo della prima di fine anni '80, ma della sigla del remake americano). [SM=x53098]
Questo è invece Detto Mariano, autore tra l'altro di storiche sigle come Gundam, Mazinga Z (mixaggio italiano), Astroganga, Judo Boy, I Bon Bon di Lilly:
    D. Nel 1985, però, ha fatto "Il grande sogno di Maya" e "Dolce Kathy" per la Fininvest.

    R. Sì ed è un ricordo che conservo con molto piacere. Sia con Alessandra Valeri Manera, autrice dei testi, che con Cristina D’Avena si creò un rapporto splendido. Pensa che smisi non per mia volontà ma perché avevo gli impegni che mi strozzavano. Curai la realizzazione e l’arrangiamento dei brani. Incidemmo prima Il grande sogno di Maya e poi Dolce Kathy.

    [...] Come d’accordo andai a casa di Alessandra Valeri Manera, la quale, conoscendo bene storia e psicologia dei personaggi aveva già scritto il testo. Mi raccontò tutto sulla serie, ed io, trovando il tutto di mio gradimento me ne tornai a casa dove iniziai a scrivere la canzone. [...]

    D. Il suo parere su Alessandra Valeri Manera…
    R. Incontrai poche volte la Valeri Manera, due o tre in tutto, e sempre andai a casa sua a Milano Due. La prima volta, quando mi invitò per farmi leggere il testo de “Il grande sogno di Maya”, mi trovai davanti ad una bella, simpatica e giovane signora, mi fece accomodare, e dopo i primi brevi, dovuti convenevoli, entrò subito nel vivo. Mi diede una copia del testo e lo leggemmo insieme. Il testo era professionalmente perfetto, voglio dire: era in metrica, aveva le rime nei punti giusti, era scritto in maniera semplice per un pubblico infantile pur avendo una sua raffinatezza. Io non avevo avuto modo di vedere il cartone, il testo però, me lo faceva chiaramente immaginare. Dalle telefonate che riceveva e da piccoli aneddoti raccontati in quella sede riuscivo a percepire che Alessandra Valeri Manera era come si suol dire “una potenza” a Canale 5, ma poiché anch’io nel mio piccolo mi sentivo, da giovane megalomane, “una potenza”, non avrei avuto alcuna difficoltà a chiederle di cambiare qualcosa nel testo, magari fingendo (come a volte facevo) di essere aiutato nella composizione musicale. Non in questo caso però, in questo caso non ce n’era alcun bisogno, il testo lo considerai “perfetto” e quello cantato da Cristina D’Avena è lo stesso, anche nelle virgole, letto quel giorno a casa di Alessandra.
    [...]
    Quando scrivo una canzone, per aiutare il complesso della realizzazione, do sempre al cantante un provino cantato (ahimè) da me. Quindi, quando venne in sala di registrazione, arrivò con il brano già pronto per essere registrato. Sapendo a priori che Cristina “doveva” essere la cantante per voleri “superiori” rimasi piacevolmente colpito dal fatto che lei non si sentisse affatto protetta da questa situazione apparentemente favorevole, perché arrivò con il brano preparato in modo altamente professionale. Nella mia vita, così come mi trovavo in quel momento, e cioè con un cantante davanti al microfono ed io in regia ad ascoltare come cantava, mi ci sono trovato con artisti come Celentano, Battisti, Mina etc. etc. etc. ed il mio istinto primordiale è sempre stato quello di collaborare con loro, soprattutto in quella fase, per rendere artisticamente migliore il risultato finale. Con Cristina, mi ritrovai ad avere ben poche cose da dire perché la dolcezza istintiva e l’intonazione naturale della sua voce, richiedevano ben poco per il miglioramento del risultato finale. Per la seconda canzone invece, dopo l’ottima accoglienza fatta dalla Five Record alla realizzazione de “Il grande sogno di Maya”, mi venne proposto (se non ricordo male da Alessandra Valeri Manera), di scrivere una nuova canzone per una seria in allestimento dal titolo “Le avventure della dolce Katy”. Questa volta però quella canzone, sempre con il testo preventivamente scritto da Alessandra, la scrissi proprio per Cristina perché non la inquadravo più nell’ottica di essere “obbligato” a farlo ma con quella più piacevole di essere “contento” di farlo.
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