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Intervista a Stefano Cerioni, dialoghista de I Cavalieri dello Zodiaco

Ultimo Aggiornamento: 18/10/2009 16:09
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Sesso: Maschile
AMMINISTRATORDI
18/10/2009 14:09

Da CDZ millenium:


L'intervista che segue è con l'autore dell'adattamento italiano de "I Cavalieri dello Zodiaco", colui che ha ideato quei versi che, a distanza di anni, rimangono indelebili nella memoria di tutti gli appassionati. Si tratta di Stefano Cerioni, dialoghista dei 114 episodi della serie TV e dei quattro film, nonché artefice con Enrico Carabelli (direttore del doppiaggio) dell'epica edizione nostrana di "Saint Seiya".
Stefano è laureato con lode in Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo e ha esercitato la professione di adattatore nel doppiaggio dal 1988 al 1995. Tra le serie animate da lui dialogate: l'americana "Scuola di polizia" e gli anime giapponesi "Milly, un giorno dopo l'altro" e "Tanto tempo fa... Gigì".
Prima di lasciarvi all'intervista, desidero ringraziare l'editrice UNI Service, la quale mi ha gentilmente messo in contatto con Stefano Cerioni.

1) Stefano Cerioni, raffinato ed abile dialoghista della mitica serie de "I Cavalieri dello Zodiaco". A distanza di ormai vent'anni, cosa ti è rimasto di quell'intensa esperienza?
Ricordi, un album intero. Ogni tanto qualche episodio della mia vita lo costringe a riaprirsi, faccio fare di nuovo capolino a vecchi volti e li rivedo ancora cari, ancora giovani. Quando lavoravo ai Cavalieri bivaccavo spesso in sala doppiaggio, quelle che per voi sono voci per me sono volti, non tutti riabbracciabili, alcuni perduti per sempre. è molto triste. Per me resteranno sempre gli stessi. Tesi per una battuta, un'intenzione, un labiale. Di quell'esperienza professionalmente ricordo anche l'avidità con cui imparai e il piacere di sapere che qualcuno mi leggeva o ascoltava volentieri quello che scrivevo.

2) La scelta che perseguiste, insieme al direttore del doppiaggio (il compianto Enrico Carabelli), rappresenta qualcosa che al giorno d'oggi sarebbe irripetibile: libertà artistica e, se vogliamo, "licenza poetica". Cosa significava adattare nella nostra lingua un episodio dei Cavalieri?
La libertà la dettava il testo, che spesso era lacunoso e giocava a rimpiattino coi dialoghisti. Fu un modus operandi che decidemmo all'inizio, ma che raggiunse piena consapevolezza di sé solo dopo un po' di tempo. Caso volle che una semplice scelta operativa si trasformasse in epos e teatro, in tutto ciò che furono, nel bene e nel male, i Cavalieri dello Zodiaco. Scriverli significava scoprire qualcosa di nuovo ogni puntata. Enrico Carabelli mi spronava, senza la sua fiducia non avrei combinato nulla di buono. Senza la sua grande abilità registica e la disponibilità degli attori a lasciarsi guidare da lui fino allo sfinimento.

3) Quanto hanno influito gli interessi commerciali della Giochi Preziosi sulla scelta dei nomi, quasi sempre semplificati con quello della costellazione di ciascun Cavaliere?
Molto. Vedo che gli storici dei Cavalieri hanno lavorato bene. Giochi Preziosi teneva parecchio alla riconoscibilità dei personaggi. Non sono al corrente di tutti i retroscena: ma non mi stupirebbe se qualcuno scoprisse, oggi, che senza Giochi Preziosi la serie non sarebbe mai andata in onda in Italia. La serie fu trasmessa da Odeon, se non ricordo male. E non sono sicuro che quell'emittente fosse, all'epoca, in grado di comprendere appieno il potenziale artistico dei Cavalieri.

4) Come nacque l'idea di inserire quel "Per il Sacro..." alla maggior parte delle tecniche dei Cavalieri d'Oro?

L'idea di un colpo magistrale della costellazione prese un po' tutti, all'epoca. Qualcosa di unico e riconducibile unicamente all'identità del personaggio. Le tecniche rappresentavano i momenti diversi dell'apprendimento. Ma un colpo solo... uno solo li rendeva peculiari e diversi l'uno dall'altro.

5) Tu che hai vissuto l'edizione italiana della serie direttamente in sala di doppiaggio, cosa ricordi di quella "teatralità" nella recitazione di cui abbiamo potuto godere anche noi telespettatori?
Forse la parte più bella. La scoperta che Carabelli faceva ogni volta delle potenzialità espressive delle battute. Spesso si fermava, costringeva attore e fonico a 'pensare' la battuta. Io sapevo che aveva questa abitudine, e cercavo 'biecamente' di caricare la frase. Spesso il risultato era soddisfacente. A volte meno, a volte più. A volte la compenetrazione tra testo, disegno e colonna sonora era addirittura ideale. Questo però è un merito dei giapponesi. Noi cercammo di sfruttare al massimo le qualità dell'originale.

6) Le citazioni letterarie (Dante, Foscolo, per citarne alcuni) furono tutte idee tue, o qualcuna ti venne proposta direttamente in sala, magari dallo stesso Carabelli?

Le citazioni tratte da classici della letteratura italiana sono tutte opera di Enrico Carabelli. Forse alcune furono suggerite in sala da attori. Ritengo, però, che la maggior parte siano dovute all'amore di Enrico per la poesia. Per quanto molti siano restii a crederlo, io ero per la fedeltà all'originale. Solo qua e là qualche altisonante ed epico dettato con apostrofi e toni da dramma psicologico... ove possibile. Ovunque ci fosse spazio e tempo per l'intervento creativo. Dappertutto?

7) Un quesito che attanaglia molti fan dei Cavalieri: cosa ti ha impedito di accettare l'invito di Ivo De Palma, ossia ricoprire il tuo vecchio ruolo di dialoghista nella Saga di Hades?
è stato difficile scegliere di non tornare. Credetemi. Avrei voluto, se non altro per dimostrare a me stesso di avere ancora il piglio eroico dei bei tempi andati. Solo rispettare le consegna sarebbe stato difficile, faccio un altro lavoro, non avrei potuto garantire efficienza e professionalità. Ivo ha capito. La mia decisione gli è dispiaciuta. Io di certo a malincuore ho lasciato le 'mie' creature a un altro. Ma, piuttosto che tradirle...

8) Attualmente ti dedichi ad altre attività, tra cui la scrittura. Ti va di parlarci brevemente del tuo romanzo "L'estate di San Martino del '14. Marinetti e Mussolini sotto forma di dialogo" (edito da UNI Service)?
Amo scrivere. 'L'Estate di San Martino del '14' non è romanzo. è un pezzo di teatro. Almeno, vorrebbe esserlo... di solito amo scrivere cose surreali. Questo testo rappresenta per me una sfida, una novità, una scelta. Ho deciso di usare toni 'piani', 'classici' perché ritenevo di avere qualcosa da dire. Ci tenevo a comunicare qualcosa. Difficile spiegare esattamente cosa e perché... in breve. Diciamo che un'idea mi ha conquistato. Se da un dialogo si riesce a suggerire un'ipotesi... se da un dramma si riesce a porre un quesito... Quel periodo della nostra storia non ha punti oscuri, eppure... Non tutto è come sembra.

9) Se avessi continuato a fare il dialoghista, come pensi che ti saresti trovato di fronte ai tempi, sempre più spesso ristretti, con cui sono chiamati a lavorare i professionisti che operano nel settore delle edizioni?
Questa fretta esisteva allora, esisterà anche oggi, esisterà sempre dove regnano pianificazione e rigore. Ricordo i litigi con gli organizzatori del lavoro in Studio P.V. Probabilmente oggi come ieri mi... adatterei. Anche se dare dell'adattatore a un dialoghista è un po' come definire imbianchino Monet. Siamo ostinatamente e malcelatamente orgogliosi. Coi Cavalieri fui più dialoghista che adattatore: ma non in tutte le serie fu così. Le tecniche di oggi semplificheranno il lavoro, saranno migliori. Di più, però, non mi è dato sapere. Né posso immaginare.

10) Nel ringraziarti per la tua disponibilità e cortesia nel rispondere a tutte le mie domande, colgo l'occasione per chiederti (se vorrai) di fare un saluto ai visitatori di questo sito e quindi a tutti i fan dei Cavalieri dello Zodiaco.

Saluto molto volentieri i fan dei Cavalieri e li abbraccio tutti. Hanno fatto parte a lungo della mia vita, li ho spesso immaginati, a volte sperati numerosi. Sono contento di averli divertiti per la mia parte e di esser stato, assieme a Enrico e agli attori, un fedele e a volte apprezzato amico. I Cavalieri furono una serie ricca di idee, di spunti: allacciati con la mitologia, l'utopia, il futuribile: noi, arricchendoli nei caratteri, gli abbiamo forse donato un po' della nostra vita, dei nostri dubbi, delle nostre speranze.

Lontano dall'Impero? MAI.
18/10/2009 14:35

Molto bella questa intervista!

Sarebbe ora che nei confronti del lavoro svolto all'epoca si adottasse un atteggiamento più sereno. Così è stato, che piaccia o meno, forse si è sbagliato, ma tanti lo hanno amato e di certo da queste parole viene fuori anche che c'è stato un entusiasmo reale da parte di chi era in sala di doppiaggio.
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Santa Inquisizione
18/10/2009 14:36

molto interessante, è sempre piacevole scoprire i retroscena di qualcosa che si può apprezzare solo dall'esterno ... è anche grazie a lui che i CDZ sono entrati nell'immaginario collettivo ... alla fine, l'unica cosa che gli si può dire è grazie ... [SM=x53098]



Il sonno della ragione genera mostri....... In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso....... La poesia è come un'idea non cerca verità, la crea.......
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AMMINISTRATORDI
18/10/2009 14:41

Re:
Rodan75, 18/10/2009 14.35:

Molto bella questa intervista!

Sarebbe ora che nei confronti del lavoro svolto all'epoca si adottasse un atteggiamento più sereno. Così è stato, che piaccia o meno, forse si è sbagliato, ma tanti lo hanno amato e di certo da queste parole viene fuori anche che c'è stato un entusiasmo reale da parte di chi era in sala di doppiaggio.




Troppo tardi. In italia una nicchia di pubblico si sente esperta di qualsiasi cosa, pur stando tutto il tempo a blaterare dietro al proprio pc.
Lontano dall'Impero? MAI.
18/10/2009 14:43

Con i Cavalieri la situazione è ancora più disperata: è guerra totale di tutti contro tutti e i fanatismi si incrociano [SM=x53153]
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18/10/2009 14:44

La guerra è solo di chi ha tanto tempo da perdere. Poveri nerd.
Lontano dall'Impero? MAI.
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Santa Inquisizione
18/10/2009 15:02

se hanno tanto tempo da perdere, perchè non si creano una casa di produzione personale e i doppiaggi li fanno loro? ... così vedremo se riceveranno o no critiche da tutti i fronti ... che non si può accontentare tutti è un concetto troppo complicato da capire per certi individui ... [SM=x53090]



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ArrukkiaADMIN
18/10/2009 15:32

Per quanto mi riguarda, con il passare degli anni, ho adottato un atteggiamente disilluso. Sempre pieno di passione, ma disilluso. Ci sono persone che a 30 anni si scannano ancora per un adattamento di un cartone? Beh, io me ne tiro fuori, non ho voglia di farmi il sangue amaro. Anche perchè ormai i vecchi cartoni sono stati adattati e doppiati così.. ed io ho il modo di vederli in questo modo.. fanculo al resto.


"..do you still live in angry days?"
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AmministraCOJONES
18/10/2009 16:09

bella intervista...
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