Addio a Sidney Poitier

Sidney Poitier, secondo afroamericano vincitore del premio Oscar per I gigli del campo, è deceduto a 94 anni: tutti ricordano di lui Indovina chi viene a cena? e La calda notte dell'ispettore Tibbs, simbolici sul tema razziale, ma fu anche regista.

È deceduto a 94 anni Sidney Poitier, una leggenda simbolica di Hollywood: fu il secondo afroamericano a vincere un Oscar per I gigli del campo (1963), anche se per le masse rimangono celebri le sue interpretazioni nel suo anno di grazia 1967, con La calda notte dell'ispettore Tibbs e Indovina chi viene a cena?, animati da un tema razziale bene a fuoco... e contenuti forse non invecchiati come dovrebbero. Al di là del suo grande impegno come attore, aveva diretto nove film come regista, lavorando anche con Gene Wilder. Nel 1982 ricevette il Golden Globe alla carriera, il Cecil B. De Mille Award. La sua ultima interpretazione fu per la tv, nel 2001, con L'ultimo fabbricante di mattoni.
Jeffrey Wright ha salutato quello che molti vedono come un maestro e un apripista, scrivendo: "Un attore punto di riferimento, unico nel suo genere."


Sidney Poitier, il faro di una carriera eroica e simbolica

Nato a Miami nel 1927 da genitori arrivati dalle Bahamas, Sidney Poitier a partire dai 16 anni si guadagnò da vivere come poteva a New York. Entrò nell'esercito nel 1943, mentendo sulla sua età ma ricavandone un'esperienza traumatizzante, assistendo i veterani malati psichiatrici. Verso la fine degli anni Quaranta cominciò a recitare sul palcoscenico, nell'American Negro Theater dove però non fu ben accolto perché ancora stonato: calcare il palcoscenico come artista nero al di là degli stereotipi era un primo passo nella sua "unicità", per dirla con Wright.
Il pubblico cinematografico lo notò immediatamente per Uomo bianco, tu vivrai! (1950) di Joseph L. Mankiewicz, al fianco di Richard Widmark, il bandito che rifiuta le cure del medico di colore. Nel 1958 lo diresse per la prima volta Stanley Kramer in La parete di fango, dove lui e Tony Curtis sono due prigonieri in fuga, costretti a collaborare nonostante il disprezzo reciproco. La tematica razziale nel contesto del cinema di genere è sempre stata un tratto caratterizzante nella carriera di Poitier, che qui ottenne la prima nomination all'Oscar.
Dopo il musical Porgy & Bess di Otto Preminger (1959, foriero per lui di una nomination ai Golden Globe), confermò la sua statura d'attore nell'adattamento cinematografico del dramma che aveva già portato con successo a teatro, Un grappolo di sole (1961) di Daniel Petrie. Vinse poi un meritato Oscar come protagonista, il primo in una categoria importante per un afroamericano (dopo quelli a Hattie McDaniel per Via col Vento e quello onorario a James Baskett per I racconti dello zio Tom): il film era I gigli del campo (1963) di Ralph Nelson, storia di un operaio che secondo un gruppo di suore della Germania Est è l'uomo designato dal Signore per costruire loro una nuova cappella.
Il 1967, come si diceva fu il suo anno d'oro al boxoffice e nella cultura popolare: fu l'indimenticabile fidanzato nero della figlia che mette alla prova i bianchi progressisti nel proverbiale Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer (ultimo film con Spencer Tracy), il detective che deve farsi rispettare in La calda notte dell'ispettore Tibbs di Norman Jewison (dove si scontra con il razzismo di un capo della polizia interpretato da Rod Steiger) e un insegnante che affronta gli alunni difficili dell'East End londinese in La scuola della violenza di James Clavell.

Sidney Poitier, regista e scrittore

Sidney Poitier debuttò alla regia nel 1971, con Non predicare...spara! (dove anche recita), sostituendo Joseph Sargent che aveva problemi con alcuni membri del cast. Prese gusto a questo nuovo ruolo, tanto che negli anni seguenti mandò avanti in parallelo le due carriere, dietro e davanti alla macchina da presa. Interpretò e diresse il dramma romantico Grazie per quel caldo dicembre (1973) e le due commedie Uptown Saturday Night (1974), Let's Do It Again (1975) e A piece of the Action (1977), dove recitarono con lui anche star come Bill Cosby e Harry Belafonte.
Affettuoso il suo sodalizio con Gene Wilder, che diresse prima al fianco di Richard Pryor nel 1980 in Nessuno ci può fermare, poi insieme a Gilda Radner in Hanky Panky - Fuga per due (1982). L'ultimo ruolo di rilievo come attore per Poitier è stato nel 1997 nel film tv Mandela and de Klerk, intepretato con Michael Caine: per questo lavoro, Poitier ottenne una nomination ai Primetime Emmy.
Ambasciatore delle Bahamas in Giappone e all'Unesco fino al 2007, Sidney ha raccontato la sua significativa vita e la sua carriera, d'esempio per tanti attori neri a Hollywood, in tre autobiografie, "This Life" (1980), "The Measure of a Man: A Spiritual Autobiography" (2000) e "Life Beyond Measure: Letters to My Great-Granddaughter" (2008).