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perchè l'IMPERO è crollato?

Ultimo Aggiornamento: 17/05/2013 10:30
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Post: 3.532
Sesso: Maschile
09/05/2013 17:30

Tutte le settimane controllo le stanze Cartoni in TV, CINEMA, Mai dire tivvì. Di rado vado in giro nelle altre per scoprire novità. Ma è un bel pò che non c'è ne sono. Che fine avete fatto? Figli da accudire? Lavoro da allattare? Consorte da cornificare? Spiegate qui perchè non frequentate più l'Impero dei Cartoni come una volta.
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Post: 39.978
Sesso: Maschile
AMMINISTRATORDI
09/05/2013 21:25

Perchè siamo diventati degli ometti? [SM=x53186]
Lontano dall'Impero? MAI.
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Post: 2.413
Città: CASTEL SAN PIETRO TERME
Età: 39
Sesso: Maschile
09/05/2013 22:25

[SM=x53147]
Sto scrivendo pochissimo in tutti i forum dove partecipo/partecipavo. E me ne dispiace immensamente!
La ricerca di un lavoro e tutto ciò che gli gira attorno è distruttivo.
Inoltre da due anni ho una donna che ho scoperto portare via parecchio tempo. [SM=x1962118]

Sinceramente non so che cavolo faccio su internet, pensandoci, non scrivo praticamente in nessuno dei forum dove sono iscritto. Come cacchio passano quelle ore che tengo il pc acceso? [SM=x53114]
[Modificato da cidkia 09/05/2013 22:27]
________________________________________
Winner Contest Grafico Feb 11
Winner Contest Grafico Apr 11
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Post: 11.432
Sesso: Maschile
10/05/2013 17:05

Re:
cidkia, 09/05/2013 22:25:

[SM=x53147]
Come cacchio passano quelle ore che tengo il pc acceso? [SM=x53114]



come le mie... a cercare un lavoro... [SM=x53112]




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Post: 27.998
Città: MARTIGNANA DI PO
Età: 49
Sesso: Maschile
AmministraCOJONES
11/05/2013 16:11

E' un po' idiota cercare qui, i motivi di chi non scrive qui!!!
Se non sono qui a leggere come pretendi che ti rispondano???

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Post: 3.810
Città: SALERNO
Età: 51
Sesso: Maschile
12/05/2013 10:48

Uvetto..Uvettino mio,perchè lo vuoi sapere? [SM=x53158]

uhm...onestamente non lo ricordo benissimo....lo studiai alle medie...la caduta dell'IMPERO ROMANO.

dunque copio/incollo da wikipedìa


Le due date indicate come inizio (27 a.C.) e fine (395 d.C.) convenzionali di un Impero romano unitario, come spesso accade nelle definizioni dei periodi storici, sono puramente arbitrarie. In particolare per tre ragioni: sia perché non vi fu mai una vera e propria fine formale della Res publica Romana, le cui istituzioni non furono mai abolite, ma semplicemente persero il potere effettivo a vantaggio dell'imperatore;[1] sia perché nei 422 anni tra esse compresi si alternarono due fasi caratterizzate da forme di organizzazione e legittimazione del potere imperiale profondamente diverse, il Principato e il Dominato; sia perché anche dopo la divisione dell'impero le due parti continuarono a sopravvivere, l'una sino alla deposizione dell'ultimo Cesare d'Occidente Romolo Augusto nel 476 (o più precisamente fino alla morte del suo predecessore, Giulio Nepote, che si considerava ancora imperatore), l'altra perpetuandosi per ancora un millennio in quell'entità nota come Impero bizantino. L'anno 476 è stato inoltre convenzionalmente considerato come data di passaggio tra età antica e Medioevo.

Se per alcuni - e in parte per gli stessi antichi - già l'assunzione nel 49 a.C. della dittatura da parte di Gaio Giulio Cesare può segnare la fine della Repubblica e l'inizio di una nuova forma di governo (tanto che il nome stesso di caesar divenne titolo e sinonimo di imperatore), è anche vero che per essi l'impero di Roma esisteva già da tempo, da quando cioè la città repubblicana aveva iniziato a legare a sé i territori conquistati sotto forma di province, estendendo su di esse il proprio imperium, cioè l'autorità politico-militare dei propri magistrati (ciò accadde a partire dalla Sicilia, nel 241 a.C.).

Il 31 a.C. invece (anno in cui la flotta romana comandata dal generale Marco Vipsanio Agrippa sconfisse quella egiziana guidata da Marco Antonio e Cleopatra presso Azio, in Grecia, segnando la fine del secondo triumvirato e la definitiva sconfitta dell'unico vero avversario di Ottaviano per il predominio a Roma) rappresenta l'inizio effettivo del potere di Augusto, ponendo infatti fine a quella lunga serie di guerre civili che avevano segnato nell'ultimo secolo la crisi della Repubblica. In breve tempo, Ottaviano divenne arbitro e padrone dello Stato: inaugurò nel 27 a.C. la definitiva forma del suo principato e governò pur senza detenere nessuna carica, con una formula di primus inter pares, pater patriae, princeps e, soprattutto, augustus, titolo onorifico conferitogli in quell'anno dal Senato, per indicare il carattere sacrale e propiziatorio della sua persona. È vero anche che Augusto ebbe pieni poteri solo nel 12 a.C., quando divenne Pontefice Massimo. Durante l'anarchia militare infatti, quando alla guida di Roma c'erano due imperatori, quello che aveva più potere era quello che ricopriva anche la carica di Pontefice Massimo.

In realtà, però, la denominazione di imperium ha un senso più generale di quello a noi oggi familiare: è Tito Flavio Vespasiano il primo ad assumere la carica formale di Imperator. Prima di Vespasiano, il titolo di Imperator era attribuito semplicemente al comandante in capo dell'esercito romano, che doveva essere acclamato come tale dalle sue truppe sul campo, solo in quel caso era imperator e deteneva il diritto ad inoltrare richiesta di trionfo al Senato che era libero di accordargliela o rifiutargliela. Ottaviano, del resto, rispettò formalmente le istituzioni repubblicane, ricoprendo diverse cariche negli anni che lo portarono comunque ad ottenere un potere tale, che nessun altro uomo prima di lui a Roma aveva mai ottenuto.

La vita politica, economica e sociale durante i primi secoli dell'Impero gravitava attorno all'Urbe. Roma era la sede dell'autorità imperiale e dell'amministrazione, principale luogo di scambio commerciale tra Oriente ed Occidente oltre ad essere di gran lunga la più popolata città del mondo antico con circa un milione di abitanti; per questo migliaia di persone affluivano quotidianamente nella capitale via mare e via terra, arricchendola di artisti e letterati provenienti da tutte le regioni dell'Impero.

Esisteva una netta differenza tra il vivere a Roma o nelle province: gli abitanti della capitale godevano di privilegi ed elargizioni, mentre il peso fiscale si riversava più pesantemente sulle province. Anche tra città e campagna, ovviamente tenendo conto del ceto sociale, la qualità di vita era migliore e più agiata per i cittadini, che usufruivano di servizi pubblici come terme, acquedotti, teatri e circhi.

Dall'epoca di Diocleziano, Roma perse il suo ruolo di sede imperiale a favore di altre città (Milano, Treviri, Nicomedia e Sirmio), restando, però, capitale dell'Impero, fino a quando, nel corso del V secolo, si andò sempre più imponendo Costantinopoli (la Nova Roma voluta da Costantino), anche grazie ai mutati rapporti di forza tra un Oriente ancora prospero e un Occidente in balia delle orde barbariche e sempre più prostrato dalla crisi economica, politica e demografica.

Dopo la crisi che paralizzò l'Impero nei decenni centrali del III secolo, le frontiere si fecero più sicure a partire dal regno di Diocleziano (284-305), il quale introdusse profonde riforme nell'amministrazione e nell'esercito. L'Impero poté così vivere ancora un periodo di relativa stabilità fino almeno alla battaglia di Adrianopoli (378) e, in Occidente, fino ai primi anni del V secolo, quando si produsse una prima, pericolosa incursione da parte dei Visigoti di Alarico (401-402) cui seguirono altre che culminarono nel celebre sacco di Roma del 410, avvertito dai contemporanei (san Girolamo, sant'Agostino d'Ippona) come un avvenimento epocale e, da alcuni, perfino come la fine del mondo. Gli ultimi decenni di vita dell'Impero romano d'Occidente (quello d'Oriente sopravviverà, come si è detto, per un altro millennio) furono vissuti in un clima apocalittico di morte e di miseria dalla popolazione di molte regioni dell'Impero, falcidiata da guerre, carestie ed epidemie. La conseguenza finale fu la caduta della stessa struttura imperiale.
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12/05/2013 13:19

in effetti ho scritto sempre poco sul forum, faccio mea culpa, purtroppo un po' per pigrizia, un po' gli impegni vari, lo studio...ecc...è cambiata un'epoca, la passione per gli anime, specie quelli storici, non s'è mai spenta, giuro...rimpiango i bei tempi anche del RDA, John Efrem, Anime Crystal, sigletv.net, tanadeletigri.info, ecc....e del mitico Progetto Prometeo
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13/05/2013 17:04

mazingerobot, 12/05/2013 13:19:

in effetti ho scritto sempre poco sul forum, faccio mea culpa, purtroppo un po' per pigrizia, un po' gli impegni vari, lo studio...ecc...è cambiata un'epoca, la passione per gli anime, specie quelli storici, non s'è mai spenta, giuro...rimpiango i bei tempi anche del RDA, John Efrem, Anime Crystal, sigletv.net, tanadeletigri.info, ecc....e del mitico Progetto Prometeo




quale progetto?..cos'è? [SM=x53114]
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AmministraCOJONES
14/05/2013 21:39

quello delle sigle!
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15/05/2013 06:07

era qualcosa nato ai tempi del Regno.delle.Anime?

ti ricordo che io,prima del 2007, non sapevo neanche che esiste l'Impero..tu mi raccasti da un altro forum e se scrivo quì è solo colpa TUA.

ah poi, stò RDA esiste ancora?..ogni tanto vedo qualche videosigla con sovrimpresso il titolo "regnodelleanime"...è questa cosa quì il progetto?
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Santa Inquisizione
15/05/2013 20:59

no, era la raccolta di tutte le sigle dei cartoni, trasmesse dalle origini ai giorni nostri, in mp3, non era legato ad rda ...
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16/05/2013 09:20

Oh rega', e' stato bello ed e' passato pero'. E' ormai evidente.
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Post: 2.050
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16/05/2013 12:42

già...peccato...lo so...speravo potesse rinascere tutto, un revival del revival...
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Post: 39.978
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AMMINISTRATORDI
16/05/2013 14:39

Re:
mazingerobot, 16/05/2013 12:42:

già...peccato...lo so...speravo potesse rinascere tutto, un revival del revival...



Secondo me prima o poi rinascerà. [SM=x53148]
Cioè quando anche l'opinione pubblica (attualmente fin troppo influenzata dai fanatismi) si renderà conto che dopo gli anni 2000 il fenomeno dei cartoni giapponesi ha perso di fascino e di mordente, e vorrà ricordarne soprattutto l'epoca d'oro e poco altro.
Allora forse tutti capiranno, e celebreranno solo gli anime più BELLI E MERITEVOLI della storia.

Perchè attualmente, anche se gli animefans più fanatici e giovani non se ne rendono minimamente conto perchè troppo invasati, il livello medio dell'animazione giapponese è assolutamente scaduto nonchè diventato fastidiosamente commerciale e con poco spessore.

Io credo che i forum come il nostro potrebbero ottenere una seconda giovinezza solo quando l'animazione giapponese tornerà ad appartenere a tutto il pubblico generalista e non solo ai più fanatici.
Vedrete che ci ritroveremo qui alla soglia dei 50 anni alla ricerca di un revival. [SM=x53148]


[Modificato da djufo 16/05/2013 14:42]
Lontano dall'Impero? MAI.
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Post: 1.100
Sesso: Femminile
16/05/2013 16:38

djufo, 16/05/2013 14:39:

Perchè attualmente, anche se gli animefans più fanatici e giovani non se ne rendono minimamente conto perchè troppo invasati, il livello medio dell'animazione giapponese è assolutamente scaduto nonchè diventato fastidiosamente commerciale e con poco spessore.




Ma tu guardi solo gli anime doppiati? Secondo me ci sono serie validissime anche oggi giorno, tipo "infinite rivyus", "Ima soko ni iru boku", "Haibane renmei", "mujin wakusei survive" e "Kemono no souja Erin" (ma potrei citarne molte altre) che, in quanto a intensità e trama, non hanno niente da invidiare a produzioni più datate.

Di molte ho fatto pure la rece; personalmente ho l'impressione che vengano importati e doppiati i prodotti peggiori o quasi
[Modificato da sally__75 16/05/2013 16:40]
“ Ragazzi, amate vostro padre, vostra madre, amate i vostri fratelli e le vostre sorelle. Se gli esseri umani saranno capaci di amarsi l’un l’altro e in più di amare gli animali, le piante, le montagne e i mari della Terra, il vostro pianeta vivrà in pace per l’eternità” (da Vultus V)
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Post: 3.532
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16/05/2013 16:59

quanti anime seriali producono all'anno i giapponesi?
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16/05/2013 17:25

un'infinità, credo, e per i target più disparati...
“ Ragazzi, amate vostro padre, vostra madre, amate i vostri fratelli e le vostre sorelle. Se gli esseri umani saranno capaci di amarsi l’un l’altro e in più di amare gli animali, le piante, le montagne e i mari della Terra, il vostro pianeta vivrà in pace per l’eternità” (da Vultus V)
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16/05/2013 17:42

Re:
sally__75, 16/05/2013 16:38:

djufo, 16/05/2013 14:39:

Perchè attualmente, anche se gli animefans più fanatici e giovani non se ne rendono minimamente conto perchè troppo invasati, il livello medio dell'animazione giapponese è assolutamente scaduto nonchè diventato fastidiosamente commerciale e con poco spessore.




Ma tu guardi solo gli anime doppiati? Secondo me ci sono serie validissime anche oggi giorno, tipo "infinite rivyus", "Ima soko ni iru boku", "Haibane renmei", "mujin wakusei survive" e "Kemono no souja Erin" (ma potrei citarne molte altre) che, in quanto a intensità e trama, non hanno niente da invidiare a produzioni più datate.

Di molte ho fatto pure la rece; personalmente ho l'impressione che vengano importati e doppiati i prodotti peggiori o quasi



No, guardo anche quelli sottotitolati.
Il problema che ho sollevato però non è sulla qualità di ALCUNI anime odierni, ma sulla diffusa ed evidente percezione che gli anime siano diventati esclusivamente una macchina da soldi con pochissimo margine artistico.

Cioè dico, ma vogliamo mettere l'emozione di vedere i manifesti pubblicitari dei Toei Manga Matsuri degli anni 70, se li confrontiamo con la grafica degli anime di oggi? Il sense of wonder che possedevano gli anime di una volta?
Notare gli stili, i colori, la CG, l'aspetto commerciale, la rivoluzione digitale, la tecnologia, la standardizzazione e l'appiattimento generale della qualità dei prodotti moderni (e non solo per quanto riguarda i prodotti animati nello specifico, se vogliamo!). A questo mi riferisco.
Si percepisce perfettamente che gli anime di oggi (dal punto di vista del "fenomeno") sono studiati a tavolino per mungere un target, privati totalmente di un aspetto autorale.

Vanno bene per i giovanissimi di oggi e per il loro mondo, vanno meno bene per chi è prossimo ai quarantanni e ha gia un bel bagaglio di animazione sulle spalle.

Il giorno che un po' tutti vorremo ridare il meritato valore artistico e storico a quei cartoni che un valore ce l'avevano, sarà il giorno che l'Impero dei Cartoni vivrà una seconda giovinezza.
Noi vecchi il nostro tempo l'abbiamo fatto e oggi dobbiamo lasciare spazio ai giovani e alle loro minchiate. [SM=x53100]
[Modificato da djufo 16/05/2013 17:47]
Lontano dall'Impero? MAI.
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Post: 1.100
Sesso: Femminile
16/05/2013 23:34

Ho capito cosa intendi ma non sarei così pessimista, il fenomeno che descrivi tu è tipico di qualsiasi evento...lo si potrebbe estendere a qualsiasi cosa, si tratta di saper valutare le cose per quello che sono e dar loro il giusto valore.
Perchè qualcosa di valore lo si trova sempre, in qualunque situazione [SM=x53091]
[Modificato da sally__75 16/05/2013 23:36]
“ Ragazzi, amate vostro padre, vostra madre, amate i vostri fratelli e le vostre sorelle. Se gli esseri umani saranno capaci di amarsi l’un l’altro e in più di amare gli animali, le piante, le montagne e i mari della Terra, il vostro pianeta vivrà in pace per l’eternità” (da Vultus V)
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17/05/2013 10:30

La VERITA' è che tutti quanti noi vorremmo ritornare piccoli, vorremmo riguardarci con gioia e spensieriatezza la seconda o al massimo la terza (e non la trentesima!) replica di Goldrake (o di qualsiasi altro cartone degli anni 70/80), vorremmo che i cartoni fossero fatti a mano e non al computer, vorremmo che i cartoni non si scaricassero da internet (perchè se uno un cartone può guardarselo dove e quando vuole la televisione non ha più ragione di esistere, tanto meno il piacere di guardarla!), vorremmo che non ci fosse più l'accaparramento morboso dei diritti di quei cartoni (della serie: "Goldrake è mio, se lo vuoi vedere o mi paghi profumatamente o ti abboni a qualche tv a pagamento! Scordatelo di rivederlo su una qualche tv locale aggratis!"), vorremmo che le tv locali non trasmettessero solo televendite o cartomanti, vorremmo che se ti vuoi leggere un fumetto l'unica strada che hai è quella che ti porta in qualche fumetteria (altro che pigliarsi dalla rete le scans, scons e scuns!), vorremmo che gli unici social fossero quelli tra individui reali e non tra dispositivi tecnologici (e se si vuole lasciare un messaggio privato o si alza la cornetta, o si muove il culo per andare a citofonare all'amico), vorremmo la gioia e l'ingenuità di un tempo! [SM=g1890989]
[Modificato da (raggioLaser) 17/05/2013 10:32]
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