Ecco la canzoncina molto illuminante di quando giocavamo al gioco in cerkio degli skiaffi sulle mani:
"Era una notte, pioveva a catinelle,
io me ne andavo in giro senza le bretelle,
a un certo punto vidi un cimitero,
com'era buio oh com'era nero.
E saltellando così di tomba in tomba
vidi una bionda, mamma mia ke bionda,
era il fantasma della zia Gioconda
ke ripuliva la sua tomba nera e fonda.
I vermicelli freski di giornata
se li mangiava insieme all'insalata
e un gatto nero, nero al cimitero
sembrava proprio un gufo nero.
Questa canzone non ha significato,
è come fare il vino nel bucato,
è come dire buonanotte al muro
e poi lavarsi i denti col cianuro"
E sulla sillaba "ro" dovevi essere svelto a tirar via la mano.
Ora posso morire in pace