Il crack dei filtri imbarazza l'Australia
Australia, terra di hacker
...o per meglio dire cracker
e di lotta alla pornografia online.
Sono bastati trenta minuti a Tom Wood, sedici anni, per crackare il filtro per la pornografia distribuito dal Governo australiano a tutte le famiglie e costato l'equivalente di quasi 43 milioni di euro.
Secondo il giovane Tom, il software statunitense Safe Eyes scelto dal Governo australiano "è un orribile spreco di denaro".
"L'ho scaricato per vedere quanto fosse buono - racconta - perché per tutti quei soldi mi sarei aspettato un filtro quasi indistruttibile: ho provato un paio di cose, e ci è voluta circa mezz'ora per renderlo totalmente inservibile". Il metodo utilizzato non elimina il software dal computer, ma si limita a renderlo inoffensivo e, beffa oltre al danno, apparentemente funzionante.
Nel frattempo il governo tenta di difendere il sistema, annunciando di aver previsto questa eventualità e di aver già richiesto un aggiornamento al produttore.
Anche un nuovo software denominato Integard è comparso online sulle pagine del programma ministeriale: questa volta a Tom sono serviti quaranta minuti per scavalcarne le difese.
Il ragazzo, che vive a Melbourne ed è un liceale modello, ha scelto di rendere pubblico il suo exploit per evitare che qualcun altro scoprisse il trucchetto e lo diffondesse. Le sue intenzioni sono sincere, sostiene, poiché a suo dire "filtrare la pornografia può servire" ma soprattutto è necessario "collaborare coi ragazzi, perché il problema che abbiamo riguarda direttamente i ragazzi, non gli adulti".
L'occasione era troppo ghiotta perché i promotori della crociata antipornografia non si facessero avanti. È il caso di Steve Fielding, senatore e da molto tempo tra i protagonisti della campagna per la cyber-sicurezza, che ribadisce la necessità di integrare dei filtri anche sugli apparati dei provider: "C'è bisogno di entrambi (i filtri, ndr), a livello di ISP e a livello di PC. Il Governo non ha avuto buon senso e ha esposto i ragazzi al pericolo". Di tutt'altro avviso la blogosfera, che plaude a Tom e alla sua vena hacker e
ribadisce l'importanza del controllo diretto dei genitori, senza delegarlo ad un software qualunque, e del dialogo.