dal Resto del Carlino:
"Shevchenko saluta il Milan;
Dopo sette anni l'attaccante ucraino lascia i rossoneri. 'Mi dispiace, lo faccio per la mia famiglia'. Galliani: 'Separazione dolorosa'
Milano, 26 maggio 2006 - Adesso e' ufficiale: Andriy Shevchenko se ne va dal Milan. L'annuncio che nessun tifoso rossonero avrebbe mai voluto ascoltare e' arrivato al termine di una giornata frenetica , fatta di voci e smentite.
Dopo la seduta di fisioterapia a Milanello, alle 15.15 l'ucraino ha fatto il suo ingresso nel parcheggio sotterraneo della sede di via Turati per incontrare Galliani. Un'ora dopo, l'amministratore delegato milanista e' uscito in macchina, visibilmente scuro in volto (si parla di possibili nuove intercettazioni telefoniche oppure per le dimissioni di Zamparini dalla Lega), per poi rientrare dopo 50 minuti.
Intorno alle 17 la stampa e' stata fatta salire nella sala dei trofei della sede, dove Shevchenko alle 17.30 ha fatto il suo annuncio. "La mia volonta' e' quella di chiedere alla societa' di valutare il mio trasferimento - ha esordito il campione ucraino - una scelta che come ho detto e' dettata da motivi personali. Non c'entra niente il mio rapporto con l'allenatore, la squadra o la societa', ne' tanto meno i soldi, l'ultima cosa cui ho pensato. Sono dispiaciuto perche' ho visto gli occhi dei tifosi e i tanti messaggi che mi sono arrivati. E' una decisione importante per la mia vita. Non c'entra niente, come invece ho letto, neppure mia moglie: abbiamo deciso insieme per il bene della nostra famiglia".
"Io e mia moglie - ha spiegato Shevchenko - parliamo tra noi italiano, ma ne' io parlo inglese ne' lei ucraino, quindi pensiamo che l'inglese sia il modo migliore per poter trasmettere ai nostri figli (Kristen e' in attesa del secondogenito, ndr) tutto il nostro amore per loro. E' una scelta fatta per la mia famiglia, perche' trovare una societa' come il Milan e' impossibile".
Accanto a lui Adriano Galliani. Il volto un po' tirato, come chi deve prendere atto di una notizia che mai avrebbe voluto ascoltare, ma che non puo' che accettare. "Sono molto dispiaciuto per la decisione di Andriy e lui lo sa - commenta Galliani - ma ho capito le sue motivazioni, che sono di carattere familiare e non economico. Il Milan non avrebbe mai venduto Sheva, lo sapete, ma a questo punto prenderemo immediatamente contatto con il Chelsea e se raggiungeremo un accordo economico con loro esaudiremo il desiderio di Andriy. Il Milan non vende nessuno per denaro - ha ribadito l'amministratore delegato - ma non tiene neppure un giocatore che chiede di essere trasferito. In 20 anni ci sono state separazioni piu' facili e altre piu' dolorose, questa certamente e' la piu' dolorosa nei miei 20 anni di Milan, anche perche' non si tratta ne' di un infortunio ne' di un ritiro per limiti di eta', visto che Sheva e' nel pieno della sua attivita'".
"Sono stati sette anni bellissimi con 173 gol, anzi, 174 - ricorda Galliani - perche' io considero buono anche quello di Barcellona. Quanto ci ho sperato che restasse? Zero, anche perche' ci ho provato fino a un minuto fa. Possiamo sintetizzare tutta questa vicenda che si e' conclusa in questo modo: e' stata la vittoria della lingua inglese su quella italiana".
Shevchenko conclude cosi' la sua avventura al Milan dopo sette stagioni e 173 reti realizzate, di cui 127 in campionato. Non colmera' mai il divario di 48 reti che lo separava dalle 221 marcature del "pompierone" norvegese Gunnar Nordahl, miglior cannoniere di sempre nella storia rossonera.
Shevchenko se ne va con un palmares invidiabile: uno scudetto, una Champions League (suo il gol decisivo ai rigori contro la Juventus), una Coppa Italia, una Supercoppa di Lega (sua la tripletta decisiva contro la Lazio) e una Supercoppa Europea (suo il gol decisivo contro il Porto), oltre al Pallone d'Oro conquistato a Parigi nel 2004.
Il primo gol Sheva lo segno' il 29 agosto 1999 a Lecce (2-2), l'ultimo il 4 aprile 2006 in Champions contro il Lione (3-1). In mezzo, 173 meraviglie che hanno reso indimenticabile non solo un campione vero, ma soprattutto un uomo, un marito, un padre di famiglia."
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me in una valle di lacrime....