Curioso, perché questo discorso lo affrontavo ieri con un amico relativamente ad alcuni attori italiani che, nati come caratteristi e poi diventati attori più definiti, ora che sono in esaurimento di carriera ripropongono i caratteri (non faccio nomi sennò mi ammazzate per l'accostamento con Nagai, quello che deve emergere è il senso della cosa, non l'esempio specifico).
Bene, il mio amico si chiedeva e mi chiedeva perché questo "tornare indietro" e io gli spiegavo che ogni uomo ha un percorso artistico differente, per cui possiamo avere:
- chi cerca sempre di migliorarsi affrontando nuove sfide
- chi oggettivamente non ce la fa a migliorarsi perché ha un suo universo limitato nel quale alla fine ricade
- chi invece prova interesse a tornare a quei personaggi creati all'inizio della carriera per vedere come e cosa prova nel riprenderli dopo anni durante i quali ha accumulato diverse esperienze
- chi sa di non poter fare altro e che quello gli dà successo e quindi non può che riproporre "la solita minestra".
Ma gli scarti che permettono il passaggio da una categoria all'altra sono minimi e difficilmente noi pubblico possiamo giudicarli a cuor leggero.
Pertanto Nagai lo fa per soldi? Probabilmente si. Lo fa per interesse artistico? Forse anche quello.
Miyazaki non lo fa? Meglio per lui e per noi, ma chi stabilisce che Nagai dovrebbe fare altrettanto? Iniziamo allora a chiederci (e qui condivido il passaggio di Naida) se Nagai non sia stato eccessivamente sopravvalutato. E se dunque un confronto diretto con Miyazaki si possa porre.
(se volete la mia: sì, Nagai ha fatto cose grandi ma non è un dio come lo considerano alcuni e Miyazaki se lo mangia).
Alla fine noi spettatori e appassionati cosa possiamo fare? Fare una scelta e seguirla di conseguenza.
Io ho fatto la mia (vedere anche i suoi remake e giudicare), voi la vostra (non accettare). Alla fine è giusto così, sipario.
ps: quoto Naida e il giufo, W l'Impero!