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I DISTURBI SESSUALI IN MENOPAUSA
La sessualità è parte integrante dello stato di salute di un individuo. Non a caso nella definizione di salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, oltre al benessere fisico, psichico e sociale, è incluso anche quello sessuale

■ In menopausa gli estrogeni scompaiono e gli androgeni si riducono, anche fino al 50%, comportando una serie di modificazioni corporee e mentali, ma anche sessuali.
Un numero compreso tra il 40% e il 60% delle donne in menopausa riporta dei cambiamenti nella funzione sessuale: riduzione del desiderio sessuale, difficoltà dell’eccitazione, mancanza dell’orgasmo e insoddisfazione generale. In particolare, due disturbi sono un freno alla sessualità, la secchezza vaginale e il dolore durante i rapporti (dispareunia).
► I disturbi del desiderio. Il desiderio dipende dalla giusta armonia tra estrogeni e progesterone, con un pizzico di androgeni.
La mancanza di estrogeni altera i caratteri sessuali secondari e con loro la percezione biologica di femminilità. Ma anche la carenza di androgeni, specialmente nelle donne sottoposte ad asportazione delle ovaie, conduce a perdita del desiderio sessuale con persistente e apparentemente ingiustificata astenia, diminuito senso di benessere, perdita di peli pubici, riduzione della massa muscolare, ecc. (sindrome femminile da carenza androgenica).
► I disturbi dell’eccitazione. Anche l’eccitazione dipende dal giusto accordo tra i vari ormoni, estrogeni e androgeni.
Dopo la menopausa, la vascolarizzazione dei genitali è ridotta, quella vaginale è estrogeno-dipendente, quella clitoridea è androgeno-dipendente.
La lubrificazione vaginale è ridotta e ritardata. Nella donna in menopausa ci vogliono anche 5 minuti per ottenere una buona lubrificazione vaginale, rispetto ai 15 secondi di una donna giovane.
Anche la distensibilità vaginale è ridotta: tale modificazione, però, è meno evidente in donne che mantengono un’attività sessuale regolare. L’espressione “usala o perdila” (to use or to loose) indica come la stimolazione diretta e frequente dei genitali (almeno 2-3 rapporti alla settimana) sia il modo migliore per evitare le conseguenze negative della mancanza ormonale.
Inoltre, la mancanza di ormoni può creare o peggiorare sensibilmente disturbi dell’affettività (ansia, depressione e insonnia), che riducono la disponibilità all’eccitamento.
Infine, la scomparsa degli estrogeni causa alterazioni del tatto, dell’olfatto, del gusto e della secrezione salivare, che giocano un ruolo nella sensualità femminile.
► I disturbi dell’orgasmo. Sempre a causa della carenza di ormoni, anche l’orgasmo si riduce, sia come durata sia come intensità, e talvolta diventa doloroso. Il tempo per il raggiungimento del piacere sessuale si allunga, anche se si conserva la possibilità di orgasmi multipli.

fonte www.paganotti.it/articolo-salute-della-donna.asp?id=38