Finalmente, dopo tanto tempo, torno ad aggiornare questo topic che e´totalmente tangibile
Eravamo appena partiti da Freetown in Guinea. Come mettemmo la prua per Sud Ovest, cominciai a sorridere di un ghigno malefico…
Quella è la direzione per il Brasile, con tutto quel pucchiaccame fresco che sa di sesso come una primizia da gustare. Era da un bel po’ che non mi davo da fare con le mie missionarie e tutto il fisico ne risentiva. Soprattutto le mani, che tenevano dei calli grossi come padelle reali.
6 giorni di navigazione quasi volarono, e quando giungemmo vicino alla baia di Rio, notammo un fenomeno alquanto tenebroso. Dalle acque sorgevano fumi nefasti di nebbia che avvolgevano i monti brasiliani. Dalla nebbia spiccava solo la vetta del Pan di Zucchero.
L’allievo Ufficiale di guardia con me, giovane e privo di esperienza, da poco aveva completato gli studi, e in un eccesso di zelo da studente, si immerse nella spiegazione della nebbia per radiazione, ovvero quello che secondo lui stavamo osservando.
Lo guardai con l’aria paterna e benevola, e sorridendo dissi “Figliolo, hai detto un cumulo di stronzate. Questa nebbia è data dal calore della sorca brasiliana che ci attende!”
Eravamo giunti finalmente. Rio de Janeiro, città bella e allegra, dove ad ogni angolo di strada puoi vedere tante belle fiche gioconde ricche di pelo o vellutate come il panno di un tavolo da biliardo, alle cui spalle sorgono culi filosofici e mistici.
La sera, dopo la guardia, andai all’Help, nota discoteca più famosa per le zoccole che per la musica. C’erano altri membri dell’equipaggio e mi sedetti vicino a loro scolandomi 2 martini a volo a volo. Ora, quando non bevi per parecchio tempo, l’alcool ti va subito alla testa. Nonostante io detesti la musica da discoteca, anzi detesto la discoteca in generale, guardando quelle topone mi lanciai in pista esibendomi nel mio famoso ballo del cazzo (poi vi spiego). Non so se perché la mia danza era tanto erotica da sembrare una penetrazione, o più semplicemente se sembravo un totale deficiente (ok togliamo il sembravo…) fatto sta che le missionarie si concentrarono tutte su di me. Forse mi volevano menare…
Tornai al tavolo e gira di qua, gira di la, tra sorrisi lascivi e occhiatine arrapate, il mio sguardo si soffermò sul sorriso di una missionaria. Era particolare, aveva una leggera fossetta tra i denti, cosa che normalmente mi affascina e attira, ma in quel momento ebbe in me l’effetto di una bomba di rattusame. Il mio pensiero fisso fu “questa se me lo succhia, me lo fa diventare come un rigatone”. Ormai la scelta era stata fatta!
Si chiamava Cristina e ci fiondammo in albergo.
Mi ha fatto provare la posizione della tartaruga. “E che è?” chiesi non appena me la propose....
Lei si mise a pecora sotto un tavolino basso che fungeva da guscio della tartaruga, io di spalle. Le davo uno schiaffo sulla nuca, lei rientrava la testa sotto il tavolo e spingeva il culo in fuori e zacchete…. Così tirava di nuovo il culo dentro e rimetteva la testa fuori. Allora ripartiva lo schiaffetto e il tutto riprendeva. Insomma, alla fine non ho capito se l’ho trombata o l’ho menata. Però mi sono divertito come un coleottero.
Purtroppo, come sempre, il tempo è tiranno, e quindi son dovuto tornare a bordo, ma vabbè, la prossima volta staremo di più….poi vi spiego cit…
per ora attendo Buenos Aires o Zarate per provare la topa argentina se ne avró l´occasione. Ma questa..e´un´altra storia...
MANIACO DELL'IMPERO
il mio angolo di cielo
è un triangolo di pelo
Biondo, una vita per la topa !!