credo rimarreste sorpresi nel sapere quanti ragazzi si affezionano al tex del padre leggendolo al gabinetto. Naturalmente parlo di quegli stazzonati numeri anni 80 che tutti i papà ogni tanto recuperano dalla cantina e depositano con un sorriso beato sulla mensola del cesso.
Il discorso è che il personaggio, così come era stato ideato, è ancora valido, e così potrebbe essere per molti altri come Dylan Dog e Zagor. Certo, è un genere cristallizzato, ma già negli anni 70 tex era granitico, tuttavia mi rileggo spesso certe epiche storie di scazzottate infarcite di battute e grinta texiana. Ciò che Bonelli non ha saputo fare nel corso della gestione e del cambio della guardia da G.L. a Nizzi per esempio è stato mantenere fresco il personaggio e le storie pur rimanendo nei binari della tradizione. Graficamente questo è parzialmente avvenuto grazie a Villa, le cui storie sono talmente appaganti da risultare gradevoli anche senza una sceneggiatura efficace (vedi avatar), ma nel complesso si sente la poca voglia, o l'impossibilità, di voersi distaccare dal tranquillo tran tran del pensionato. Destino condiviso da dylan dog, che se ormai vende lo fa per inerzia, perchè bonelli, e le editrici in scia, sono impostate su canoni generalisti: la specializzazione è tipica di altri luoghi narrativamente ed editorialmente più maturi e fluidi. Quindi tex piace ai nonni, ai papà, e ai loro figli, e anche se non piace è come la settimana enigmistica, che fa cruciverba facilissimi ma che possono risolvere gli appartenenti a più target medio bassi, che costituiscono la maggior parte del bacino di utenzza disponibile. Dylan dog oggi piace a una certa fetta di mercato modaiolo.
Le serie brevi sono il futuro, e io le vedo positivamente. Nulla vieta di sfruttare a lungo termine il successo di un personaggio ben riuscito, e sicuramente è meno rischioso per un bonelli "provare" un titolo e poi gettarlo o proseguire, piuttosto che ideare sempre e solo megaserie che possono floppare dopo poco tempo (vedi nathan never) a fronte di un impegno a monte non indifferente. Questo non può che essere positivo, perchè da una parte abbraccia l'esigenza dell'utenza sulla varietà degli stili e delle storie, che tenderanno a diversificarsi, da un'altra permetterà di vedere più disegnatori e sceneggiatori all'opera senza che i giovani arrivino al successo a cinquant'anni, da un'altra ancora va nella direzione editoriale del minimo rischio e del massimo sfruttamento. E' una coincidenza di fattori positivi che mi fa ben sperare, dopo decenni di immobilismo.
"Ti dò un consiglio per la prossima volta: fatti i cazzi tuoi"