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Giappone: animazione in crisi

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    djufo
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    00 06/07/2009 23:56
    Da Animeclick:


    Riportiamo la nostra traduzione di un interessante articolo del The Mainichi Daily News sulla crisi dell’industria dell’animazione giapponese:

    Riuscirà il Giappone a salvare l'animazione?

    Mentre le fondamenta dell'industria dell'animazione si stanno sbriciolando a causa della progressiva riduzione degli stipendi dei disegnatori e animatori, gli addetti del settore guardano con scetticismo all'idea del governo giapponese che porta il nome provvisorio di “Centro Nazionale per le Arti Comunicative”. Gli esperti, che nel contempo cercano di promuovere l'animazione giapponese verso i ghiotti mercati esteri si domandano: “Può un'istituzione statale salvare un’industria che diventa progressivamente più instabile?”

    Parla Junichi Takagi, 35 anni, uno dei produttori dello Studio Gonzo: “Rispetto all'anno scorso, le produzioni e i loro budget sono crollati. Un contratto per un episodio tv da 30' è passato da circa 130000 euro a meno di 100000. Di contro, le ore/uomo per il disegno a mano e la realizzazione dei dettagli sono aumentate e il costo della manodopera è rimasto lo stesso. Le aziende più deboli hanno iniziato a fallire nel corso dello scorso anno”.

    L'industria dell'animazione in Giappone si è ridotta, rispetto al picco degli anni 2005 e 2006, a causa del crollo delle vendite dei DVD mentre i servizi di distribuzione online sono ancora in fase di sviluppo. La contrazione si è quindi percepita ad ogni livello. Un animatore di 24 anni conferma esausto: “Non ci sono abbastanza soldi. Se pure trovassi una fidanzata non potrei certo permettermi di sposarmi. Dopo un anno di lavoro il mio stipendio mensile è di circa 520 euro”.

    Uno studio condotto dalla JAniCA, l’Associazione Giapponese dei Creatori di Animazione, dimostra che un animatore tra i 20 e i 30 anni di età può contare su un salario annuale medio di poco più di 8000 euro. Il turn over degli staff si aggira tra l'80% e il 90%. La mancata formazione di nuovi artisti/animatori è dovuta anche al fatto che spesso si fa ricorso all'outsourcing verso altre nazioni asiatiche. Un fenomeno che viene chiamato dai critici "svuotamento" dell'industria giapponese. La domanda è quindi: “Riuscirà il Centro Nazionale per le Arti Comunicative a colpire le cause profonde della crisi?”

    Il professor Nobuyuki Tsugata, 40 anni, associato di Storia dell'Animazione alla Kyoto Seika University: “I produttori più piccoli hanno necessità di assistenza finanziaria ed è giusto che questo centro si ponga l'obiettivo di preservare il materiale storico dell'animazione, ma è anche vero che si dovrebbe cercare di farlo senza usare soldi pubblici”.

    Il veterano Yoshikazu Yasuhiko, 61 anni, animatore del classico Mobile Suit Gundam dice chiaramente: “Non serve a niente. Gli anime sono come le droghe leggere. Dovrebbero essere libere. Mi preoccupa il fatto che un aiuto di stato si possa trasformare in un organo di controllo verso questa forma di espressione”.

    Ad ogni modo, la JAniCA ha deciso di seguire questo progetto proponendo al partito di maggioranza, il Liberal Democratico, un emendamento che trasformi l’istituto in un Centro di Formazione Professionale dell'Industria dell'Animazione.

    Il direttore contabile del progetto Daisuke Okeda, 33 anni dice: “Potremmo addirittura permettere ai turisti di assistere al processo di creazione di un anime. In barba agli scettici, potrebbe dimostrarsi un’opportunità per attirare l'attenzione sul problema che il mondo dell'animazione giapponese sta attraversando”. In ogni caso, nell'ambito della raccolta, archiviazione ed esposizione del materiale di animazione, l'Agenzia per gli Affari Culturali ha veramente poco in termini di proposte concrete. Il membro della commissione d’indagine sul progetto Tsunekazu Ishihara, 51 anni, Game Producer di professione, si chiede se i problemi possano effettivamente essere risolti: “Il budget stimato è di circa 87 milioni di euro, pressappoco quello della realizzazione di un parco tematico, per cui non possiamo aspettarci troppo”.

    Mentre si continua a discutere su problemi diversi, la speranza prevalente dei lavoratori del settore è che questo non rimanga un progetto vuoto. Okeda dichiara apertamente: “Nel giro di 5 o 10 anni sarà impossibile formare una nuova generazione”. Con questo poco tempo disponibile, il senso di angoscia è palpabile.

    Mainichi Japan, 4 luglio 2009

    Lontano dall'Impero? MAI.
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    00 07/07/2009 00:08
    la crisi colpisce anche loro ... [SM=x53092]
    certo che leggendo che stipendi percepiscono, la situazione è almeno a prima vista abbastanza tagica .... [SM=x53153]



    Il sonno della ragione genera mostri....... In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso....... La poesia è come un'idea non cerca verità, la crea.......
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    djufo
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    00 07/07/2009 00:13
    Con tutta la merda che produce il Giappone in animazione al giorno d'oggi secondo me la crisi era inevitabile.
    Lontano dall'Impero? MAI.
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    mizar!
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    00 07/07/2009 00:19
    fino a poco fa si diceva che era quello che i giappi moderni e divoratori di cartoni volevano ...

    ma forse ora si sono resi conto che produrre fotocopie restilizzate di prodotti sempre più uguali a se stessi, li rende noiosi e di conseguenza immessi nel mercato risultano poco redditizi ... o forse, a giudicare dall'articolo, non hanno proprio capito e puntano sul finanziamento pubblico, chea mio avviso sarà la morte per quel settore, proprio come in italia è stata la morte per il cinema .... [SM=x53153]



    Il sonno della ragione genera mostri....... In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso....... La poesia è come un'idea non cerca verità, la crea.......
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    djufo
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    00 07/07/2009 00:22
    Gia.
    Ma il fatto è che oggi ne producono troppi di cartoni. Umanamente sono troppi anche per un paese popoloso e variegato come il Giappone.
    C'è troppa offerta e poca qualità, la cui ovvia conseguenza non può che essere una crisi del settore.
    Lontano dall'Impero? MAI.
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    Walter.79
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    00 07/07/2009 00:29
    pronare al consumismo la produzione artistica rende sempre collassante il settore in questione in ogni caso
    1234567

    1 Sai, fortunatamente io rispetto un regime di droghe piuttosto rigido per mantenere la mente, diciamo, flessibile.
    2 Prova a fare una delle tue estronsate de pazzo, prova a tirare fuori el ferro... io te lo estrapo de mano, te lo metto en el culo e poi premo el grilletto hasta che siento el clic!
    3 Io parlo di una linea tracciata sulla sabbia.
    4 Ehi, Biondooo... Lo sai di chi sei figlio tu? Sei il figlio di una grandissima puttaaaa...
    5 Il mondo si divide in due categorie: quelli che hanno la pistola carica e quelli che scavano... tu scavi.
    6 State attenti, sono in due. E non vengono per discutere.
    7 ....
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    Rukkio de Ruchis
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    ArrukkiaADMIN
    00 07/07/2009 02:08
    Pensando positivo, probabilmente questo porterà ad un collasso da cui ci si riprenderà solo ripartendo da zero, con prodotti nuovamente originali ed innovativi, magari riducendo notevolmente le vaccate prodotte.


    "..do you still live in angry days?"
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    djufo
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    00 07/07/2009 02:43
    Me lo auguro anche io.
    Lontano dall'Impero? MAI.
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    Bud-
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    00 07/07/2009 07:55
    faranno milioni di remake.
  • BoY.DuKe
    00 07/07/2009 10:40
    strano però
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    Axl Rose
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    00 07/07/2009 11:59
    Re:
    Walter.79, 07/07/2009 0.29:

    pronare al consumismo la produzione artistica rende sempre collassante il settore in questione in ogni caso



    La tua prosa è qualcosa di assolutamente travolgente. Oltre che abbastanza luogocomuneggiante.

    [URL]http://picasaweb.google.com/cobra.reale/Disegni#
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    nexstar
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    Città: MARTIGNANA DI PO
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    AmministraCOJONES
    00 07/07/2009 18:27
    Si ma c'è anche da dire che con le connessioni atomiche che hanno laggiù (e che noi ci sognamo) gli appassionati giapponnesi non acquistano più un cazzo anche perchè hanno l'abitudine in patria di fare dvd da 1 o 2 episodi!!!
    La pirateria sfrenata (non controbilanciata da acquisti di titoli "TRAINANTI") più le motivazioni dette da voi ovvero la sovrappoposta rispesto alla domanda del pubblico ha creato sta crisi.
    Spero anch'io in una razionalizzazione dei titoli