Una sera dell’estate del 1966, nel suo ufficio, un funzionario americano, annoiato per una lunga quanto noiosa giornata senza troppo lavoro e in attesa dell’ora di tornarsene a casa, ha tutto ad un tratto un’idea apparentemente assurda e insensata. Questo funzionario si chiama Cleve Backster e lavora per la polizia perché è il migliore nello scoprire le menzogne grazie ad una specie di galvanometro, messo a punto da lui stesso, che reagisce alle emozioni dei sospetti.
Backster collega un elettrodo della sua macchina ad una foglia di una pianta dell’ufficio e quindi l’innaffia; con enorme stupore l’ago del suo congegno comincia a vibrare e traccia un segno… come se ad essere collegato fosse un essere umano sottoposto a forte stimolo emotivo. L’entusiasmo di questa scoperta porta Backster a moltiplicare i suoi esperimenti con diversi tipi di piante e in differenti condizioni d'"emozione" e i risultati ottenuti sono sempre più sorprendenti. Le piante dimostrano di reagire allorché dei gamberetti vivi vengono messi nell’acqua bollente o alla vista del sangue. Ma non solo, le piante sembrano conservare la memoria, come dimostra l’esperimento seguente.
Backster riunì sei studenti, cui bendò gli occhi, quindi fece prendere a ciascuno di loro un biglietto piegato in quattro da un cappello. Uno di questi biglietti portava l’istruzione di recarsi nella stanza attigua dove erano collocate due piante in vaso. L'indicazione era di prenderne una senza toccare l’altra, strapparla dal vaso, metterla sotto i piedi e calpestarla fino alla sua completa distruzione. Unico testimone di questo massacro era la pianta lasciata intatta.
Il ricercatore collegò infine la pianta superstite al suo apparecchio e fece defilare uno alla volta davanti alla stessa i sei studenti; la pianta non reagì al passaggio del primo, ma al momento in cui fu visibile il colpevole, l’ago si mise ad oscillare in modo frenetico.
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