Kojiki, un racconto di antichi eventi

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La Visione
00martedì 27 luglio 2010 21:14


TITOLO: Kojiki, un racconto di antichi eventi
AUTORE: a cura di Paolo Villani
CASA EDITRICE: Marsilio
PAGINE: 171
COSTO: 13€
ANNO: 2006
FORMATO: 18 cm X 12 cm
REPERIBILITA': Raro nelle librerie di Milano

Il Kojiki è la più antica opera letteraria giapponese, probabilmente fu scritto intorno al 712. Il kojiki è diviso in 3 parti. Volendo semplificare:
La prima narra dei miti fondanti del Giappone e dei suoi dei, quindi dalla creazione del mondo a quella del Giappone grazie agli dei Izanami ed Izanagi, oltre a tutti i fatti riguardanti la dea Amaterasu e suo fratello Susanoo.
La seconda riporta la storia dei primi imperatori semi divini, la terza delle storie dei nobili giapponesi e degli imperatori più vicini temporalmente al periodo della stesura del Kojiki.
La lettura comporta le difficoltà (almeno per me) che ci sono sempre quando si leggono scritti di carattere mitologico, in pratica si salta spesso di palo in frasca. Nonostante ciò la lettura è semplice e piacevole, mi ha sorpreso leggere anche parole poco consone ad un libro di miti, termini volgari come “merda” o “culo”, oltre a concetti simili. La parte poco agevole, che io ho saltato sempre, è quella che elenca la genealogia dei vari imperatori e nobili, abbastanza corposa.
Riporto uno dei tanti racconti in quanto ha un nesso con un nome che ha un forte collegamento con la mia infanzia di fruitore di animazione giapponese. Ne faccio un sunto:

“La principessa Ikutama era bellissima, un uomo, dall'eleganza senza pari a quei tempi, le faceva visita tutte le notti. I due si piacquero subito e non passo molto tempo che ella divenne gravida. I suoi genitori non si spiegavano la cosa.
“Ti sei ingravidata da sola? - le chiesero - Ma come hai fatto senza un uomo?”
“Un uomo c'è - rispose lei - ma non saprei come chiamarlo. Viene ogni notte, e mi ha ingravidato nel più normale dei modi”.
I suoi genitori, curiosi di conoscere l'uomo, le suggerirono di spargere della terra rossa innanzi al giaciglio e cucirgli allo strascico delle vesti il capo di un intero rocchetto di filo. All'alba cercarono il filo e scoprirono che usciva dalla casa attraverso il buco della serratura!
Avvolti al rocchetto erano rimasti solo tre giri. Seguirono il filo, che arrivava fin dentro il santuario sul monte Miwa. Ecco spiegato l'ascendenza sacra. Chiamiamo il luogo “Miwa” in ricordo dei tre giri”.


Nelle note del libro è scritto che “Miwa” significa, appunto, “tre giri”. Ora, io mi chiedo, ma Go Nagai scelse il nome Miwa perché alla pilotessa del Big Shooter faceva fare innumerevoli giravolte sulla rampa di lancio prima che uscisse dal lago?
Bud-
00mercoledì 28 luglio 2010 10:05
davvero interessante!
Anche Susanoo e' un nome Nagaiano.

Hai ritrovato altre similitudini tra le leggende del libro e i cartoni? Proprio nagai credo che abbia attinto da queste a piene mani, anche per i mostri di jeeg.

Alty73
00mercoledì 28 luglio 2010 10:33
d'accordo, ma i genitori della principessa oltre a scoprire il luogo(il santuario del monte Miwa),riuscirono a scoprire anche il tizio che mise incinta la figlia?
La Visione
00mercoledì 28 luglio 2010 19:36
Re:
Bud-, 28/07/2010 10.05:

davvero interessante!
Anche Susanoo e' un nome Nagaiano.

Hai ritrovato altre similitudini tra le leggende del libro e i cartoni? Proprio nagai credo che abbia attinto da queste a piene mani, anche per i mostri di jeeg.




Si, penso che non solo per i mostri di Jeeg si sia ispirato ai miti ancestrali giapponesi, ma anche per il Grande Mazinga, per certi versi.

La dea Amaterasu pesno che in varie forme sia stata usata spesso nelle serie jappo, ed anche il primo imperatore Jinmu è sovente riproposto, senza contare l'imperatrice Himiko del regno Yamato, etc etc


La Visione
00mercoledì 28 luglio 2010 19:43
Re:
Alty73, 28/07/2010 10.33:

d'accordo, ma i genitori della principessa oltre a scoprire il luogo(il santuario del monte Miwa),riuscirono a scoprire anche il tizio che mise incinta la figlia?



Non è specificato, in fondo è un mito, ed i miti non sono lineari, si salta da un argomento all'altro. Penso che contava solo fosse un kami, il Kojiki fu scritto sia per stendere in forma scritta i miti primordiali, che per dare un'aurea di sovrannaturalità alla allora classe nobile giapponese.

Il casato "tal dei tali" grazie al Kojiki veniva investito di antenati kami, quindi l'autorità di quel casato era rafforzata rispetto ad un clan ostile all'imperatore che non aveva come antenati degli dei.


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