Gianni Rodari

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Oxido
00martedì 20 ottobre 2009 23:35
non avete mai letto nulla di questo MITO? allora avete avuto un'infanzia infelice... no oddio, non esageriamo ma molti bambini degli anni settanta sono cresciuti con le sue favole, che più che poetiche (peculiarità apprezzata dagli adulti) avevano il lusso, sì il lusso di parlare il linguaggio dei bambini

Io ho consumato le Favole al telefono, se ritrovassi il vecchio libro credo che avrei dei momenti di commozione che nemmeno goldrake mi ha saputo dare quando l'ho rivisto... ho comperato tempo fa una raccolta gigante dell'autore, ma il fascino di quel volume illustrato (roba anni 70, illustrato da munari, altro genio) è inarrivabile



vi metto una piccola favola, una delle mie preferite, rileggendola ora capisco che probabilmente non era totalmente rivolta ai bambini [SM=g1595116]


BRIF, BRUF, BRAF

Due bambini, nella pace del cortile, giocavano a inventare una lingua speciale per poter parlare tra loro senza far capire nulla agli altri.
- Brif, braf, - disse il primo.
- Braf, brof, - rispose il secondo. E scoppiarono a ridere.
Su un balcone del primo piano c’era un vecchio buon signore a leggere il giornale, e affacciata alla finestra dirimpetto c’era una vecchia signora né buona né cattiva.
- Come sono sciocchi quei bambini, - disse la signora.
Ma il buon signore non era d’accordo:
- Io non trovo.
- Non mi dirà che ha capito quello che hanno detto.
- E invece ho capito tutto. Il primo ha detto: che bella giornata. Il secondo ha risposto: domani sarà ancor più bello.
La signora arricciò il naso ma stette zitta, perché i bambini avevano ricominciato a parlare nella loro lingua.
- Maraschi, barabaschi, pippirimoschi, - disse il primo.
- Bruf, - risposte il secondo. E giù di nuovo a ridere tutti e due.
- Non mi dirà che ha capito anche adesso, - esclamò indignata la signora.
- E invece ho capito tutto, - rispose sorridendo il vecchio signore – Il primo ha detto: come siamo contenti di essere al mondo. E il secondo ha risposto: il mondo è bellissimo.
- Ma è poi bello davvero? – Insisté la vecchia signora.
- Brif, bruf, braf, - rispose il vecchio signore.

nexstar
00martedì 20 ottobre 2009 23:58
Guido
non ho parole
stimotti!!!

Un giorno avrò tutta la sua bibliografia

PS
Consiglio il libro citato nell'altro topic c'è una storia sul calcio che ben si fa al clima imperiale

PPS
Maglia bianca a righe bianche (Cit. Rod.)
Oxido
00mercoledì 21 ottobre 2009 00:22
aushauhsuahsuash! questa mi ammazzava


IL PAESE CON L'ESSE DAVANTI

Giovannino Perdigiorno era un grande viaggiatore. Viaggia e viaggia, capitò nel paese con l'esse davanti.
- Ma che razza di paese è? - domandò a un cittadino che prendeva il fresco sotto un albero.
Il cittadino, per tutta risposta, cavò di tasca un temperino e lo mostrò bene aperto sul palmo della mano.
- Vede questo?
- E' un temperino.
- Tutto sbagliato. Invece è uno «stemperino», cioè un temperino con l'esse davanti. Serve a far ricrscere le matite, quando sono consumate, ed è molto utile nelle scuole.
- Magnifico, - disse Giovannino. - E poi?
- Poi abbiamo lo «staccapanni».
- Vorrà dire l'attaccapanni.
- L'attaccapanni serve a ben poco, se non avete il cappotto da attaccarci. Col nostro «staccapanni» è tutto diverso. Lì non bisogna attaccarci niente, c'è già tutto attaccato. Se avete bisogno di un cappotto andate lì e lo staccate. Chi ha bisogno di una giacca, non deve mica andare a comprarla: passa dallo staccapanni e la stacca. C'è lo staccapanni d'estate e quello d'inverno, quello per uomo e quello per signora. Così si risparmiano tanti soldi.
- Una vera bellezza. E poi?
- Poi abbiamo la macchina «sfotografica», che invece di fare le fotografie fa le caricature, così si ride. Poi abbiamo lo «scannone».
- Brrr, che paura.
- Tutt'altro. Lo «scannone» è il contrario del cannone, e serve per disfare la guerra.
- E come funziona?
- E' facilissimo, può adoperarlo anche un bambino. Se c'è la guerra, suoniamo la stromba, spariamo lo scannone e la guerra è subito disfatta.
Che meraviglia il paese con l'esse davanti.

nexstar
00mercoledì 21 ottobre 2009 00:33
si la conosco anch'io...
alle elementari era sul libro sussidiario.Ricordo che immaginavo gli oggetti con una mega S appiccicata


dove le peschi?non dirmi che le ricopi tu parola per parola...
mizar!
00mercoledì 21 ottobre 2009 00:47
eh si, anche per me ricordi legati alle scuole elementari, non ricordo il titolo del libro, ma ricordo che la maestra aveva un'ammirazione infinita per lui e ce lo fece comprare ... leggevamo le poesie a voce alta in classe ... (oltre a studiarne alcune a memoria ... )
Oxido
00mercoledì 21 ottobre 2009 00:57
Re:
nexstar, 21/10/2009 0.33:

dove le peschi?non dirmi che le ricopi tu parola per parola...



auhsauhsuah!! ma no! cerco di ricordarmi i titoli e li cerco in rete...

da qualche parte dovrebbe esserci "Il semaforo blu", sto cercando "L'uomo che voleva rubare il Colosseo", "Giacomo di cristallo", e una su un autobus che usciva dal tempo...

intanto ho trovato i


VECCHI PROVERBI

- Di notte, - sentenziava un Vecchio Proverbio, - tutti i gatti dono bigi.
- E io son nero, - disse un gatto nero attraversando la strada.
- E' impossibile: i Vecchi Proverbi hanno sempre ragione.
- Ma io sono nero lo stesso, - ripeté il gatto.
Per la sorpresa e l'amarezza il Vecchio Proverbio cadde dal tetto e si ruppe una gamba.

Un altro Vecchio Proverbio andò a vedere una partita di calcio, prese da parte un giocatore e gli sussurrò nell'orecchio: - Chi fa da sé fa per tre!
Il calciatore si provò a giocare al pallone da solo, ma era una noia da morire e non poteva vincere mai perciò fece ritorno in squadra. Il Vecchio Proverbio per il disappunto, si ammalò e dovettero levargli le tonsille.

Una volta tre Vecchi Proverbi si incontrarono e avevano appena aperto bocca che cominciarono a litigare:
- Chi bene incomincia è a metà dell'opera, - disse il primo.
- Niente affatto, - disse il secondo, - la virtù sta nel mezzo.
- Gravissimo errore, - esclamò il terzo, - il dolce è in fondo.
Si presero per i capelli e sono ancora la che se le dànno.

Poi c'è la storia di quel Vecchio Proverbio che aveva voglia di una pera, e si mise sotto l'albero, e intanto pensava: "Quando la pera è matura casca da sé".
Ma la pera cascò soltanto quando fu marcia fradicia, e si spiaccicò sulla zucca del Vecchio Proverbio che per il dispiacere diede le dimissioni.



Oxido
00mercoledì 21 ottobre 2009 01:00
ho trovato Giacomo di cristallo, è bellissima


GIACOMO DI CRISTALLO

Una volta, in una città lontana, venne al mondo un bambino trasparente. Attraverso le sue membra si poteva vedere come attraverso l'aria e l'acqua. Era di carne e d'ossa e pareva di vetro, e se cadeva non andava in pezzi, ma al più si faceva sulla fronte un bernoccolo trasparente.
Si vedeva il suo cuore battere, si vedevano i suoi pensieri guizzare come pesci colorati nella loro vasca.
Una volta, per sbaglio, il bambino disse una bugia, e subito la gente poté vedere come una palla di fuoco dietro la sua fronte: ridisse la verità e la palla di fuoco si dissolse. Per tutto il resto della sua vita non disse più bugie.
Un'altra volta un amico gli confidò un segreto, e subito tutti videro come una palla nera che rotolava senza pace nel suo petto, e il segreto non fu più tale.
Il bambino crebbe, diventò un giovanotto, poi un uomo, e ognuno poteva leggere nei suoi pensieri e indovinare le sue risposte, quando gli facevano una domanda, prima che aprisse bocca.
Egli si chiamava Giacomo, ma la gente lo chiamava “Giacomo di cristallo”, e gli voleva bene per la sua lealtà, e vicino a lui tutti diventavano gentili.
Purtroppo, in quel paese, salì al governo un feroce dittatore, e cominciò un periodo di prepotenze, di ingiustizie e di miseria per il popolo. Chi osava protestare spariva senza lasciar traccia. Chi si ribellava era fucilato. I poveri erano perseguitati, umiliati e offesi in cento modi.
La gente taceva e subiva, per timore delle conseguenze.
Ma Giacomo non poteva tacere. Anche se non apriva bocca, i suoi pensieri parlavano per lui: egli era trasparente e tutti leggevano dietro la sua fronte pensieri di sdegno e di condanna per le ingiustizie e le violenze del tiranno. Di nascosto, poi, la gente si ripeteva i pensieri di Giacomo e prendeva speranza.
Il tiranno fece arrestare Giacomo di cristallo e ordinò di gettarlo nella più buia prigione.
Ma allora successe una cosa straordinaria. I muri della cella in cui Giacomo era stato rinchiuso diventarono trasparenti, e dopo di loro anche i muri del carcere, e infine anche le mura esterne. La gente che passava accanto alla prigione vedeva Giacomo seduto sul suo sgabello, come se anche la prigione fosse di cristallo, e continuava a leggere i suoi pensieri.
Di notte la prigione spandeva intorno una grande luce e il tiranno nel suo palazzo faceva tirare tutte le tende per non vederla, ma non riusciva ugualmente a dormire.
Giacomo di cristallo, anche in catene, era più forte di lui, perché la verità è più forte di qualsiasi cosa, più luminosa del giorno, più terribile di un uragano.

Oxido
00mercoledì 21 ottobre 2009 01:04
ho trovato un indice, così riesco a rintracciarle facilmente


UNO E SETTE

Ho conosciuto un bambino che era sette bambini.

Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era un tranviere.

Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili.

Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era un professore di violoncello.

Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, come Gagarin, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica.

Però abitava anche a Nuova York, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un distributore di benzina.

Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due:
uno si chiamava Ciù, viveva a Shanghai e suo padre era un pescatore; l'ultimo si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l'imbianchino.

Paolo, lean, Kurt, luri, Jimmy, Ciù e Pablo erano sette, ma erano sempre lo stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio.

Paolo era bruno, Jean biondo, e Kurt castano, ma erano lo stesso bambino.
Juri aveva la pelle bianca, Ciù la pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo andava al cinema in spagnolo e Jimmy in inglese, ma erano lo stesso bambino, e ridevano nella stessa lingua.

Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno più farsi la guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo.

Oxido
00mercoledì 21 ottobre 2009 01:07

Il Filobus N°75
Una mattina, il filobus numero 75, in partenza da Monteverde Vecchio per Piazza Fiume, invece di scendere verso Trastevere, prese per il Gianicolo, svoltò giù per l'Aurelia Antica e dopo pochi minuti correva tra i prati fuori Roma come una lepre in vacanza.
I viaggiatori, a quell'ora, erano quasi tutti impiegati, e leggevano il giornale, anche quelli che non lo avevano comperato, perché lo leggevano sulla spalla del vicino.
Un signore, nel voltar pagina, alzò gli occhi un momento, guardò fuori e si mise a gridare: "Fattorino, che succede? Tradimento, tradimento!".
Anche gli altri viaggiatori alzarono gli occhi dal giornale, e le proteste diventarono un coro tempestoso: "Ma di qui si va a Civitavecchia!"
"Che fa il conducente?"
"E' impazzito, legatelo!"
"Che razza di servizio!"
"Sono le nove meno dieci e alle nove in punto debbo essere in Tribunale" - gridò un avvocato - "se perdo il processo faccio causa all'azienda."
Il fattorino e il conducente tentavano di respingere l'assalto, dichiarando che non ne sapevano nulla, che il filobus non ubbidiva più ai comandi e faceva di testa sua. Difatti in quel momento il filobus uscì addirittura di strada e andò a fermarsi sulle soglie di un boschetto fresco e profumato.
"Uh, i ciclamini," esclamò una signora, tutta giuliva -.
"E' proprio il momento di pensare ai ciclamini," - ribatté l'avvocato -.
"Non importa," dichiarò la signora, "arriverò tardi al ministero, avrò una lavata di capo, ma tanto è lo stesso, e giacché ci sono mi voglio cavare la voglia dei ciclamini. Saranno dieci anni che non ne colgo."
Scese dal filobus, respirando a bocca spalancata l'aria di quello strano mattino, e si mise a fare un mazzetto di ciclamini.
Visto che il filobus non voleva saperne di ripartire, uno dopo l'altro i viaggiatori scesero a sgranchirsi le gambe o a fumare una sigaretta e intanto il loro malumore scompariva come la nebbia al sole.
Uno coglieva una margherita e se la infilava all'occhiello, l'altro scopriva una fragola acerba e gridava: "L'ho trovata io. Ora ci metto il mio biglietto, e quando è matura la vengo a cogliere, e guai se non la trovo".
Difatti levò dal portafogli un biglietto da visita, lo infilò in uno stecchino e piantò lo stecchino accanto alla fragola. Sul biglietto c'era scritto: Dottor Giulio Bollati.
Due impiegati del ministero dell'Istruzione appallottolarono i loro giornali e cominciarono una partita di calcio. E ogni volta che davano un calcio alla palla gridavano: "Al diavolo!"
Insomma, non parevano più gli stessi impiegati che un momento prima volevano linciare i tranvieri. Questi, poi, si erano divisi una pagnottella col ripieno di frittata e facevano un picnic sull'erba.
"Attenzione!" - gridò ad un tratto l'avvocato -.
Il filobus, con uno scossone, stava ripartendo tutto solo, al piccolo trotto. Fecero appena in tempo a saltar su, e l'ultima fu la signora dei ciclamini che protestava: "Eh, ma allora non vale. Avevo appena cominciato a divertirmi."
"Che ora abbiamo fatto?" - domandò qualcuno -.
"Uh, chissà che tardi" e tutti si guardarono il polso. Sorpresa: gli orologi segnavano ancora le nove meno dieci. Si vede che per tutto il tempo della piccola scampagnata le lancette non avevano camminato. Era stato tempo regalato, un piccolo extra, come quando si compra una scatola di sapone in polvere e dentro c'è un giocattolo.
"Ma non può essere!" Si meravigliava la signora dei ciclamini, mentre il filobus rientrava nel suo percorso e si gettava giù per via Dandolo.
Si meravigliavano tutti. E si che avevano il giornale sotto gli occhi, e in cima al giornale la data era scritta ben chiara: 21 marzo.
Il primo giorno di primavera tutto è possibile!

edward mass
00mercoledì 21 ottobre 2009 10:53
spettacolo... alle elementari lo leggevamo sempre... che nostalgia [SM=x53178] [SM=x53147]
nexstar
00mercoledì 21 ottobre 2009 13:51
wow

che bello:il forum e le persone che stimo di più, conoscono e apprezzano Rodari:adoro questo forum!!!!
BoY.DuKe
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:31
presente anche io. Rodari è un simbolo dell'infanzia di tutti.
djufo
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:33
Di Rodari ho letto Cipì, le Favole al Telefono...e qualcos'altro che non mi sovviene.
Praticamente Rodari = scuole elementari. Stupendo.
nexstar
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:42
...mi sto commuovendo :rip

ho sempre pensato di essere l'unico pirla in Italia che lo conosceva...
djufo
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:46
Ma come l'unico?
Rodari è IL favoliere per ragazzi.
Bud-
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:49
Gip nel televisore e altre storie in orbita!
Me lo fecero leggere alle elementari, bellissimo!!! O_O

Oltre ad altre storie sulle varie antologie.
Mi pare di ricordarne una su una macchina di gomma e un'altra su un tizio che entra in un bar e trova un barista lentissimo ed un cliente che gira il cappuccino col cucchiaino all'infinito...non sono certo al 100% che fosse sua pero'.
Che ricordi..
nexstar
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:50
Re:
djufo, 21/10/2009 14.46:

Ma come l'unico?
Rodari è IL favoliere per ragazzi.




beh in passato in altre conversazioni con gente appassionata di lettura nessuno lo conosceva e pensavo che essendo un autore del passato e per l'infanzia era difficile non solo che in molti lo conoscessero ma soprattutto che l'apprezzassero
Bud-
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:56
Re: Re:
nexstar, 21/10/2009 14.50:




beh in passato in altre conversazioni con gente appassionata di lettura nessuno lo conosceva e pensavo che essendo un autore del passato e per l'infanzia era difficile non solo che in molti lo conoscessero ma soprattutto che l'apprezzassero



Be', chi non lo ha conosceiuto da bambino dovrebbe aggiornarsi [SM=g1890989]


nexstar
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:58
vi ho mai detto che sono orgoglioso di essere su questo forum e conoscere gente come voi?
Bud-
00mercoledì 21 ottobre 2009 14:59
Re:
nexstar, 21/10/2009 14.58:

vi ho mai detto che sono orgoglioso di essere su questo forum e conoscere gente come voi?




Si, e sto pensando di provare a trarre un guadagno monetario da questo tuo sentimento. :>
nexstar
00mercoledì 21 ottobre 2009 15:01
mandami il codice IBAN in PM insieme alla cifra per il bonifico

mio disinteressato amico
edward mass
00mercoledì 21 ottobre 2009 15:02
Re: Re: Re:
Bud-, 21/10/2009 14.56:



Be', chi non lo ha conosceiuto da bambino dovrebbe aggiornarsi [SM=g1890989]





ma soprattutto vergUognarsi per la lacuna... [SM=x53138]


Bud-
00mercoledì 21 ottobre 2009 15:04
Re: Re: Re: Re:
edward mass, 21/10/2009 15.02:



ma soprattutto vergUognarsi per la lacuna... [SM=x53138]






certe lacune vengono dalla scuola figliuolo.
edward mass
00mercoledì 21 ottobre 2009 15:19
Re: Re: Re: Re: Re:
Bud-, 21/10/2009 15.04:




certe lacune vengono dalla scuola figliuolo.



pensa a come stanno messi oggi... [SM=g1823577]


Viki-07
00mercoledì 21 ottobre 2009 15:37
rileggo sempre con piacere "il libro degli errori" e "novelle scritte a macchina".per erti versi secondo me rodari è stato un genio.
Viki-07
00mercoledì 21 ottobre 2009 15:43
questo è il libro che il mio papà mi leggeva prima di andare a ninne.
spero di poterlo un giorno leggere anche io.

Oxido
00mercoledì 21 ottobre 2009 15:59
al massimo lo leggerai a buddo
reika77
00mercoledì 21 ottobre 2009 16:00
Rodari è e rimarrà un grande :) , stimatissimo da noi insegnanti e molto apprezzato dai bambini..pedagogo, giornalista, scrittore, premio Andersen..+ di così :)
Per chi ha famigliola e anche per chi non ce l'ha vorrei segnalarvi il parco Rodari ad Omegna,sul lago d'Orta,posto splendido a dir poco e molto ma molto interessante. www.rodariparcofantasia.it
Bud-
00mercoledì 21 ottobre 2009 16:16
Re:
Oxido, 21/10/2009 15.59:

al massimo lo leggerai a buddo




ngheeeee' [SM=x53082]
nexstar
00mercoledì 21 ottobre 2009 17:18
Re:
Viki-07, 21/10/2009 15.37:

rileggo sempre con piacere "il libro degli errori" e "novelle scritte a macchina".per erti versi secondo me rodari è stato un genio.




da quando conosco mirco le varie novelle ambientate a roma hanno come voce narrante dei personaggi quella sua:rip
in particolar modo quella dell'interrogatorio di classe ambientata nell'antica roma [SM=j1584446]
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