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Il boom della saggistica su anime e manga

Ultimo Aggiornamento: 22/11/2011 14:41
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Città: MILANO
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04/09/2011 21:13

Brevi considerazioni su una crescita costante, e inarrestabile?
Dando un'occhiata alla mia libreria (quella reale, non quella virtuale) mi son reso conto di quanti saggi su anime e manga vengono ormai pubblicati (e ovviamente il costo relativo [SM=x53144] ).

Sono passati i tempi in cui questa era una tematica sconosciuta, ed un libro pareva una perla rara, tipo "Guida al cinema d'animazione giapponese" della Granata Press.
Certo, con l'aumento delle pubblicazioni non sempre il valore dell'opera e dei suoi contenuti rimangono validi, però, per me, vale sempre il concetto che è meglio l'abbondanza.
Con tanti libri si può anche scegliere quello che ci pare più interessante, oppure può capitare che venga pubblicato quel saggio che soddisfa espressamente una nostra curiosità, riguardo ad un autore o ad un genere.

Questo implica anche che ormai l'argomento anime e manga sia abbastanza sdoganato, perchè a fianco a titoli meno impegnativi o dal taglio nostalgico ci sono saggi molto complessi e dal respiro internazionale, come "Il drago e la saetta" di Marco Pellitteri che è stato tradotto in inglese.


Le case editrici, oltre ad aver fiutato l'affare, dedicano le proprie energie a collane a tema, come la Iacobelli e la Tunuè, generando, a mio avviso, un circolo virtuoso della professionalità delle fonti e dei concetti espressi.
Libri poco attendibili o dalla pubblicazione affrettata, con contenuti scarsi, sono pubblicati ancora, però questi vengono più facilmente individuati e messi all'indice dalla critica grazie agli altri saggi più professionali.
Un libro come "Nipponcartoon" credo che oggi non sarebbe più pubblicabile, visti i numerosi errori ivi contenuti.

Ovviamente non sono tutte rose e fiori, alcune case editrici sembrano farsi prendere la mano dalla frenesia di pubblicare a tutti i costi, anche quando i contenuti del saggio non sono eccelsi o addirittura scarsi.
Oppure sono le stesse case editrici a pubblicare in formati che sviliscono la parte scritta, come la Iacobelli con le sue 2 collane "I love anime" e "Japan Files".

Rimangono gli autori che, grazie a questo boom, oltre a fare qualche soldino (spero), si sono creati una professionalità che ha influenzato, secondo me, anche il panorama culturale generale.
Dai quotidiani, che non scrivono più articoli sui cartoni jappo che fanno diventare i maschi delle femminucce, alle televisioni, che non fanno più scempio delle serie tv.

Ed è anche grazie a questi autori, e alla loro opera divulgativa, se possiamo vedere o leggere opere adattate in maniera rispettosa dell'originale, o almeno che il tentativo di adattare bene viene tentato, magari non sempre centrato.

I nostri coetanei, cresciuti come noi a pane e cartoni animati giapponesi, ora sono (e si spera saranno sempre più) incaricati di prendere quelle decisioni che in passato erano prese da persone che disprezzavano l'animazione giapponese, oppure la consideravo poco meritevole di rispetto (come i dirigenti Fininvest/Mediaset che facevano scempi delle serie tv).

Mi chiedo, però, se questo boom, che dura circa dal 2005, potrà continuare. Sempre è capitato che ad una crescita di interesse su un argomento segua un calo repentino.
Anche perchè la tematica saggistica su anime e manga, se non vedrà un qualche rinnovamento, rischia di veder scritti libri un po' tutti uguali ai precedenti.
Un libro su Miyazaki è un piacere a leggersi, 5 libri (per ora siamo solo a 3) su Miyazaki diventano, giocoforza, ripetitivi.

Dal 1991 ad oggi sono stati pubblicati circa 99 [aggiornato al 22/10/11] titoli (scrivo "circa" perchè magari me ne sono sfuggiti un paio, magari) espressamente dedicati al fenomeno anime e manga, è esclusa, ovviamente la saggistica sociologica sul Giappone o la tematica storica etc.
Solo libri che hanno a che fare con anime e manga, quindi dalle analisi sociologiche al collezionismo, dalle biografie agli index.

Riporto un tabella esplicativa aggiornata al 22/12/2011 (dopo l'uscita di 3 libri)




La colonna in giallo rappresenta il numero di libri pubblicati in quell'anno.
La riga in verde sono gli anni, ovviamente gli anni non presenti non hanno visto nessuna pubblicazione.


[Modificato da La Visione 22/11/2011 14:35]
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05/09/2011 10:01

Stranamente sembra che la saqggistica non vada di pari passo con l'interesse che vedo su internet.
Probabilmente e' una sensazione non oggettiva, ma comunque mi sembra che l'interessa sia un po' venuto meno rispetto a qualche anno fa, quindi mi sorprende che nel 2009/2010 abbiano sfornato 28 saggi di questo tipo!
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05/09/2011 11:27

Re:
Bud-, 05/09/2011 10.01:

Stranamente sembra che la saqggistica non vada di pari passo con l'interesse che vedo su internet.
Probabilmente e' una sensazione non oggettiva, ma comunque mi sembra che l'interessa sia un po' venuto meno rispetto a qualche anno fa, quindi mi sorprende che nel 2009/2010 abbiano sfornato 28 saggi di questo tipo!



C'è da dire che il picco di 14 titoli degli anni 2009 e 2010 sono dovuti alla Iacobelli con le sue 2 collane "I Love Anime" e "Japan Files", e nel solo corrente 2011 ha già contribuito con 4 titoli su 7.

Può anche essere che i 2 mezzi di divulgazione, saggistica e web, abbiano fruitori differenti, similari, ma diversi. Oppure che un libro sia ancora considerato un approfondimento che il web non può dare, quindi il calo di interesse sul web è compensato dalla lettura specifica di saggi.

Nel primo post non ho specificato che il numero dei libri del 2011 è fino, ovviamente, ad oggi. Infatti deve uscire un altro libro prossimamente, quindi saremmo virtualmente a 8.

Per rendere più chiaro il panorama editoriale ho fatto quest'altra tabella aggiornata al 22/11/2011 (dopo l'uscita di 3 liri):




Balza subito all'occhio, oltre al picco della Iacobelli con 20 titoli, che le grandi case editrici praticamente non pubblicano nulla su anime e manga.
E' un terreno editoriale conquistato dalla piccole case editrici.
Inoltre in pochi casi sono case editrici legate ai manga o agli anime, come la Kappa Edizioni o la Yamato Video.
Nella quasi totalità sono piccole case editrici che non pubblicano manga (la Società Editrice La Torre pubblica qualcosina di autori italiani in stile manga), uno si aspetterebbe che le case editrici interessate all'allargamento del mercato editoriale dei manga pubblichino anche la saggistica relativa, invece no.

Anche la Coniglio Editore pubblica fumetti, ma non manga, se non sbaglio.

I titoli della Yamato Video sono ormai molto vecchi, qualche tempo fa chiesi se avevano intenzione di fare una seconda edizione aggiornata di un paio dei loro index sull'animazione, e mi era stato risposto chiaramente che non ne avevano nessuna intenzione.

La Rock 'n Comics, che era formata da un gruppo di appassionati della prima ora non esiste più, stesso discorso per Granata Press e Musa Edizioni.

La Castelvecchi, che diede la stura alle pubblicazioni saggistiche su anime e manga con "Mazinga Nostalgia" di Marco Pellitteri, è fallita, anche se mi pare che sia rinata.

La Tunuè, dopo un inizio pieno di titoli, ormai ha ridotto la pubblicazione su anime e manga. Da qualche mese è uscito un nuovo titolo, ma erano anni che non ne pubblicavano.




[Modificato da La Visione 22/11/2011 14:36]
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05/09/2011 13:31

A me sembra che gli editori siano arrivati un pò in ritardo rispetto al fenomeno.
Ormai il mondo di anime e manga sta evidentemente seguendo un cambio generazionale. e vedere libri con ancora Goldrake in copertina se devo essere sincero mi fanno un pò tristezza.

Ma se invece di millemila saggi sul fenomeno, gli editori cominciassero a mettere sul mercato degli artbook giapponesi tradotti in italiano (come in rarissimi casi è gia stato fatto), allora ci si occuperebbe davvero del fenomeno in modo più costruttivo.
Però sinceramente di tutti questi saggi, ho il sospetto che gran parte siano assolutamente trascurabili.
Lontano dall'Impero? MAI.
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ArrukkiaADMIN
05/09/2011 20:25

Non sono molto esperto di saggistica, diciamo che mi sono sempre limitato a speciali o dossier, tipo appunto quelli targati Rock'n'Comics, ComicsLab o Ed. Lo Vecchio. Ad ogni modo trovo che l'archivio pressochè infinito che mette a disposizione internet, renda un saggio poco appetibile.
C'è da dire che il saggio ha dalla sua una maggior affidabilità di contenuti, visto che si presume essere scritto da persone competenti e preparate; certo è che se questa prerogativa viene meno..


"..do you still live in angry days?"
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06/09/2011 00:07

Re:
djufo, 05/09/2011 13.31:

A me sembra che gli editori siano arrivati un pò in ritardo rispetto al fenomeno.
Ormai il mondo di anime e manga sta evidentemente seguendo un cambio generazionale. e vedere libri con ancora Goldrake in copertina se devo essere sincero mi fanno un pò tristezza.

Ma se invece di millemila saggi sul fenomeno, gli editori cominciassero a mettere sul mercato degli artbook giapponesi tradotti in italiano (come in rarissimi casi è gia stato fatto), allora ci si occuperebbe davvero del fenomeno in modo più costruttivo.
Però sinceramente di tutti questi saggi, ho il sospetto che gran parte siano assolutamente trascurabili.



Esprimere un gudizio così negativo su un saggio assai complesso di più di 600 pagine solo perchè sulla copertina c'è Goldrake è abbastanza superficiale, bisognerebbe almeno leggerlo, no?
Penso sarebbe il minimo, dopo averlo letto uno potrebbe affermare se lo considera utile o meno.
Oppure basterebbe vedere che la copertina che ho postato è della versione in inglese del libro (primo saggio italiano sul tema tradotto in inglese, non era mai capitato), mentre in quella in italiano non c'è Goldrake, quindi il libro diventerebbe valido? [SM=x53114]




Che nesso c'è tra un art book ed un saggio? Non vedo il senso del paragone, allora potrebbero anche pubblicare gli album di figurine oppure i trasferelli, un saggio, però, è un'altra cosa.
Un art book lo sfogli e lo guardi, lo ammiri, ma quale approfondimneto ti lascia? Quale comprensione del fenomeno indaga? Quale tendenza per il futuro rivela? Quali errori del passato spiega?

Rispondo anche a Rukkio.

Le info su internet mancano di una bibliografia e di un controllo delle fonti. Errori ce ne sono anche nei libri, sia chiaro (ne ho trovati molti, e i più macroscopici li segnalo nelle rece), ma sul web scrive chiunque, e non c'è possibilità di riscontrarne l'attendibilità.
Inoltre pare che dimentichiate una cosa importante, i siti sul web non sono eterni. Sarà capitato anche a voi di memorizzare un link di un sito su anime e manga che trovavate valido dal punto informativo, magari quelli monotematici, dopo qualche anno ci tornate, perchè avete un dubbio, e non trovate più nulla.
Un libro rimane, con la sua bella bibbliografia finale e la citazione delle fonti.

Se si nega l'importanza della saggistica su anime e manga (la nostra passione) si relega la nostra passione ad una cosa per bambini.
Senza nessun valore culturale...
Dico, sono basito... e un po' inorrodito.
In Giappone e nei paesi anglosassoni di saggistica su anime e manga ce ne è a tonnellate, e da anni.
In Giappone gli anime e i manga sono un valore culturale importante, continuamente analizzato in saggi e studi universitari.
Ci sono studiosi americani importanti che pubblicano saggi su anime e manga.
Se voi aveste letto "Il drago e la saetta" potreste leggere la bibliografia finale, e vedreste che i saggi stranieri citati sono una quantità enorme.

Come ho scritto sopra è ovvio che con tanti titoli ci siano sia delle ripetizioni (ed in questo gli autori e le case editrici divrebbe stare attenti a pubblicare saggi su aspetti ancora non toccati) che saggi scarsi, ma questo non mette in dubbio l'utilità indagatrice di un saggio.
Un fenomeno va analizzato per capirlo, ed il web non fa questa cosa, da solo una valanga di info, così tante info che non ci si fa nulla. E' necessario che persone con le giuste cognizioni in vari campi mettano assieme queste informazioni e ne traggano delle considerazioni.

Certo che, se proprio gli appassionati partono con dei preconcetti così granitici su dei libri che cercano di indagare o dare informazioni sulla nostra passione, mi viene il dubbio che le case editrici smetteranno presto di pubblicare saggi...



[Modificato da La Visione 06/09/2011 00:09]
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06/09/2011 00:21

Aggiungo.

Una delle saggiste/studiose anglosassoni (non so se è statunitense o inglese) che più spesso viene citata nei saggi di analsi su manga e anime (che non sono la monografia su Lady Oscar) è Sharon Kinsella.

Qui c'è il suo sito con i saggi pubblicati:

Clicca


Diciamo anche a lei che la saggistica è inutile? [SM=x53114]
[Modificato da La Visione 06/09/2011 00:22]
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06/09/2011 03:12

Re: Re:
La Visione, 06/09/2011 00.07:



Esprimere un gudizio così negativo su un saggio assai complesso di più di 600 pagine solo perchè sulla copertina c'è Goldrake è abbastanza superficiale, bisognerebbe almeno leggerlo, no?
Penso sarebbe il minimo, dopo averlo letto uno potrebbe affermare se lo considera utile o meno.
Oppure basterebbe vedere che la copertina che ho postato è della versione in inglese del libro (primo saggio italiano sul tema tradotto in inglese, non era mai capitato), mentre in quella in italiano non c'è Goldrake, quindi il libro diventerebbe valido? [SM=x53114]








Minchia come parti in quarta. Non si può mai dire niente con te. [SM=x53101]

Calma...calma...

1)NON HO ESPRESSO GIUDIZI SUL LIBRO.
Ho solo detto che vedere ancora oggi Goldrake in copertina nelle recenti pubblicazioni, mi fa un filino tristezza. COME SCELTA GRAFICA.

Mi sono spiegato meglio ora?


La Visione, 06/09/2011 00.07:

Che nesso c'è tra un art book ed un saggio? Non vedo il senso del paragone, allora potrebbero anche pubblicare gli album di figurine oppure i trasferelli, un saggio, però, è un'altra cosa.
Un art book lo sfogli e lo guardi, lo ammiri, ma quale approfondimneto ti lascia? Quale comprensione del fenomeno indaga? Quale tendenza per il futuro rivela? Quali errori del passato spiega?



Il nesso c'è laddove si stanno espandendo sempre di più le pubblicazioni di "saggi" sull'animazione giapponese.
Quando l'animazione giapponese è molto più interessante VEDERLA e magari documentarsi tramite interviste e documenti ufficiali riguardanti gli staff di produzione.
Le opinioni di tizio e caio, le catalogazioni, possono anche essere interessanti, ma nei tempi di internet meritano l'acquisto solo le pubblicazioni in questo ambito fatte VERAMENTE BENE. Troppi sono gli appassionati, nonchè gli editori, improvvisati nello scrivere questi saggi.
Siamo ubriachi di questi saggi, dei quali non sto discutendo in assoluto la qualità, ma soprattutto mi lascia perplesso la smisurata quantità a scoppio ritardato. Sì ok, il libro, figo, interessante, culturale, W gli anime!! ...ma ora gradirei visionare il materiale originale del quale trattano e dal quale traggono le informazioni, intendo gli artbook (e con questa parola comprendo anche Roman Album, Bibles, e le varie pubblicazioni ufficiali giapponesi).

Chiaramente escludo da questo discorso i saggi che trattano di analisi sociali, molto più interessanti e giustificabili.

Questo è il mio punto di vista personale di appassionato.



[Modificato da djufo 06/09/2011 03:24]
Lontano dall'Impero? MAI.
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06/09/2011 21:22

Re: Re: Re:
djufo, 06/09/2011 03.12:



Il nesso c'è laddove si stanno espandendo sempre di più le pubblicazioni di "saggi" sull'animazione giapponese.
Quando l'animazione giapponese è molto più interessante VEDERLA e magari documentarsi tramite interviste e documenti ufficiali riguardanti gli staff di produzione.
Le opinioni di tizio e caio, le catalogazioni, possono anche essere interessanti, ma nei tempi di internet meritano l'acquisto solo le pubblicazioni in questo ambito fatte VERAMENTE BENE. Troppi sono gli appassionati, nonchè gli editori, improvvisati nello scrivere questi saggi.
Siamo ubriachi di questi saggi, dei quali non sto discutendo in assoluto la qualità, ma soprattutto mi lascia perplesso la smisurata quantità a scoppio ritardato. Sì ok, il libro, figo, interessante, culturale, W gli anime!! ...ma ora gradirei visionare il materiale originale del quale trattano e dal quale traggono le informazioni, intendo gli artbook (e con questa parola comprendo anche Roman Album, Bibles, e le varie pubblicazioni ufficiali giapponesi).

Chiaramente escludo da questo discorso i saggi che trattano di analisi sociali, molto più interessanti e giustificabili.

Questo è il mio punto di vista personale di appassionato.






Sei ubriaco di questi saggi?!
Ma se non ci fossi io a postare le rece, di quanti saggi su anime e manga saresti a conoscenza?
Di tutti? Dubito, forse di quelli che passano nelle fumetterie, e dipende se le fumetterie che tu frequenti sono interessate a questi libri, perchè altrimenti manco lì si trovano.
Dipende se sei un assiduo frequentatore di librerie, perchè molti di questi saggi su anime e manga nelle fumetterie manco arrivano, ed io fatico molto a trovarli pure nelle librerie più fornite di Milano (dico Milano, non il paesino sperduto), proprio perchè sono pubblicati da piccole case editrici, con i relativi grossi problemi di distribuzione.

Noto che fai una distinzione tra saggi su anime e manga e saggi sociologici, ritengo che sia un grande errore. Perchè le due tematiche sono fuse. I manga e gli anime traggono spunto dalla società giapponese (specialmente quelli ambientati nella società "reale" presente o passata) e, contemporaneamente, influenzano le sottoculture giovanili che danno altri spunti alla creazioni di nuovi filoni di anime e manga.
Non si possono scindere i 2 fenomeni, uno dei 2 non è più di valore dell'altro.

Per esempio, se si parla di Nana o di Maison Ikkoku, non si può che parlare della società giapponese, attuale per Nana e degli anni 80 per Maiosn Ikkoku.

Infatti, se ne avessi letto qualcuno di quelli più seri (nel senso di più elaborati), ti saresti accorto che trattano certo di manga ed anime, ma anche della società giapponese.

Stante che rimane sempre la differenza tra il saggio scritto bene, con fonti e bibliografia ben esposta, e il saggio artigianale e/o nostalgico.

Tu vorresti il materiale originale.
Le piccole case editrici che sopra ho elencato probabilmente non hanno il know-how per stampare un art book o tradurre un roman album. Un art book è composto da immagini, che è diverso che pubblicare un libro scritto.
Infatti nei saggi le immagini sono, di solito, rare (a parte la Iacobelli... e sono immagini a colori ma non di grande qualità) e, comunque, sempre di qualità bassa e in bianco e nero.
Un art book necessita di immagini belle, che, probabilmente (non sono un esperto di editoria), necessitano di un processo differente, non facilmente disponibile (specialmente per i costi) per una piccola casa editrice.
Per i roman album il discorso, secondo me, è ancora più impossibile da affrontare per una delle piccole case editrici sopra esposte, oltre alle immagini (sempre presenti nei roman album) ci sono le traduzioni dei testi giapponesi (non inglese, giapponese) e l'inversione del senso delle pagine.

Senza contare che per gli art book sarebbe necessario, penso, acquisirne i diritti, non credo che abbiano i fondi necessari.

Non per nulla, in Giappone, gli art book e i roman album sono pubblicati dalle stesse case editrici che pubblicano i manga, perchè hanno già tutte le tecnologie disponibili.
Dovrebero farlo anche in Italia, e, se hai letto la mia seconda tabella, avrai notato che non c'è neppure una casa editice che pubblica manga jappo.

Per tutti questi motivi, oltre al discorso fatto sopra sull'indispensabilità dell'approfondimento, ritengo i 2 settori (saggi e art book/roman album) senza nessun nesso.

Quello che mi ha impressionato è che entrambi (tu e Rukkio, anche se con sfumature differenti) dubitiate dell'approfondimento saggistico, e lo riteniate ormai superfluo, ben supportato dal web.

Tutti i luoghi comuni negativi sui manga e sugli anime sono stati sconfitti grazie all'approfondimento, che ha permesso di capire il perchè di tanti aspetti "strani" di manga e anime.
Ne cito alcuni per rinfrescare le idee:
Gli occhioni, la violenza, il sesso, la quasi assenza di dialoghi nei manga, la qualità bassa (dei primi anime) dell'animazione nipponica rispetto a quella di Walt Disney etc

Se non ci fossero state persone con passione si, ma anche conoscenze universitarie varie, questi temi non sarebbero stati analizzati e capiti.

Ok, un libro che mi spiega per l'ennesima volta il perchè dello scarso numero di fotogrammi (quindi di fluidità) nei primi anime è ormai superfluo (infatti penso che le case editrici e gli autori dovrebbero puntare anche su aspetti non ancora valutati), ma i manga e gli anime sono in continuo mutamento, altri aspetti potranno essere spiegati.
Sempre che, ovviamente, si sia interessati a conoscerli (non è obbligatorio), perchè se si mette contrapposizione un saggio con un art book ("fate meno saggi e più art book") penso che non si sia molto interessati a priori a leggere il saggio.

Ovviamente il tutto va valutato sul come ci si accosta ad una passione, tutte sono legittime.

Personalmente, tanto per fare un esempio concreto, se apprezzo Isao Takahata, non posso esimermi dal leggere la stupenda biografia "The art of emotion", perchè io voglio cercare di capire cosa Takahata vuole cercare di trasmetterci e in che modo.
E questo, dato che non sono un genio, lo posso capire solo con l'aiuto di un approfondimento fatto da chi ha le conoscenze per spiegarmelo.
Poi il libro lo riterrò tanto bello quanto sarò riuscito ad avvicinarmi al messaggio di Takahata.
Però serve qualcuno che lo analizzi il cinema di Takahata, lo fa il web? Si, un po, ma non come lo fa un libro.
Il web è un approfondimento mordi e fuggi, valido per avere dati, qualche curiosità, ma non lo si può paragonare ad uno sforzo saggistico.


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06/09/2011 22:00

Re: Re: Re: Re:
La Visione, 06/09/2011 21.22:



Sei ubriaco di questi saggi?!
Ma se non ci fossi io a postare le rece, di quanti saggi su anime e manga saresti a conoscenza?
Di tutti? Dubito, forse di quelli che passano nelle fumetterie, e dipende se le fumetterie che tu frequenti sono interessate a questi libri, perchè altrimenti manco lì si trovano.
Dipende se sei un assiduo frequentatore di librerie, perchè molti di questi saggi su anime e manga nelle fumetterie manco arrivano, ed io fatico molto a trovarli pure nelle librerie più fornite di Milano (dico Milano, non il paesino sperduto), proprio perchè sono pubblicati da piccole case editrici, con i relativi grossi problemi di distribuzione.




Non ho mai messo in dubbio l'utilità del tuo "servizio" e il tuo impegno nella ricerca continua di questi libri. Anzi, ti stimo molto per questo.


La Visione, 06/09/2011 21.22:


Noto che fai una distinzione tra saggi su anime e manga e saggi sociologici, ritengo che sia un grande errore. Perchè le due tematiche sono fuse. I manga e gli anime traggono spunto dalla società giapponese (specialmente quelli ambientati nella società "reale" presente o passata) e, contemporaneamente, influenzano le sottoculture giovanili che danno altri spunti alla creazioni di nuovi filoni di anime e manga.
Non si possono scindere i 2 fenomeni, uno dei 2 non è più di valore dell'altro.

Per esempio, se si parla di Nana o di Maison Ikkoku, non si può che parlare della società giapponese, attuale per Nana e degli anni 80 per Maiosn Ikkoku.

Infatti, se ne avessi letto qualcuno di quelli più seri (nel senso di più elaborati), ti saresti accorto che trattano certo di manga ed anime, ma anche della società giapponese.

Stante che rimane sempre la differenza tra il saggio scritto bene, con fonti e bibliografia ben esposta, e il saggio artigianale e/o nostalgico.



No, aspetta, non ci siamo capiti.

I saggi che approfondiscono aspetti sociali tramite l'analisi di determinati manga/anime, mi stanno assolutamente bene.
E' una cosa molto intelligente, quando ben fatta (es. proprio il libro che mette a confronto Nana e Maison Ikkoku in quanto appartenenti a 2 realtà sociali diverse, lo trovo un approccio molto interessante e che vorrei leggere).
Ce ne sono alcuni molto approfonditi e interessantissimi anche per un appassionato navigato, come quello di Rumor su Takahata, o quelli di Pellitteri e di Montosi.

Quanto all'ubriacatura di saggi sugli anime mi riferivo soprattutto ai libri tipo la collana I Love Japan, che alla fine si comprano più per "collezione" che per effettiva utilità degli stessi.
Ne stanno uscendo troppi, ultimamente, e non sono certamente più "utili" e fatti meglio di un artbook o di una bible ufficiali.


La Visione, 06/09/2011 21.22:


Tu vorresti il materiale originale.
Le piccole case editrici che sopra ho elencato probabilmente non hanno il know-how per stampare un art book o tradurre un roman album. Un art book è composto da immagini, che è diverso che pubblicare un libro scritto.
Infatti nei saggi le immagini sono, di solito, rare (a parte la Iacobelli... e sono immagini a colori ma non di grande qualità) e, comunque, sempre di qualità bassa e in bianco e nero.
Un art book necessita di immagini belle, che, probabilmente (non sono un esperto di editoria), necessitano di un processo differente, non facilmente disponibile (specialmente per i costi) per una piccola casa editrice.
Per i roman album il discorso, secondo me, è ancora più impossibile da affrontare per una delle piccole case editrici sopra esposte, oltre alle immagini (sempre presenti nei roman album) ci sono le traduzioni dei testi giapponesi (non inglese, giapponese) e l'inversione del senso delle pagine.

Senza contare che per gli art book sarebbe necessario, penso, acquisirne i diritti, non credo che abbiano i fondi necessari.

Non per nulla, in Giappone, gli art book e i roman album sono pubblicati dalle stesse case editrici che pubblicano i manga, perchè hanno già tutte le tecnologie disponibili.
Dovrebero farlo anche in Italia, e, se hai letto la mia seconda tabella, avrai notato che non c'è neppure una casa editice che pubblica manga jappo.

Per tutti questi motivi, oltre al discorso fatto sopra sull'indispensabilità dell'approfondimento, ritengo i 2 settori (saggi e art book/roman album) senza nessun nesso.



Il nesso c'è eccome, e si chiama "interesse personale dell'appassionato".

So benissimo che per una casa editrice relativamente piccola sia praticamente impossibile accollarsi costi di diritti e di traduzione di artbooks e similari giapponesi. Se la stessa difficoltà ce li hanno li editori che si occupano proprio di anime e manga...
Però da appassionato ribadisco che sarei molto ma molto più ben disposto a spendere soldi per quei prodotti, piuttosto che per i millemila saggi che escono sugli anime/manga.
Oh, vuole dire che avrò esigenze diverse dalle tue.


La Visione, 06/09/2011 21.22:


Quello che mi ha impressionato è che entrambi (tu e Rukkio, anche se con sfumature differenti) dubitiate dell'approfondimento saggistico, e lo riteniate ormai superfluo, ben supportato dal web.

Tutti i luoghi comuni negativi sui manga e sugli anime sono stati sconfitti grazie all'approfondimento, che ha permesso di capire il perchè di tanti aspetti "strani" di manga e anime.
Ne cito alcuni per rinfrescare le idee:
Gli occhioni, la violenza, il sesso, la quasi assenza di dialoghi nei manga, la qualità bassa (dei primi anime) dell'animazione nipponica rispetto a quella di Walt Disney etc

Se non ci fossero state persone con passione si, ma anche conoscenze universitarie varie, questi temi non sarebbero stati analizzati e capiti.

Ok, un libro che mi spiega per l'ennesima volta il perchè dello scarso numero di fotogrammi (quindi di fluidità) nei primi anime è ormai superfluo (infatti penso che le case editrici e gli autori dovrebbero puntare anche su aspetti non ancora valutati), ma i manga e gli anime sono in continuo mutamento, altri aspetti potranno essere spiegati.
Sempre che, ovviamente, si sia interessati a conoscerli (non è obbligatorio), perchè se si mette contrapposizione un saggio con un art book ("fate meno saggi e più art book") penso che non si sia molto interessati a priori a leggere il saggio.

Ovviamente il tutto va valutato sul come ci si accosta ad una passione, tutte sono legittime.

Personalmente, tanto per fare un esempio concreto, se apprezzo Isao Takahata, non posso esimermi dal leggere la stupenda biografia "The art of emotion", perchè io voglio cercare di capire cosa Takahata vuole cercare di trasmetterci e in che modo.
E questo, dato che non sono un genio, lo posso capire solo con l'aiuto di un approfondimento fatto da chi ha le conoscenze per spiegarmelo.
Poi il libro lo riterrò tanto bello quanto sarò riuscito ad avvicinarmi al messaggio di Takahata.
Però serve qualcuno che lo analizzi il cinema di Takahata, lo fa il web? Si, un po, ma non come lo fa un libro.
Il web è un approfondimento mordi e fuggi, valido per avere dati, qualche curiosità, ma non lo si può paragonare ad uno sforzo saggistico.





E grazie al piffero, hai citato come esempio proprio uno dei migliori libri che c'è sull'argomento!
Ma permettimi di dubitare che una simile qualità e approfondimento siano presenti nel 90% di queste pubblicazioni.




[Modificato da djufo 06/09/2011 22:01]
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Re: Re: Re: Re: Re:
djufo, 06/09/2011 22.00:



E grazie al piffero, hai citato come esempio proprio uno dei migliori libri che c'è sull'argomento!
Ma permettimi di dubitare che una simile qualità e approfondimento siano presenti nel 90% di queste pubblicazioni.







Non ho messo in dubbio che tu mettessi in dubbio l'utilità delle mie rece.
Volevo evidenziare che ti accorgi che ci sono tanti saggio solo perchè io ne posto le rece, altrimenti non li troveresti nelle fumetterie, se poi non frequenti le librerie (in cui spesso non ci sono, tanto che li devo espressamente ordinare) manco ti accorgeresti che siano stati pubblicati.
Ergo non potresti parlare di ubriacatura, per il solo fatto che non saresti a conoscenza della loor pubblicazione.

Ma quasi tutti i saggi non si limitano alle solo info nozionistiche, questi che lo fanno sono una minoranza ormai. E nelle uscite della Iacobelli molti fanno anche approfondimento, non tutti, anche per il poco spazio dato dall'editore, che preferisce riempire le pagine di immagini (brutte) invece che di contenuti...

Ma la scelta tra saggi su anime e manga versus art book e roman album non ha senso, in quanto le 2 pubblicazioni non sono paragonabili.

Da quello che ho intuito non sei un gran lettore di saggistica in generale, quindi preferirai sempre un art book, mentre io un saggio.

Dovrebbero essere le case editrici che pubblicano manga in Italia a dare alle stampe gli art book e i roman album (a questi ultimi sarei anche interessato), non le case editrici che in Italia pubblicano saggistica su anime e manga, che son tutti piccole.
Se queste non pubblicassero più saggi perchè ritenuti, erroneamente, troppo numerosi non avremmo di contro un numero maggiore di pubblicazioni di art book, ma solo un minor numero di saggi.
Quindi nessun art book in più e tanti saggi in meno, che vantaggio sarebbe?

In base a cosa individui il 90% della saggistica come non di valore tanto quanto "The art of emotion"?
Una statistica?
Li hai letti?
Un numero a caso?
E' fin troppo facile rispondere che se non li si è letti non si possono giudicare, si possono valutare indirettamente tramite le mie rece, ma sono sempre miei punti di vista.
I titoli validi sono tanti, leggendo le mie rece si può capire quali ritengo validi e quali no.



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Ho fatto copia ed incolla dell'indice dei titoli, ne darò un giudizo sommario sul loro valore di approfondimento, così vediamo quanti titoli sono validi, ovviamente vado a memoria e la cosa è poco ponderata, solo indicativa e passibile di ripensamento.

In rosso quelli che mi hano dato una maggiore conoscenza, il che non vuol dire che gli altri siano brutti, Anime University è bello, ma non da un approfondimento:


All’ombra del Fuji-Yama, l’anima degli anime

Anime, cartoni con l’anima

Anime, storia dell’animazione giapponese 1984-2007

Anime in guerra, guerra e pace nell'animazione giapponese degli anni '70

Anime University, l’improbabile scienza dei cartoni animati giapponesi

Animeland, viaggio tra i cartoni made in Japan

Carta e ossa, dalle pagine di un fumetto ai fotogrammi di una pellicola

Con gli occhi a mandorla, sguardi sul Giappone dei cartoon e dei fumetti

Conoscere l’animazione, forme, linguaggi e pedagogie del cinema animato per ragazzi

Cuore e Acciaio, estetica dell’animazione giapponese

Da Goldrake a Dragonball, viaggio tra i fumetti e i disegni animati giapponesi

Da Maison Ikkoku a NANA, mutamenti culturali e dinamiche sociali in Giappone tra gli anni 80 e il 2000

Generazione Goldrake

Hayao Miyazaki, il dio dell’anime

Hayao Miyazaki, le insospettabili contraddizioni di un cantastorie


I Robottoni, dalle corna di Go Nagai

Il drago e la saetta, modelli, strategie dell’animazione giapponese

Il grande libro dei cartoni&tv, entra nel mondo degli anime

L’incanto del mondo, il cinema di Miyazaki Hayao

Le anime disegnate

Manga Academica vol. 1, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese

Manga Academica vol. 2, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese

Manga Academica vol. 3, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese


Mazinga nostalgia, storia valori e linguaggi della Goldrake-generation 1978-199 (TERZA ED.)

Nipponcartoon, immagini, miti, strategie

Oshii Mamoru, le affinità sotto il guscio

Robot, fenomenologia dei giganti di ferro giapponesi

Satoshi Kon, il cinema attraverso lo specchio

Super Robot Anime, eroi e robot da Mazinga Z a Evangelion

The art of emotion, il cinema d’animazione di Isao Takahata

Ufo Robot Goldrake, storia di un eroe nell’Italia degli anni ottanta

Vite Animate, i manga e gli anime come esperienza di vita

Yattaman, Calendarman e le altre Time Bokan



MANGA

A-Z Manga, guida al fumetto giapponese

Carta e ossa, dalle pagine di un fumetto ai fotogrammi di una pellicola

Come bambole, il fumetto giapponese per ragazze

Con gli occhi a mandorla, sguardi sul Giappone dei cartoon e dei fumetti

Corso manga, guida pratica al fumetto giapponese

Filosofia nei manga, estetica e immaginario nel Giappone contemporaneo


Il fumetto in Giappone dagli anni 70 al 2000

Il mondo dei manga, introduzione al fumetto giapponese

Jiro Taniguchi, il gentiluomo dei manga

Kyoko mon amour, vent'anni di manga giovanile


Manga Academica vol. 1, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese

Manga Academica vol. 2, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese

Manga Academica vol. 3, rivista di studi sul fumetto e sul cinema di animazione giapponese



Manga design

Manga, 60 anni di fumetto giapponese

Manga, immagini dal Giappone contemporaneo

Mangart, forme estetiche e linguaggio del fumetto giapponese

Mille anni di manga

Mondo manga segreto, dal sol levante all'Italia

Osamu Tezuka, l’arte del fumetto giapponese

Shonen Ai, il nuovo immaginario erotico femminile tra Oriente e Occidente


Storia del fumetto giapponese, primo volume e secondo volume

Vite Animate, i manga e gli anime come esperienza di vita




ENCICLOPEDIE

Anime al cinema, storia del cinema d’animazione giapponese dal 1917 al 1995

Anime e manga, alla scoperta del fumetto e dell'animazione giapponese

Anime in tv, storia degli anime prodotti per la televisione

Anime, guida al cinema d’animazione contemporaneo


FA 4, la grande enciclopedia dei Robot – parte prima anni ’70 e ’80

FA 5, la grande enciclopedia dei Robot – parte prima anni ’80 e ’90

FA 6, Science-Fiction

FA 7, Enter the Warrios

FA guida all’animazione nipponica volume 1

FA guida all’animazione nipponica volume 2

Fumetto On Line, guida ai migliori siti internet, personaggi, autori, storia, informazioni

Il dizionario dei cartoni animati

Kodzilla, il re dei Mostri

Manga Impact, il mondo dell'animazione giapponese

The Anime Encyclopedia, revised & expanded edition, a guide to japanese animation since 1917

Yattaman, Calendarman e le altre Time Bokan



BIOGRAFIE

Hayao Miyazaki, il dio dell’anime

Hayao Miyazaki, le insospettabili contraddizioni di un cantastorie



Jiro Taniguchi, il gentiluomo dei manga

L’incanto del mondo, il cinema di Miyazaki Hayao

Osamu Tezuka, il dio del manga


Osamu Tezuka, l’arte del fumetto giapponese

Oshii Mamoru, le affinità sotto il guscio

Satoshi Kon, il cinema attraverso lo specchio

The art of emotion, il cinema d’animazione di Isao Takahata



MONOGRAFIE

Speciali monografici Edizioni Lo Vecchio

Ai Yazawa, il romanticismo di Nana e le altre, volume 4 della collana “Japan Files”

Anna dai capelli rossi, il fascino indiscreto della poesia, volume 11 della collana “I love anime”

Berserk, un guerriero sanguinario nelle Terre di Mezzo, volume 12 della collana “I love anime

Candy Candy, “eravamo tutte innamorate di Terence...” volume 5 “I love anime”

Capitan Harlock, avventure ai confini dell'universo, volume 6 “I love anime”

Con l'aiuto del sole vincerò, Daitarn III e la guerra privata di Haran Banjo

Death Note, uno studente modello e il dio della morte, volume 2 della collana “Japan Files”

Gli Spietati di Takao Saito, Golgo 13. Schegge 3 – Saggistica tascabile

Goldrake, il primo robot non si scorda mai, volume 7 “I love anime”

Heidi, la bambina delle alpi, volume 8 “I love anime”

Hokuto no Ken, Ken il guerriero, volume 3 della collana “Japan Files”

I cavalieri dello zodiaco, espandi il tuo cosmo! Volume 1 “I love anime”

Jeeg Robot, cuore & acciaio, volume 4 “I love anime”

Lady Oscar, amori segreti ed epiche battaglie, volume 3 “I love anime”

Le follie di Nantokanarudesho! Schegge 4 – Saggistica tascabile

Mazinga, da Mazinga Z a Mazinkaiser:l’epopea di un guerriero robot, volume 2 “I love anime”

Mitsuru Adachi, l'espressione del quotidiano, volume 7 della collana “Japan Files”

Mobil Suit Gundam, trent'anni nello spazio, volume 1 della collana “Japan Files”


Naruto, un giovane ninja contro gli spiriti del male, volume 5 della collana “Japan Files”

Riyoko Ikeda, quando lo shojo diventa storia, volume 8 della collana “Japan Files”

Rumiko Takahashi, la regina dei manga, volume 6 della collana “Japan Files”

Sailormoon, la bella ragazza guerriera, volume 9 “I love anime”

Trider G7, robot in tempo di crisi, volume 10 della collana “I love anime”

Ufo Robot Goldrake, storia di un eroe nell’Italia degli anni ottanta

Yattaman, Calendarman e le altre Time Bokan


COLLEZIONISMO

Anime d’Acciaio, guida al collezionismo di robot giapponesi

Anime d’Acciaio Deluxe Edition, guida al collezionismo di robot giapponesi


Gashapon Hunter

Robots, Tin Toy Dream, T, Kitahara Collection

Super #1 Robot, japanes robot toys 1972-1982


COSPLAY

100% Cosplay, avvistato Goku in metropolitana

Alessia in Cosplayland

Cosplay Culture, fenomenologia dei costume players italiani
[Modificato da La Visione 06/09/2011 22:52]
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07/09/2011 01:46

Ti rispondo che sì, invece mi appassionano molto i saggi come genere, e ammetto che la maggiorparte delle pubblicazioni più recenti sull'argomento le sto conoscendo grazie a te, poichè non me ne interesso più direttamente.
Ma me ne interessavo, tempo fa. Ma poi ho cominciato a riscontrare che di diverse pubblicazioni potevo farne anche a meno.
Inoltre la mia passione è mutata, nel frattempo. Ora preferisco molto di più concentrarmi sulla documentazione tramite materiale ufficiale.

Ma, al di là di questo, ti ribadisco per l'ennesima volta che non ho messo in dubbio la qualità di questo o quel volume specifici, non avendoli letti. La mia critica è rivolta al numero eccessivo di queste pubblicazioni.
E, da cultore di animazione, lo riperto, più che leggere varie interpretazioni personali ora preferirei che gli editori cominciassero ad occuparsi di tradurre direttamente le documentazioni ufficiali. In modo che IO possa avere una mia interpretazione personale.
[Modificato da djufo 07/09/2011 03:34]
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12/09/2011 10:20

Ciao a tutti!

Leggevo questa e altre discussioni interessanti anche prima del cordiale invito della Visione a dire la mia circa l'argomento “Italia e saggistica su anime e manga” (così per lo meno lo individuo io) e due considerazioni avrei voluto esporle comunque, ma mi sarebbe sembrato di intrufolarmi... così invece c'ho la giustificazione :-)

(Fra parentesi: sono un membro di questo forum da diverso tempo ma partecipo poco...) [SM=x53180]

Mi sono venute in mente alcune riflessioni sparse.

Art book e roman album
Come è stato detto, sarebbe bello che venissero tradotti, ma ci sono due problemi. Uno è già stato individuato: i costi e le tecniche di realizzazione. Più che altro i costi di stampa e ancor prima di traduzione, perché le tecniche oggi sono facilmente eseguibili, da una buona tipografia. In fondo si tratta sempre e solo di quadricromia con al massimo in alcuni casi qualche effetto particolare per la copertina. E comunque la grafica non dovrebbe essere proprio uguale, visto che il gusto giapponese e quello italiano nel design non coincidono. Ma il problema principale sarebbe tradurre tutti i testi e le didascalie bene. Per far ciò serve un traduttore bravo e pagarlo per il suo lavoro.
C'è un altro problema ed è il pubblico di destinazione. Poco numeroso. Troppo poco numeroso... Realizzare un art book di 150 pagine, in formato quadrato 26 x 26 cm, quadricromatico, con testi in italiano tradotti dal giapponese, su carta patinata di grammatura adeguata, con sovraccoperta lucida... costerebbe al consumatore non meno di 30 euro e avrebbe un punto di pareggio alto. Troppo alto per il numero reale di acquirenti italiani che lo comprerebbero per davvero. Non credo si possa criticare gli editori italiani se non si avventurano su questo terreno che riguarda solo e soltanto gli appassionati più “duri e puri” e che hanno maturato un sostanziale potere d'acquisto per banali questioni anagrafiche. La maggior parte degli appassionati di manga sotto una certa età (diciamo trent'anni) di oggi non hanno questo potere d'acquisto o comunque non vogliono sfruttarlo per questo tipo di prodotti. Anzi la maggior parte non considera più il manga la fonte fondamentale della propria passione o presunta passione per la pop culture giapponese, e in molti casi è più propensa a scambiare con altri lettori i propri volumetti (leggendo in media il triplo o il quadruplo dei manga che possiede personalmente). Il fenomeno delle scanlation, inoltre, sta facendo sì che molti fan possiedano negli hard disk dei loro computer – o che vadano a leggere/sfogliare on-line – decine o centinaia di serie, lette o da leggere, senza che ciò corrisponda, oggi o nel futuro, all'acquisto della serie a stampa. Non ho dati precisi sulle scanlation ma la tendenza è indubbiamente questa, e non solo in Italia.
Una soluzione per gli appassionati di art book e roman album c'è e non passa per il Giappone: ci sono moltissimi libri di questo tipo editi in inglese e francese. Non tutti vertono su autori e opere particolarmente noti o amati in Italia, ma la maggior parte sì, visto che l'Italia ha il primato mondiale di serie, personaggi e autori giapponesi arrivati in una forma o nell'altra nel nostro paese. E l'inglese e il francese sono lingue note o facilmente decifrabili.

Saggistica amatoriale ≠ saggistica divulgativa
Non so se sia solo un'impressione mia, e nel caso mi scuso. Ma mi pare di aver notato nella discussione una sorta di sovrapposizione fra la saggistica amatoriale e la saggistica divulgativa professionale. Senza dubbio esiste una saggistica amatoriale foriera di forti valori-informazione, cioè fanzine o albi speciali che, realizzati con un taglio da fan (entusiastici, nostalgici e quant'altro), contengono grandi quantità di informazioni, dati, testimonianze e immagini prima poco reperibili, scannerizzate a loro volta da materiali originali. È stato così per molte fanzine cartacee degli anni Novanta e Duemila, prima del sopravvento di internet (su cui torno dopo). Molti degli attuali saggisti divulgativi professionali su anime e manga si sono “formati/e” anche su queste fanzine, come lettori e/o come realizzatori.
Tuttavia la saggistica amatoriale, punto di partenza a livello di dati, informazioni, immagini, per una maggiore conoscenza della “materia prima” (serie, opere, biografie degli autori ecc.), oltre ad avere orizzonti estremamente limitati sul piano del discorso analitico, è quasi sempre deficitaria delle fonti, il che non permette ai lettori di ripercorrere in autonomia determinati percorsi di risalita ai materiali di partenza.
Questo, sia chiaro, è spesso un difetto anche della saggistica divulgativa professionale, che è sovente di taglio giornalistico e non si cura ipso facto di ricostruire una genealogia bibliografica di quanto esposto. Per lo meno, non con la precisione della saggistica scientifica (altro punto su cui torno dopo). La saggistica divulgativa, tuttavia, inquadra i fenomeni con maggiore distacco e da una prospettiva più ampia, contribuendo a volte anche in analisi critiche particolarmente approfondite. Naturalmente c'è ottima saggistica amatoriale e cattiva saggistica divulgativa professionale. Per esempio Black Fantasy era una bellissima fanzine in termini di valori-informazione e a volte di analisi critica, invece Ufo Robot Goldrake è un buonissimo libro divulgativo professionale in termini di valori-informazione ma aggiunge poco sul piano dell'analisi critica (ho fatto appositamente un esempio con un libro buono ma non eccelso; avrei potuto farne con altri testi effettivamente pessimi). Le anime disegnate non aggiunge molto sul piano della pura informazione (dati nudi e crudi) ma è un punto altissimo nella saggistica italiana sul tema in fatto di analisi critica e riflessione sui piani pedagogico, estetico, della psicologia degli autori. Nella collana “I ♥ anime”, ogni libro è un caso a sé, visto che non c'era una forte direzione scientifica di collana e gli autori (di livelli diversi) si sono mossi con eccessiva libertà. Alcuni hanno fatto vera e propria saggistica divulgativa, altri hanno fatto saggistica amatoriale.
Tutto questo discorso, per dire che la saggistica divulgativa propriamente detta (per lo meno, per come la vedo io!) si muove con un approccio diverso rispetto alla saggistica amatoriale, che spesso è per forza di cose ben poco saggistica e assai amatoriale. Ogni singolo esempio comunque fa caso a sé, come sempre, e come ho cercato di suggerire. E l'approccio della saggistica divulgativa professionale è, appunto, quello di essere divulgativa, cioè di esporre i propri contenuti a un più vasto pubblico rispetto a quanto fanno le fanzine e i libri amatoriali, i cui autori parlano a sé stessi e a una limitata schiera di “pari”, cioè di altri appassionati. La saggistica amatoriale, insomma, è (ed è bello che sia così) dilettevole nel senso etimologico del termine, dà diletto a chi la realizza, laddove quella divulgativa professionale cerca, anche qui in senso etimologico, di espandere il pubblico e far sapere ad altri cose che prima non sapevano; questi altri non sono “altri appassionati” ma “altri-altri”. Prendiamo Mazinga Nostalgia (1999), un esempio che ovviamente conosco bene: l'obiettivo, secondo me abbastanza ben riuscito, fu quello di far sì che si generasse un dibattito intergenerazionale fra giornalisti, operatori culturali, insegnanti, educatori sui valori educativi ed estetici dell'animazione giapponese. Per questo scelsi un approccio intergenerazionale, partendo da Salgari e Verne. Cioè, cercai di essere quanto più divulgativo possibile. Negli stessi anni Fabrizio Francato realizzava i suoi volumi della serie FA (Fenomeno Anime), divulgazione amatoriale anche se realizzata per molti aspetti in modo professionale (uno sforzo enorme, una montagna di dati, ma con criteri di catalogazione da “appassionato” e comunque l'opera in sé è per adepti, non per il vasto pubblico). E poi ci sono casi limite, come il libro dei Kappa Boys Anime del 1991, che è amatorialità dell'approccio e professionalità realizzativa, entrambi al 100%.

Saggistica scientifica, in Italia e all'estero
C'è la tendenza presso moltissimi appassionati italiani, come anche di molti accademici che si occupano di anime e manga, a rimanere in modo spontaneo e spesso inconsapevole in un hortus conclusus, in un beato isolamento a causa del quale viene bellamente ignorato che l'Italia è una insignificante periferia degli studi internazionali su anime, manga e pop culture giapponese in generale. La produzione saggistica italiana, se si esclude una manciata di saggi, è “vecchia”, isolazionista, concentrata sugli aspetti dilettevoli, nostalgici e nazionali; è di livello mediocre o basso dal punto di vista dell'orientamento disciplinare e del rigore analitico; è priva di riferimenti alla produzione scientifica e divulgativa anche solo in lingue europee (inglese, tedesco, francese, in ordine di importanza rispetto alla saggistica sul tema) e ignora anche la discreta tradizione di studi in giapponese emersa sugli anime negli ultimi dieci anni e sui manga esistente da decenni. Ripeto, solo pochi autori hanno saputo alzare lo sguardo. Per esempio Cristian Posocco, con il suo MangArt, il quale, benché sia un saggio fin troppo breve dato l'argomento (ma la colpa è da attribuire all'editore che gli impose un numero di pagine striminzito), si avvale di ottimi testi in giapponese e in altre lingue, segnalati in bibliografia. O Marcello Ghilardi, nei suoi libri Cuore e acciaio e Filosofia nei manga.
La migliore saggistica al mondo su anime e manga è statunitense. Stampiamoci nella testa questa incontrovertibile verità. Sta inoltre emergendo in questi anni una solida letteratura scientifica in Australia e in Inghilterra. La lingua, comunque, è sempre l'inglese. Ricercatori e docenti universitari firmano libri estremamente ben curati. Certo la loro agenda di contenuti non sempre coincide con i desiderata di molti lettori italiani, ma ciò credo dovrebbe essere da stimolo ad appropriarsi di contenuti, temi e approcci diversi e spesso più ricchi di quelli a cui siamo abituati in Italia.
Per farsi un'idea di ciò di cui sto parlando basterebbe procurarsi i volumi annuali della rivista Mechademia, edita dalla University of Minnesota Press e diretta da Frenchy Lunning. Ogni volume è a tema e su di essa scrive buona parte del fior fiore dei ricercatori internazionali su manga e anime (se escludiamo me, presente con un articolo nel n. 4, siate clementi).
Fra gli autori da considerare ci sono, in ordine sparso, Sharon Kinsella (che è stata da altri menzionata in un commento precedente; è inglese), Anne Allison, Thomas LaMarre, Jaqueline Berndt (tedesca), Jean-Marie Bouissou (francese), e moltissimi altri, dai nomi storici (il caro, vecchio Frederik Schodt) alle relativamente recenti acquisizioni (Natsu Onoda Power). Come La Visione ha detto e come io spudoratamente ripeto, nella bibliografia del libro Il Drago e la Saetta c'è una selezione rivelatrice di fonti in inglese e altre lingue.
Nella versione in inglese del mio libro, The Dragon and the Dazzle, parlo molto anche della saggistica italiana, menzionando quello che secondo me è il meglio della nostra produzione, con la speranza che ci siano editori stranieri interessati a contattarne gli autori. Non è certo questo il motivo per cui ho cercato di far sì che venisse tradotto il libro, ma comunque un po' esso può diventare un primo veicolo di conoscenza sull'Italia come paese “speciale” nella vicenda degli anime e manga giunti in Occidente, il che include anche la produzione saggistica. Il libro è distribuito internazionalmente, da qualche settimana, dalla Indiana University Press, che lo ha acquisito nel suo catalogo. In Europa invece è distribuito dalla John Libbey Publishing. Per vostra eventuale curiosità e mia indegna vanità, ecco i link: www.iupress.indiana.edu/product_info.php?cPath=1037_1336&products_i... e www.johnlibbey.com/books_detail.php?area=med&ID=148.

Produzione della saggistica in Italia e strategie degli editori
Come alcuni sanno, io dirigo la saggistica delle edizioni Tunué. Questo significa che posso parlare, in particolare, per questo editore, la cui missione culturale ho contribuito a formulare. Noi produciamo saggistica con l'intento di migliorare la conoscenza su una serie di settori che ci stanno a cuore: fumetto, animazione, letteratura popolare, cinema, studi sulle pop cultures ecc. Non sono ancora riuscito a pubblicare tutti i libri che vorrei, sul ventaglio ampio di temi che vorrei, ma quel che abbiamo fatto finora credo che sia un bel risultato. Cerchiamo inoltre di alternare ricerca e divulgazione, perché è sempre opportuno che i libri che pubblichiamo vedano e vadano in attivo. Senza questo particolare non trascurabile, cessa di esistere la fattibilità delle pubblicazioni. I libri devono vendere. Questo non dipende solo dalla promozione e dall'ufficio stampa, o da una bella copertina, ma anche dal taglio e dai temi. Ci sono temi che semplicemente interessano poco. E ci sono tagli, approcci scrittori ecc., che non fanno presa. Inoltre cerchiamo di collaborare con docenti universitari e cattedre varie, quando possibile, per fare in modo che i testi che desideriamo pubblicare ricevano un qualche sostegno, mediante un'adozione o una menzione da parte di docenti che li trovino eventualmente compatibili con i loro corsi. Ultimamente alcuni universitari stessi ci hanno proposto di pubblicare con noi i loro libri di testo e ovviamente questo ci ha fatto piacere. Ma non siamo qui nell'ambito dei manga e anime, lo scrivo solo per segnalare come spesso un editore, per poter pubblicare un dato saggio che prevede venderà 500 misere copie, debba fare in modo che altri libri, magari meno “importanti” ma comunque di qualità, ne vendano 2000.
Con gli occhi a mandorla ha esaurito la prima tiratura e vende sempre bene (rispetto agli standard soliti, intendiamoci). Ciò ci ha consentito di rischiare la pubblicazione di Il Drago e la Saetta, le cui vendite sono state meno lusinghiere, per via del taglio alquanto scientifico, della dimensione (650 pagine) e del prezzo, unito ad altri fattori come la distribuzione poco capillare e una promozione poco efficace. Ma è un libro che esiste e che è stato apprezzato e la cui vita a livello di contenuti ha una parabola abbastanza lunga, come Mazinga Nostalgia, per ragioni “strutturali”. Ovvero, per pubblicare 650 pagine di ricerca dal pubblico ristretto l'editore ha prima dovuto pubblicare 200 pagine di divulgazione dal pubblico ampio. Questa si chiama “missione culturale” per come è stata menzionata in precedenza da altri.
Per quanto riguarda altri editori, ciascun editore c'ha la sua (be', insomma... quasi ciascun editore), ma c'è modo e modo di fare cultura e di concepire la propria missione. La Kappa punta su libri lievi e divertenti, ma ha iniziato alla cultura pop giapponese moltissime persone, specie adolescenti; Il Foglio Letterario pubblica libri nostalgici e da fan / per fan; Coniglio e Iacobelli hanno puntato, con i loro libri riccamente illustrati, su un pubblico “casuale” molto trasversale: il vostro compagno delle medie che non vedete più da trent'anni e che non si è mai interessato granché ai disegni animati ma che casualmente, passeggiando un sabato pomeriggio in una Feltrinelli con la moglie, vede un libro Jacobelli e decide di regalarlo alla moglie o a sé stesso, ridacchiando fra sé e sé “to', chi si rivede, quella vecchia baldracca di Candy!”. Anche questa è una “mission”... benché più orientata in senso commerciale. Ma leggendo i libri Iacobelli non si può non affermare che essi siano stati confezionati con passione, competenza e intelligenza; anche solo per le interviste, sezione di estremo interesse che dà uno spaccato delle emozioni e considerazioni del lettore/spettatore “comune”, il non-fan.
In teoria, qualche perplessità in teoria la si potrebbe avere proprio per quegli editori che pubblicano saggistica su anime e manga come territori avulsi da quelli normalmente calpestati, ma anche qui, non sono d'accordo: si può essere benissimo editori di filosofia, come Mimesis, e pubblicare il testo di Ghilardi su anime e manga (appunto, Filosofia nei manga), una tantum. Che male c'è? Sono i lettori e gli addetti ai lavori a decidere sulla bontà di un libro. E ripeto, è chiaro che si cerca di far libri che vadano in attivo, perché gli editori sono aziende e il rischio d'impresa è calcolato, sennò è martirio.

Non so se ci sono altri punti di cui mi sono dimenticato, ma questo era il succo del mio pensiero sulla discussione. Attendo reazioni...
Ciao,
Marco
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Faccio qualche domanda un po' a caso.

Come mai tra le case editrici che pubblicano saggistica, sia amatoriale/divulgativa che scientifica, non ci sono grandi nomi?

Pare che sia un campo solo per piccole e medie case editrici.

Inoltre non mi pare che ci siano case editrici che siano nel mercato di anime e manga (giapponesi), a parte la Yamato che ormai non pubblica più nulla da tempo.
Non dovrebbero essere in primis le case editrici che sono interessate allo sviluppo del mercato a pubblicare una parte della saggistica?

Io avevo citato la Kinsella, ma so che ci sono altri studiosi del tema (quelli che hai citato tu), non potrebbero essere pubblicate in italiano le loro opere saggistiche più importanti?

La prossima uscita di "Il manga. Storia e universi del fumetto giapponese" di Bouissou Jean-Marie da parte della "tua" Tunuè va inquadrato in quest'ottica?

Nel caso affermativo ci saranno altri saggisti non italiani ad essere tradotti?

Io non avevo pensato alla divisione tra saggistica amatoriale/divulgativa e scientifica, trovo che sono necessarie entrambe. Anche se la prima categoria è quella che rischia, ovviamente, di ripetersi più facilmente.

Riguardo alla Iacobelli, senza volerti mettere in difficoltà, ma tu, che hai l'esperieza del campo, riesci a spiegarmi perchè in un libro di 125 pagine mettano 30 pagine di immagini?

Non avrebbe più senso, e non sarebe meno costoso, lasciare spazio alla parte scritta?

La stessa Claudia Barrera, autrice della monografia sulla Ikeda, ci ha raccontato qui che ha sforato un po' sullo scritto rispetto a ciò che avrebbe dovuto. E che avrebbe avuto altro da scrivere, ma che senso ha ridurre lo spazio concesso all'autore/autrice per poi mettere 30 pagine di immagini al centro del libro?

Comprendo che sia una loro scelta editoriale, ma me ne sfugge il motivo...
La stessa domanda l'ho posta ai diretti interessati della Iacobelli, che hanno risposto che per le prossime collane ci penseranno (su quelle attuali non possono modificare l'impostazione).

Una delle uscite che trovo più interessanti sono quelle della Manga Academica (Società Editrice La Torrre), che dovrebbe uscire col quarto numero.
Non dovrebbe essere presa ad esempio?
Oltre ad avere pubblicazioni con più pagine, perchè ogni volta che leggo un loro numero (che ha una cadenza annuale) ho l'impressione che potrebbero approfondire ancor di più.

Per ora mi femro qui [SM=x53144]



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Re:
Wakaday, 12/09/2011 10.20:

Ciao a tutti!

Leggevo questa e altre discussioni interessanti anche prima del cordiale invito della Visione a dire la mia circa l'argomento “Italia e saggistica su anime e manga” (così per lo meno lo individuo io) e due considerazioni avrei voluto esporle comunque, ma mi sarebbe sembrato di intrufolarmi... così invece c'ho la giustificazione :-)

(Fra parentesi: sono un membro di questo forum da diverso tempo ma partecipo poco...) [SM=x53180]



Non so se ci sono altri punti di cui mi sono dimenticato, ma questo era il succo del mio pensiero sulla discussione. Attendo reazioni...
Ciao,
Marco



Dimenticavo, grazie di aver raccolto il mio invito [SM=x53175]

P.S.
Durante la presentazione della seconda edizione di "Anime d'Acciaio", se non ricordo male, tu e Guglielmo Signora parlavate dell'ipotetica possibilità di trovare un editore che pubblicasse il suo libro in inglese, visto le caratteristiche abbastanza uniche dello scritto.
La cosa si è poi sviluppata?
Nell'ottica di uscita della saggistica dai patri confini.


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12/09/2011 17:37

Re:
Wakaday, 12/09/2011 10.20:

due considerazioni avrei voluto esporle comunque, ma mi sarebbe sembrato di intrufolarmi...



Ma non farti 'sti problemi!
Sei sempre il benvenuto sull'Impero, è un piacere leggere i tuoi messaggi. [SM=x53148]


[Modificato da djufo 12/09/2011 17:38]
Lontano dall'Impero? MAI.
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12/09/2011 17:59

Re:
La Visione, 12/09/2011 16.40:

Faccio qualche domanda un po' a caso.

Come mai tra le case editrici che pubblicano saggistica, sia amatoriale/divulgativa che scientifica, non ci sono grandi nomi?

Pare che sia un campo solo per piccole e medie case editrici.

Inoltre non mi pare che ci siano case editrici che siano nel mercato di anime e manga (giapponesi), a parte la Yamato che ormai non pubblica più nulla da tempo.
Non dovrebbero essere in primis le case editrici che sono interessate allo sviluppo del mercato a pubblicare una parte della saggistica?

Io avevo citato la Kinsella, ma so che ci sono altri studiosi del tema (quelli che hai citato tu), non potrebbero essere pubblicate in italiano le loro opere saggistiche più importanti?

La prossima uscita di "Il manga. Storia e universi del fumetto giapponese" di Bouissou Jean-Marie da parte della "tua" Tunuè va inquadrato in quest'ottica?

Nel caso affermativo ci saranno altri saggisti non italiani ad essere tradotti?

Io non avevo pensato alla divisione tra saggistica amatoriale/divulgativa e scientifica, trovo che sono necessarie entrambe. Anche se la prima categoria è quella che rischia, ovviamente, di ripetersi più facilmente.

Riguardo alla Iacobelli, senza volerti mettere in difficoltà, ma tu, che hai l'esperieza del campo, riesci a spiegarmi perchè in un libro di 125 pagine mettano 30 pagine di immagini?

Non avrebbe più senso, e non sarebe meno costoso, lasciare spazio alla parte scritta?

La stessa Claudia Barrera, autrice della monografia sulla Ikeda, ci ha raccontato qui che ha sforato un po' sullo scritto rispetto a ciò che avrebbe dovuto. E che avrebbe avuto altro da scrivere, ma che senso ha ridurre lo spazio concesso all'autore/autrice per poi mettere 30 pagine di immagini al centro del libro?

Comprendo che sia una loro scelta editoriale, ma me ne sfugge il motivo...
La stessa domanda l'ho posta ai diretti interessati della Iacobelli, che hanno risposto che per le prossime collane ci penseranno (su quelle attuali non possono modificare l'impostazione).

Una delle uscite che trovo più interessanti sono quelle della Manga Academica (Società Editrice La Torrre), che dovrebbe uscire col quarto numero.
Non dovrebbe essere presa ad esempio?
Oltre ad avere pubblicazioni con più pagine, perchè ogni volta che leggo un loro numero (che ha una cadenza annuale) ho l'impressione che potrebbero approfondire ancor di più.

Per ora mi femro qui [SM=x53144]






Mi quoto, così sposto le domande in seconda pagina [SM=x53144]


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12/09/2011 18:02

Scusate, ma come minchia funziona il forum?
Ho scritto una risposta lunghissima per La Visione e poi ho cliccato su "rispondi", ma non trovo nulla, si è perso la mia risposta? Ma dico!
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12/09/2011 18:03

E ora invece funziona.
Be', spiacente, queste sono le cose che mi fanno incazzare. Avevo già scritto che sono analogico, non digitale, ma è possibile che accadano queste cose?
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