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Comics Italian Style ...

Ultimo Aggiornamento: 11/03/2010 23:16
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AmministraCOJONES
11/03/2010 11:21

...ovvero un mercato in subbuglio.

Non so se avete notato che da pochi anni a questa parte con qualche tentativo sporadico negli anni 90 gli editori nostrani si sono buttati sulle miniserie a capofitto.
Un po come succede da sempre con qualche eccezione in Giappone che una serie manga inizia e finisce in un lasso di tempo più o meno breve.
Partita la Bonelli colosso editoriale nostrano che detta da anni formato e modalità di fruizione (non a caso ogni albo italiano che debutta al di fuori dell'editore di Via Buonarroti viende definito Bonellide ...tanto per dire).
Se i risultati incoraggianti degli inizi siano stati la causa di questo proliferare a dire il vero non lo so.
Di sicuro è che tra Star Comics,Aurea(la ex Eura),Panini e Bonelli appunto il numero è davvero esautorato.
Davanti a tanta offerta ,che principalmente reputo un vantaggio per un lettore medio, mi trovo comunque a storcere il naso perchè se da un lato non dovrò sobbarcarmi il peso di un acquisto "a vita" dall'altro mi scoccia vedere finire le gesta di un eroe o un personaggio a cui mi ci affeziono (vedi il recente successo editoriale di Brad Barron...non a caso stanno uscendo speciali semestrali in maniera fissa!).
La strada sembra segnata e ormai credo che a parte vecchie glorie il futuro sia questo e chissà magari per la legge dei grandi numeri,tutti gli editori sperano di beccare un nuovo "fenomeno dylan dog".

Qui sull'impero conosco pochi che leggono oltre i manga (anzi a dirla tutta molti non leggono proprio nulla) però mi piacerebbe sapere cosa ne pensate...
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11/03/2010 12:31

Sono combattuto anche io come te.
Mi spiego..ogni volta che torno in Italia riprendere fra le mani un albo di tex e' un po' come ritrovare un vecchio amico.

Sai cosa aspettarti da una storia di tex, ci sono dei cliche' in un certo senso appaganti (dev'esserci qualche paraculata psicologica dietro questa cosa).

E' anche vero che tex non e' piu' quello di 20-30-40 ani fa... leggendo un forum di lettori veterani vedo che molti sono scontenti e la gente pagherebbe oro per vedere resuscitare il vecchio tex.

Francamente non so quanto sarebbe possibile per i gusti di oggi creare un eroe che resiste nel tempo come tex...una serie che tra l'altro credo morira' in futuro.
I maggiori acquirenti di fumetti sono attirati da concetti innovtivi e storie fighe, tant'e' vero che john die spopolo' al moment della sua uscita, e per rimanere un capolavoro dovranno chiuderlo prima o poi.

Insomma che te posso di', come sempre ci sono casi e casi, ma tutte le le serie hanno un declino prima o poi, e dopo il declino restano i lettori piu' affezionati. Se ce ne sono tanti come nel caso di tex e dylan dog possono anche andare avanti quei 20-30 anni come succede coi bonelliani, ma non ce lo vedo francamente tex (ad esempio, esempio che vale un po' per tutti) a crescere nuove schiere di lettori.
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AmministraCOJONES
11/03/2010 21:47

ecco bravo
hai centrato il lato spiacevole della faccenda

comunque la si guardi questo buttarsi sulle miniserie ha un lato negativo.
Perchè se un personaggio è valido lo si tronca troppo presto.Però anche portarlo alla lunga lo si snatura per forza di cose.
Io mi auguro che questa tendenza all'opposto riesca a portare verso la direzione nipponica ovvero strutturare una serie in modo che sia abbastanza lunga ma non troppo che riesca a sviscerare bene la storia.

leggevo in giro che comunque nonostante tutto tex vende tantissimo senza contare che lui e Dylan Dog tirano avanti la baracca mentre gli altri titoli vanno in pareggio.

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11/03/2010 22:02

Sinceramente io non riesco nemmeno ad immaginarmi un giovane di oggi under 25 che legga Tex o Dylan Dog. E' proprio il concetto di serializzazioni occidentali infinite, di fumetto fuori dal tempo, che va scomparendo tra i lettori più giovani.
Credo che lo stesso Topolino non venda più quanto negli anni '80.

[Modificato da djufo 11/03/2010 22:03]
Lontano dall'Impero? MAI.
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11/03/2010 22:25

credo rimarreste sorpresi nel sapere quanti ragazzi si affezionano al tex del padre leggendolo al gabinetto. Naturalmente parlo di quegli stazzonati numeri anni 80 che tutti i papà ogni tanto recuperano dalla cantina e depositano con un sorriso beato sulla mensola del cesso.

Il discorso è che il personaggio, così come era stato ideato, è ancora valido, e così potrebbe essere per molti altri come Dylan Dog e Zagor. Certo, è un genere cristallizzato, ma già negli anni 70 tex era granitico, tuttavia mi rileggo spesso certe epiche storie di scazzottate infarcite di battute e grinta texiana. Ciò che Bonelli non ha saputo fare nel corso della gestione e del cambio della guardia da G.L. a Nizzi per esempio è stato mantenere fresco il personaggio e le storie pur rimanendo nei binari della tradizione. Graficamente questo è parzialmente avvenuto grazie a Villa, le cui storie sono talmente appaganti da risultare gradevoli anche senza una sceneggiatura efficace (vedi avatar), ma nel complesso si sente la poca voglia, o l'impossibilità, di voersi distaccare dal tranquillo tran tran del pensionato. Destino condiviso da dylan dog, che se ormai vende lo fa per inerzia, perchè bonelli, e le editrici in scia, sono impostate su canoni generalisti: la specializzazione è tipica di altri luoghi narrativamente ed editorialmente più maturi e fluidi. Quindi tex piace ai nonni, ai papà, e ai loro figli, e anche se non piace è come la settimana enigmistica, che fa cruciverba facilissimi ma che possono risolvere gli appartenenti a più target medio bassi, che costituiscono la maggior parte del bacino di utenzza disponibile. Dylan dog oggi piace a una certa fetta di mercato modaiolo.

Le serie brevi sono il futuro, e io le vedo positivamente. Nulla vieta di sfruttare a lungo termine il successo di un personaggio ben riuscito, e sicuramente è meno rischioso per un bonelli "provare" un titolo e poi gettarlo o proseguire, piuttosto che ideare sempre e solo megaserie che possono floppare dopo poco tempo (vedi nathan never) a fronte di un impegno a monte non indifferente. Questo non può che essere positivo, perchè da una parte abbraccia l'esigenza dell'utenza sulla varietà degli stili e delle storie, che tenderanno a diversificarsi, da un'altra permetterà di vedere più disegnatori e sceneggiatori all'opera senza che i giovani arrivino al successo a cinquant'anni, da un'altra ancora va nella direzione editoriale del minimo rischio e del massimo sfruttamento. E' una coincidenza di fattori positivi che mi fa ben sperare, dopo decenni di immobilismo.

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11/03/2010 22:29

Io conosco un 15enne che legge Dylan Dog, e li recupera pure alle fiere a poco prezzo.
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11/03/2010 22:34

Onore a loro, ma credo ahimè si tratti di mosche bianche.
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11/03/2010 22:37

Re:
djufo, 11/03/2010 22.02:

Credo che lo stesso Topolino non venda più quanto negli anni '80.


quella di Topolino e della disney in generale invece ha dimostrato di essere una delle più lungimiranti politiche editoriali. Già più di venti anni fa ha cominciato a diversificare l'offerta, creando continuamente testate e testate, sperimentando, frullando, modificando i propri personaggi e poi tornando indietro e creandocosì un universo fluido e nel contempo ogranitico, universale nei suoi stereotipi ma mai noioso. Ogni nazione ha il "suo" mondo disney, fusione di stili americani mentalità e gusti locali, e questo è sintomo di vivacità intellettuale e intelligenza commerciale. Esperimenti come PK, come le raccolte dedicate a classici di decenni fa, la riscoperta degli autori che nel passato non erano nemmeno citati, tutto questo è saperci fare, rimanere coscienti del mondo. L'Italia Disney è sempre stata capace di affascinare il lettore da piccolo e accompagnarlo per tutta la sua vita cambiando con lui, cosa che bonelli non ha mai fatto. Credo che l'offerta disney odierna sia molto più letta, moderna e innovativa (pur in un genere anch'esso bloccato sui suoi stereotipi) di qualunque altro editore "generalista" alla bonelli.

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11/03/2010 22:44

Sicuramente, anche perchè la Disney è dedicata soprattutto ai bambini.
Comunque si sa per certo che il settimanale Topolino ha avuto un calo di vendite netto negli ultimi 20 anni.
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11/03/2010 22:45

Re:
djufo, 11/03/2010 22.02:

Sinceramente io non riesco nemmeno ad immaginarmi un giovane di oggi under 25 che legga Tex o Dylan Dog. E' proprio il concetto di serializzazioni occidentali infinite, di fumetto fuori dal tempo, che va scomparendo tra i lettori più giovani.
Credo che lo stesso Topolino non venda più quanto negli anni '80.




infatti io parlavo della tendenza ad abbandonare questo modus per lanciare solo miniserie.
Gli under 25 se leggono leggono manga oggi come oggi e anche della peggior specie...shonen i maschi e shojo le femminucce...

per quanto riguarda il post di Guido
io non riesco ad avere il tuo ottimismo.Questo lanciarsi nelle miniserie secondo me è solo una risposta alla crisi di vendite di quel formato:basta guardare il ridimensionamento di titoli e formati in casa Bonelli.Non è un vero tentativo di rinnovamento.
Anche perchè cambia la formula ma il contenuto è sempre lo stesso.
Quello che non capisco è come mai a fronte di alcuni di casi di successi editoriali non ci sia stato un tentivo di serializzazione medio lungo:Gea E Brad Barron funzionano così come lo è stato David Murphy per la Panini.
Altra cecità dell'editoria nostrana:perchè il fumetto nostrano deve essere sempre un "avventuroso d'azione" declinato più o meno tra western-poliziesco-fantascentifico???
ci sono decine di generi inesplorati....quindi terreno fertile per nuove proposte(non a caso Rat-man è andato a prendere un posto vacante i questo senso)
Il discorso serializzazione all'infinito invece concordo col fatto della fideilizzazione e che comunque a lungo andare vive di fama propria e col tempo qualcuno ne rimane come dire invischiato.
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11/03/2010 22:49

Re: Re:
Oxido, 11/03/2010 22.37:


quella di Topolino e della disney in generale invece ha dimostrato di essere una delle più lungimiranti politiche editoriali. Già più di venti anni fa ha cominciato a diversificare l'offerta, creando continuamente testate e testate, sperimentando, frullando, modificando i propri personaggi e poi tornando indietro e creandocosì un universo fluido e nel contempo ogranitico, universale nei suoi stereotipi ma mai noioso. Ogni nazione ha il "suo" mondo disney, fusione di stili americani mentalità e gusti locali, e questo è sintomo di vivacità intellettuale e intelligenza commerciale. Esperimenti come PK, come le raccolte dedicate a classici di decenni fa, la riscoperta degli autori che nel passato non erano nemmeno citati, tutto questo è saperci fare, rimanere coscienti del mondo. L'Italia Disney è sempre stata capace di affascinare il lettore da piccolo e accompagnarlo per tutta la sua vita cambiando con lui, cosa che bonelli non ha mai fatto. Credo che l'offerta disney odierna sia molto più letta, moderna e innovativa (pur in un genere anch'esso bloccato sui suoi stereotipi) di qualunque altro editore "generalista" alla bonelli.


dati alla mano confermano al 100%...benchè Topolino settimanale sia calato di molto (con tirature comunque che un bonellide ci sbava) l'offerta e la politica editoriale la rendono la più florida sul mercato italiano.
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11/03/2010 22:53

Re:
djufo, 11/03/2010 22.44:

Sicuramente, anche perchè la Disney è dedicata soprattutto ai bambini.
Comunque si sa per certo che il settimanale Topolino ha avuto un calo di vendite netto negli ultimi 20 anni.



ehm, non è più così, e fidati che è dalla metà degli anni 80 che non lo è. Chi è cresciuto con topolino lo legge ancora. Forse non proprio topolino, ma le altre, tantissime testate sì. Il calo di vendite di topolino è dovuto al fatto che non è più dedicato ai bambini, in quanto il pubblico disney è ormai vastissimo ed eterogeneo. Gli adulti d'altra parte acquistano albi di tipo differente, antologie, patinati, o più sofisticati come è stato PK..

Il disney-bambino è pressochè tutto monopolizzato dal mercato video.

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11/03/2010 23:16

in più succede anche questo
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