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Il problema delle onomatopee

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2008 20:28
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ArrukkiaADMIN
17/04/2008 13:02

Da www.mangaforever.net un interessante articolo di Paolo Gattone (J-POP) in merito all'adattamento delle onomatopee:




Adattare o meno le onomatopee? E' questa una delle questioni più importanti che deve affrontare ogni editore nell’adattamento di un fumetto asiatico. Si tratta di una questione economica: si deve pagare qualcuno in grado di fare un buon lavoro, manuale o digitale; e anche di un problema filologico: quanto l'intervento di un adattamento modifica l'intenzione originale di un autore? Quanto l'aspetto di una tavola adattata si distacca dall'originale?

Partiamo da un presupposto importante, senza nasconderci dietro a falsi giri di parole: non adattare i rumori rappresenta un grosso risparmio, di tempo e denaro. Un buon adattamento grafico necessita competenza e precisione delle persone che prendono parte all'edizione.

In passato l'adattamento grafico veniva realizzato manualmente su un supporto: le pellicole di stampa. Le pellicole di stampa hanno l'aspetto di fogli di plastica trasparente su cui è impresso il colore nero. A partire da queste pellicole veniva poi realizzata una lastra, che potete immaginare come una sorta di stampino con cui poi "imprimere" la carta gli albi (la realtà è un po' più complessa, ma credo l'immagine possa rendere l'idea).

Il lavoro del bravo adattatore era quindi quello di raschiare le scritte dalle pellicole e ridisegnare il rumore a china sul supporto plastico, cercando di rimuovere le parti in eccesso. Per questo motivo, spesso e volentieri si tendeva a mantenere gran parte del rumore originale che poi andava modificato. Lo stesso lettering veniva in gran parte realizzato giocoforza a mano sulle pellicole così adattate.

Oggi il procedimento è molto velocizzato, grazie ai computer: i file delle pagine sono in formato digitale, il lettering viene inserito attraverso dei programmi di impaginazione e anche per lavorare alle onomatopee c'è la possibilità di avere un supporto digitale.


Le possibili scelte da parte di un editore sono quattro:

lasciare il rumore in originale, senza nessuna traduzione
il rumore rimane in originale, ma vicino allo stesso c'è una piccola traduzione in italiano
il rumore viene adattato con dei font, generalmente molto omogenei, che vengono inseriti nella tavola, a volte con l’uso di pecette per coprire velocemente i caratteri originali
il rumore viene realizzato a mano, scansionato, e quindi sovrapposto alla tavola, con un lavoro di fotoritocco per aumentare la precisione
Ogni casa editrice, in base alla propria politica aziendale, prende le proprie decisioni in merito. A parte casi particolari (alcuni autori esigono che le loro tavole rimangano come le originali) la decisione viene influenzata da motivazioni economiche ed editoriali.

Non posso conoscere le motivazioni e le valutazioni di tutti gli editori, cercherò quindi di spiegare perché secondo JPOP il rumore va sempre adattato.

Primo fatto: una tavola coi rumori originali è poco leggibile. Per quanto uno possa conoscere l'alfabeto giapponese o coreano (e la maggior parte dei lettori non lo conosce) a livello istintivo la tavola viene compresa solo in parte. Tralasciamo di addentrarci nelle teorie di base di semiotica e di comunicazione di massa sulla percezione del segno; non credo sia necessario giustificare con dotte disquisizioni quello che chiunque può sperimentare. Quando un rumore rimane in giapponese possono capitare due cose:

il nostro occhio tende "a rimuoverlo", non prendendolo in considerazione.
questa onomatopea, di difficile lettura, contribuisce a lavorare in sottrazione sulla leggibilità della tavola.
Il segno di un alfabeto che il nostro cervello non assimila autonomamente viene percepito come estraneo e anzi, come elemento di disturbo nel decifrare il messaggio visivo. Naturalmente il tutto peggiora quanto più è complessa la struttura della tavola, quanto più sono fitti i rumori, quanto maggiore è il peso dell'onomatopea rispetto al disegno. Il fumetto giapponese (o coreano) è molto dinamico, e la leggibilità dell'onomatopea influisce notevolmente nell'immediatezza della comprensione della tavola.

La differenza che passa tra leggere un fumetto con le onomatopee in originale con traduzione a fronte, e un manga in cui i rumori sono adattati, è molto simile a vedere un film sottotitolato piuttosto che doppiato. Si ha la massima fedeltà con l'originale, ma si perde l'immediatezza con cui il lettore deve potersi avvicinare all'opera. Lo scopo dell'editore, infatti, dovrebbe essere quello di far godere al lettore italiano la stessa esperienza di quello giapponese.

Si deve operare una scelta, anche se il "sottotitolo" per forza di cose fa perdere un po' di coordinazione, di immediatezza. Al di là dell'opinione dei puristi, divisi equamente tra sostenitori di questa scelta e quelli che sono contrari, c'è da tenere conto del lettore occasionale: si contribuisce davvero alla diffusione del fumetto orientale erigendo una barriera, che in fin dei conti è l'illegibilità di una parte del medium?

La scelta di JPOP è senza compromessi: adattare tutte le onomatopee e cercare di farlo nel miglior modo possibile, arruolando nel nostro staff dei disegnatori in grado di riprodurre al meglio il segno e l'impatto dell'onomatopea originale, sia essa giapponese o coreana. A nostro avviso, infatti, il problema non è tanto adattare o meno un rumore, quanto farlo in maniera precisa e rispettosa dell'autore e dei lettori.

Per fare questo ci vuole uno staffa di gente seria e preparata, che conosca tutte le fasi della lavorazione e abbia una certa attitudine artistica, oltre alla passione per i fumetti su cui lavora. Chi realizza i rumori deve essere un disegnatore professionista, in modo da saper interpretare lo spirito del tratto originale.

Più di una volta abbiamo ricevuto complimenti non solo dagli editori giapponesi o coreani, ma dagli stessi autori che abbiamo avuto la fortuna di incontrare: questo ci fortifica nelle nostre convinzioni e siamo sicuri che sempre di più in futuro un buon adattamento grafico inciderà nella percezione di un albo tanto quanto la qualità della traduzione, della confezione, della carta e della copertina.

Da lettori, ci piace leggere fumetti che ci trasmettono la sensazione di un lavoro portato a termine con il massimo della cura possibile.


"..do you still live in angry days?"
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17/04/2008 13:16

GRANDI!!!

E finalmente qualcuno ammette che il non-adattamento è solo dato da un motivo economico. Giusto, cara la mia D/pezzente?
Lontano dall'Impero? MAI.
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ArrukkiaADMIN
17/04/2008 13:29

Io sono dell'idea che le onomatopee vadano tradotte, a patto che sia fatto un lavoro certosino, sennò ne risente la tavola ed il disegno. Altrimenti mi va bene anche una traduzione a lato, come avviene ad esempio per L'Immortale. Non sono uno che si fa mille seghe mentali se la traduzione non è 100% corrispondente con i katakana. E' normale, viste le differenze culturali.
Un'assenza totale di traduzione però non l'accetto, specialmente con quello che costano i manga.


"..do you still live in angry days?"
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17/04/2008 14:01

Io sono per la traduzione professionale e maniacale.
Come dovrebbe essere cisti i costi del fumetto in Italia, e vista di contro la scarsa qualità offerta.
Bisogna però tenere sempr ein considerazione che esistono alcuni manga le cui onomatopee
spesso sono parte integrante della tavola.
Tradurle vorrebbe dire rovinare il disegno in tutti i sensi.
Non capita sempre, ma alcune volte il problema si pone.

Vedeste i manhwa cinesi...
tradurre un onomatopeea significa distruggere una tavola dipinta!
E a mente fredda, per quanto la Jade facesse un lavoro più che buono
certe onomatopee erano "pupazzosamente" fuori luogo e ridicole!

Allora preferisco però una sovrapposizione (magari di dimensioni inferiori e con un FONT ricercato)
dell'onomatopea...perchè andare a veder egli asterichi, o i tripli asterischi...
beh quello am io parere rovina molto di più la tavola!
Oltra al fatto che mi spezz ail racconto e che spesso devo "violentare" il volumetto
per cercar ein quale angolo della rilegatura è stata inserita la spiegazione (Inferno & Paradiso DOCET!)
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AMMINISTRATORDI
17/04/2008 14:07

Per me ogni soluzione va bene che sia una nota a margine, o in piccolo sopra l'onomatopea, o l'onomatopea tradotta graficamente, purchè vengano tradotte sempre.
Se vuoi vendere il manga in Italia lo traduci in italiano. Altrimenti ti limiti a fare il fan.

Trovo poi ridicolo il sistema d/visualiano di tradurre SOLO le onomatopee davvero essenziali per la comprensione delle tavole (come se tutte le altre non fossero importanti...).
Questo fa capire ancora di più quanto certi editori facciano sì copertine belle, carta bella...ma il resto del lavoro coi piedi.
Lontano dall'Impero? MAI.
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ArrukkiaADMIN
17/04/2008 14:11

Al limite, sotto l'onomatopea jappa, potrebbero mettere la traduzione italiana, come dice Whas con un font adeguato ed un carattere non troppo invadente.


"..do you still live in angry days?"
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17/04/2008 14:13

Re:
djufo, 17/04/2008 14.07:

Per me ogni soluzione va bene che sia una nota a margine, o in piccolo sopra l'onomatopea, o l'onomatopea tradotta graficamente, purchè vengano tradotte sempre.
Se vuoi vendere il manga in Italia lo traduci in italiano. Altrimenti ti limiti a fare il fan.

Trovo poi ridicolo il sistema d/visualiano di tradurre SOLO le onomatopee davvero essenziali per la comprensione delle tavole (come se tutte le altre non fossero importanti...).
Questo fa capire ancora di più quanto certi editori facciano sì copertine belle, carta bella...ma il resto del lavoro coi piedi.


...concordo...più che altro visto il poco lavoro che ci sta dietro
rende ancora più immotivato non solo certi prezzi, ma anche certe attese temporali!
Non esiste aspettare 6 mesi per legere il numero successivo... [SM=x53165]

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AMMINISTRATORDI
17/04/2008 14:22

Beh ma loro in particolare sono dei pezzenti eh.
Chi non l'aveva capito a suo tempo, lo capisce ora per forza.
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osservatore
17/04/2008 14:47

Onomatopee tradotte. Punto. Ho già detto altrove i motivi ma sostanzialmente coincidono con quelli dell'intervista, prima di tutto va privilegiata la fruizione del fumetto.

"Ti dò un consiglio per la prossima volta: fatti i cazzi tuoi"
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AmministraCOJONES
17/04/2008 20:04

Anche per me tradotta sia di fotoritocco ma anche di nota a bordo pagina...

Su animeclick ho letto certe cagate fuori dal mondo sul fatto che si usano caratteri particolari e che al 90% le traduzioni fatte sono sbagliate e che certi rumori vanno tradotti con scritte fatte come suonerebbe la versione occidentale di quel suono e non quella che si adatta meglio...cioè ma vi rendete conto?-_-

Certa gente non ha altro da fare che fare il sapientino del catso
Ma se c'è un ronzio se usi "rrrrrrr" in vece di quello più corretto (per dire.. mica lo so)"zzzzzzzzz" ma che cazzo mi frega basta che dia senso alla tavola....

mondo nerd :/
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17/04/2008 20:28

io sono piu per la traduzione a lato (stile immortale). gia ci sono le peccette a distruggere la tavola ci mancano solo le traduzioni sovrapposte fatte male o a lato >.>
sono un corvo diventato rosso perchè bagnato col sangue di più di mille inutili battaglie
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