Da
Animeclick:
Ancora cambiamenti per la disciplina di funzionamento della piattaforma di video-sharing YouTube.
Alcuni di voi probabilmente ricorderanno quella che fu definita come una vera e propria svolta puritana che, secondo le nuove definizioni pubblicate sul blog ufficiale del popolarissimo sito, vietò ai minori non solo i video chiaramente pornografici, ma anche tutti quelli minimamente allusivi alla sessualità, compresi - sarà opportuno ricordarlo - quei video caratterizzati dalla "semplice presenza di un letto, di vestiti trasparenti, di posture che stimolino sessualmente il pubblico". Sono stati quindi vietati anche i nudi parziali, persino quelli fuori da un contesto erotico, e i video in cui la telecamera insiste sul seno, le natiche o altri punti caldi, anche coperti, dei personaggi.
Dal 14 gennaio 2009, è stata introdotta una nuova modifica che rischia di cambiare per sempre la natura della rete di YouTube.
"User Choice and Music Licensing", questo il titolo del messaggio diffuso (in italiano, "La scelta dell'utente e la licenza musicale") con cui il team del sito mette in guardia i propri utenti avvisandoli delle nuove regole:
"In precedenza, quando veniva inserito un video soggetto a un marchio (etichetta) musicale o altri diritti soggetti a copyright - si legge sul blog - l'audio veniva bloccato e il video veniva automaticamente tolto. L'uploader (chi carica il video) poteva comprare i diritti (ad esempio, come "fair" utilizzo) o utilizzare il nostro strumento AudioSwap per sostituire la traccia con una della nostra libreria musicale. Ora abbiamo aggiunto un'ulteriore scelta. Invece di eliminare automaticamente i video da YouTube, diamo agli utenti la possibilità di modificare il video, eliminando la musica soggetta a diritto d'autore e caricando una nuova versione, e molti stanno scegliendo tale opzione".
Nel concreto, come si realizza l'operazione? Secondo le informazioni di Repubblica.it, è molto semplice: basta cercare sul sito di YouTube la clip di "Believe It or Not" del gruppo rock canadese Nickelback o "Laundromat Blues" del chitarrista Albert King, il video risulterà senza audio.
Non è un problema del sistema audio dei nostri PC, ma l'effetto della sperimentazione che sta effettuando la società che ha colpito i video e l'audio dei filmati che si ritiene violino il copyright.
Inoltre, sotto ai video incriminati comparirà in maiuscolo una vera e propria notifica con la scritta:
"Questo video contiene una traccia audio il cui utilizzo non è stato autorizzato da tutti i detentori del copyright. L'audio è stato disattivato".
L'avviso sarà seguito dall'invito agli utenti a leggere attentamente le informazioni sul diritto d’autore.
Le conseguenze per il ruolo e l'importanza di YouTube nella vita sociale di Internet e dei singoli cittadini sono evidenti: sul sito vengono caricate miriadi di video di ogni tipo, non solo serie animate o telefilm, ma anche interi pezzi della vita di famiglie, filmati di matrimoni, funerali, eventi lieti e anche eventi tristi, battesimi, gite, vacanze...
La musica è un elemento fondamentale di questi video, se ne abbiano o meno i diritti. Sette su dieci dei canali più popolari di YouTube sono legati alla musica.
Finora questo popolo, che ogni giorni fa affluire sul sito di hosting video 13 ore di video al minuto, ha potuto farlo liberamente: ora la stessa società afferma che questo diventa impossibile. E non per decisione di altri, ma per sua decisione.
Un alto rappresentante della società, la Strategic Partner Development Manager Maria Ferreras, ha cercato di rassicurare i propri utenti:
"La possibilità di modificare il video, togliendo o sostituendo l'audio coperto da diritti, rappresenta per gli usufruitori di YouTube una nuova e importante opportunità rispetto al passato. In questo modo non vedranno più il loro video bloccato, ma lo potranno mantenere pubblico semplicemente cambiandone la traccia audio. Questa è, secondo noi, la soluzione migliore per valorizzare i contenuti degli utenti mantenendo l'integrità dell'opera iniziale e rispettando, al contempo, i proprietari dei diritti".
È opportuno qui ricordare come Google sia stata coinvolta più volte in cause sul copyright. Ricordiamo ad esempio le difficoltà nella causa contro un vero colosso come Viacom, in cui si è vista chiedere un miliardo di dollari di danni o quella avviata da Mediaset per 500 milioni.