El Topo

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Bud-
00venerdì 22 maggio 2009 10:25


Ovvero, la talpa, ossia, il western piu' fulminato che io abbia mai visto.

Un film pieno di allegorie e simbolismi, chiaramente girato sotto l'uso di tutte le sostanze illegali che era possibile racimolare al tempo [SM=x53084]

va visto a piccole dosi perche' rischia di fracassare i coglioni, pero' a me e' piaciuto, specialmente nella parte finale, in cui viene criticato ferocemente il bigottismo e l'isteria religiosa in un modo davvero efficace.

Vi posto la recensione che mi ha spinto a vederlo

"La Frase dal Film: "Tu spari per trovarti, io lo faccio per sparire. La perfezione è perdersi e per perdersi bisogna amare. Tu non ami. Tu distruggi, uccidi e nessuno ti ama. Perché quando credi di dare, in realtà stai prendendo"

Considerata una pellicola culto dalla schiera dei weird seekers, attenti spettatori della fascia del "midnight movie", El Topo è il primo western surrealista. Immaginate un mix composto di elementi Buñueliani, di eco provenienti dallo spaghetti western di Leone, il tutto intriso di spiritualismo New Age, riletture cristologiche e accenti politici. E' molto pericoloso (e forse dannoso) forzare la lettura dei simboli proposti da Jodorowsky, dal momento che la personalissima sensibilità artistica del regista rimane per lo più ermetica. Si può tentare di dare spiegazioni e si rischia di forzarne i contenuti. Ad esempio in una parte del film, il protagonista e Mara, fiaccati dalla sete mentre percorrono il deserto, riescono ad abbeverarsi perché El Topo prega e spara ad una pietra che inizia a zampillare acqua. Bene, Jodorowsky disse che sapeva a priori che la pietra avrebbe emesso acqua in quanto assomigliava al suo pene. E' chiaro che tali spiegazioni sono di un'eccentricità tale che ogni tentativo di rilettura dei simboli è impossibile in quanto nascosta nella mente del regista. In più, per dirne un'altra, sembra che Jodorowsky, durante le riprese, indossasse delle mutande che gli lasciavano scoperto l'ano e parte del pene, in modo che questo ampliasse la sua visione creativa. Quello che lo spettatore può fare di più saggio, quindi, è immergersi in questo realtà onirica fatta di simboli e concetti sovente inafferrabili. D'altra parte è impossibile non pensare che la vita di questo eccentrico artista non sia stata influenzata da un'infanzia peculiare fatta di precoci esperienze sessuali (a partire dai quattro anni!). In tutti i casi El Topo mantiene una linearità narrativa superiore a La Montagna Sacra (1973) ma meno solida di Santa Sangre (1989). Il film presenta tutto il circo visivo e tematico del regista: violenza, feticismo, sangue e personaggi deformi con la positiva sensazione che anche le cose più forti non siano rappresentate con mero intento esploitativo ma rimandino a qualcosa di più "alto". Il pericolo della sopravvalutazione è comunque dietro l'angolo nel momento in cui lo spettatore viene bombardato da immagini e situazioni non-comprese e, per paura di sembrare stupido, dà un valore aggiunto all'opera artistica. El Topo mette in campo talmente tante suggestioni filosofico-sociali al punto da confonderle e ciò che rimane di davvero mirabile è il significante e meno il significato, un significante che poi risulta chiaro solo nell'immaginario mentale del regista. Un po' supponente la frase detta da Jodorowsky rispetto a questo film: "Se siete illuminati, El Topo sarà per voi un grande film. Se non lo capirete è perché siete degli stronzi limitati". Ci sto, però rimane il fatto che El Topo, più che un'esperienza mistica è un esperienza cinematografica che con i suoi non-sense di gusto surreale disorienta. Che poi il disorientamento e l'iconoclasi siano momento di crescita spirituale può anche essere. Quello che mi sento di consigliare a coloro che si avvicinano alle opere di Jodorowsky è, prima di tutto di non farsi irretire dalla schiera di spocchiosi dell'essai che esaltano il regista cileno solo perché nel cognome ha quattro lettere esotiche (in Italia siamo pieni di questa feccia), secondo di crearsi un piccolo percorso che comprenda anche le altre due pellicole ('73 - '89) in modo da avere una visione quanto più integrale della sua poetica. Terzo rimarcare la valenza sociale di questi lavori che supera di gran lunga sia il significato che il significante. Effettivamente, insieme a film quali 2001: Odissea nello spazio (1968), Pink Flamingos (1972), The Rocky Horror Picture Show (1975) ed Eraserhead (1977), tanto per dirne alcuni, i lavori di Jodorowsky con la loro eccentricità ed originalità si ponevano in una posizione di rottura nei confronti del mainstream e della cultura di massa. Una volta appurate queste cose come dati di fatto innegabili (come innegabile è che Jodorowsky sa come muoversi tecnicamente sul set: mdp, fotografia, etc...), rimane comunque valida l'idiosincrasia fra il film e lo spettatore. Per quanto mi riguarda, El Topo è un bel film, ma lungo e a volte noioso e sconclusionato, inadatto ad un pubblico mainstream anche se è proprio a quel pubblico che avrebbe più cose da dire. Troppo sovente questo genere di cinema viene fatto e visto sempre dalle solite persone, creando un circolo che si reputa virtuoso ma che in definitiva, nella sua triste e viziosa autoreferenzialità, se la canta e se la suona. Ah, dimenticavo, "El Topo" vuole dire "La Talpa".

Da anni si parla di un seguito (Il Figlio di El Topo), ma fino ad ora non se n'è fatto nulla.

FORSE NON TUTTI SANNO CHE...

Il film fu girato in Messico fra il 4 agosto 1969 e il 17 settembre 1969, e costò circa 400.000 dollari. In molte fonti El Topo è datato 1971 ma questo è errato dal momento che la prima volta che approdò agli schermi fu il 18 dicembre 1970 in una premiere a New York mentre nel 1971 fu distribuito nel resto del mondo.

Sembrerebbe che Jodorowsky, nella scena in cui violenta Mara, l'abbia fatto davvero. Si dice che abbia allontanato la crew ed abbia lasciato accese le telecamere, quindi le abbia usato violenza. La cosa è poco credibile.

Attualmente negli USA non esiste un DVD legale di questo film a causa della disputa fra la ABKCO (distributore) e Jodorowsky.

Il film usò i set appena usati da L'ultimo colpo in canna (1968).

Distribuito inizialmente come film underground, fu grazie a John Lennon che la pellicola ebbe una distribuzione a livello globale. Il musicista era rimasto così impressionato da questo film che convinse un suo amico a comprarne i diritti e a farsi carico della distribuzione.

Il titolo del film e i nomi dei personaggi principali sono metafora del cinema underground degli anni '60. La talpa scava buchi per poi emergere in superficie. Questo accadeva ad alcuni film low-budget che erano giunti ad ottenere anche l'attenzione del mainstream."


da qui

www.exxagon.it/eltopo.htm

nexstar
00venerdì 22 maggio 2009 10:28
intanto ierie sera hanno dato "Per qualche dollaro in più"

Sergio Leone è un genio!"Parlano" più certe sequenze di primi piani che 200 dialoghi di oggi.
Mai visto dopo di lui un uso così preciso della macchina da presa
BoY.DuKe
00venerdì 22 maggio 2009 10:30
beh, il topic su salò ha risvegliato qualcosa in te. ottimo.

penso che se ho l'occasione lo vedrò. ovviamente mi tengo libero un pomeriggio per le varie pause
Bud-
00venerdì 22 maggio 2009 10:37
Re:
nexstar, 22/05/2009 10.28:

intanto ierie sera hanno dato "Per qualche dollaro in più"

Sergio Leone è un genio!"Parlano" più certe sequenze di primi piani che 200 dialoghi di oggi.
Mai visto dopo di lui un uso così preciso della macchina da presa




Grande film U_U

@Farto, tieniti libero anche piu' di un pomeriggio, questo film puo' essere davvero una mazzata, ma va visto.
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