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Interessante intervista a Flashbook

Ultimo Aggiornamento: 13/10/2010 21:46
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ArrukkiaADMIN
13/10/2010 19:25

Riporto l'intervista che Metalrobot ha realizzato al Direttore Editoriale di Flashbook, Cristian Posocco.
Molto molto interessante leggere le opinioni sulla situazione del mercato, soprattutto rispetto ad altri addetti del settore:


1- METALROBOT: Come è cambiato il mercato fumettistico nostrano da quando la Flashbook è nata sino ad oggi?

FlashBook Edizioni: È cambiato profondamente. Allora c’erano moltissimi spazi e una grande domanda, ben superiore all’offerta; oggi, al contrario, c’è una grandissima offerta, non adeguatamente supportata da una domanda che invece è andata, proporzionalmente, in calando. Il sistema delle fumetterie è entrato in crisi, e, con esso, l’attuale sistema distributivo, che ha cominciato da un bel po’ a dimostrare tutti i suoi anni, e, soprattutto, l’essere stato concepito in un periodo e in un mercato radicalmente diversi da quelli attuali – e con esigenze, conseguentemente, diverse.



2- METALROBOT: Si parla di un mercato fumettistico nostrano saturo di serie e di case editrici. Quale è il Suo parere a tali affermazioni? Vere o false affermazioni?

FlashBook Edizioni: La saturazione c’è, eccome. Le case editrici si sono moltiplicate, e, con esse, il numero delle pubblicazioni mensili; ma, parallelamente, non sono aumentati di pari passo né il bacino d’utenza né il “patrimonio” che esso riversa in questo settore. La conseguenza è che gli spazi si fanno sempre più chiusi… e ciò nonostante quasi tutti tendono a inondare il mercato con quantità impressionanti di uscite mensili. Com’è possibile, si chiedono in molti, che si predichi la crisi e poi nascano continuamente nuovi editori, e si faccia a gara a chi immette più testate nel mercato? La questione è semplice: dal momento che non c’è abbastanza spazio per tutti, c’è chi sgomita il più possibile per occupare da solo o quasi tutto questo spazio, così da costringere la concorrenza a levare i tacchi. È una strategia economica, dirà il tempo se è stata valida o meno. Quel che per il momento succede, è che le fumetterie non riescono a reggere l’impatto delle troppe uscite, e diverse sono costrette a chiudere: al sovraffollamento del mercato si unisce, infatti, la crisi economica generale, che impone tagli sia da parte delle fumetterie stesse, che non sono in grado di “assorbire” tutta la produzione, sia da parte degli utenti, che non hanno più risorse da investire nell’entertainment. A ciò possiamo aggiungere l’abbandono di molti lettori di vecchia data, stanchi e annoiati a causa della ripetitività estrema del mare magnum delle pubblicazioni; mentre, di contro, difficilmente ai nuovi lettori viene data l’opportunità di crescere con pubblicazioni “verticali”. Il fatto è che non esiste una vera e propria “cultura popolare” del manga in Italia. Esiste, semmai, una cultura “settoriale”, elitaria e ristretta. Per fare numeri di vendita importanti non si può puntare su un interesse culturale, profondo, e quindi “reale” e potenzialmente duraturo nel pubblico; bisogna puntare, viceversa, sul “brand”, sulla cultura effimera dell’immagine e dell’oggetto alla moda. Su un pubblico giovane che fagocita tutto quello che “tira” al momento, ma che non si farà alcun problema, domani, a dirottare la propria attenzione su un prodotto totalmente diverso. Un orto destinato a morire, perché sfruttato in maniera intensiva e non fertilizzato. Poi, leggo in giro che c’è anche chi sembra pensarla diversamente, e afferma che la crisi non c’è, gli spazi ci sono, e chi dice che c’è crisi è un disfattista, l’importante sapersi muovere, eccetera eccetera. Be’, se è per questo, leggo anche che c’è chi afferma che l’Italia è uscita dalla cirsi, che l’economia è già ripartita, che va tutto bene… eccetera eccetera. Chiunque può dire quello che vuole. Tanto i conti, a fine mese, li fanno le famiglie.
Tornando in topic, ritengo bizzarro, d’altronde, pensare che la cultura del manga in Italia possa realmente diventare “popolare”. Per questo Flashbook preferisce concentrarsi al ristretto pubblico degli appassionati, l’unico, al momento, che si possa pensare di coltivare con un occhio anche al domani. Citando una conversazione privata avuta con Gualtiero Cannarsi, “non sarebbe più saggio puntare a coltivarsi una solida nicchia”?



3- METALROBOT: Flashbook nasce nel 2001, e nel 2003 iniziò la distribuzione dei manhwa in Italia. Ci potrebbe spiegare come mai puntare su questo genere poco comune in Italia?

FlashBook Edizioni: Flashbook nasce per mettere a frutto la grande esperienza accumulata da Saetti Fotolito grazie alle sue collaborazioni con editori storici del manga in Italia come Granata Press, Dynamic Italia, e, per diversi anni, anche Panini Comics. Di conseguenza, la scelta di pubblicare manga era quasi “obbligata”. Gli editori giapponesi, però, sono restii a trattare con una realtà editoriali appena nate e che, ai loro occhi, non possono offrire determinate garanzie non avendo uno “storico” da presentare come biglietto da visita. Il suggerimento di puntare inizialmente sui manhwa giunse da tal Stewart Levi, al tempo amministratore di Tokyopop. In effetti, il panorama coreano, ai tempi, scalpitava per trovare sbocchi nei mercati internazionali, e gli editori si sono dimostrati fin da subito entusiasti di collaborare con noi. La prima reazione del mercato italiano è stata buona risposta positivissima a questa novità, e titoli come Chonchu, Ragnarok, Rebirth, Gung, I.N.V.U. si sono rivelati dei successi superiori a ogni aspettativa. Oggi, purtroppo, le cose sono cambiate, e le prospettive di vendita per un nuovo manhwa sono diventate assai scoraggianti. Ma tanto, come dicono alcuni, non c’è nessuna crisi.



4- METALROBOT: Riguardo sempre i manhwa. Quali sono le differenze che vi sono fra questi ultimi (i manhwa) ed i manga?

FlashBook Edizioni: Una definizione che ho sempre dato del mercato del fumetto coreano (ma valida un po’ per tutti i mercati asiatici) è quella di “emanazione” del mercato giapponese. E non perché gli autori coreani non abbiano una propria dignità, identità, riconoscibilità. Il discorso è meramente mediatico-commerciale. Dalla sua evoluzione e incredibile espansione dagli anni cinquanta fino a oggi, il manga si è imposto come modello assolutamente dominante in tutta l’Asia, diventando, volenti o nolenti, un inevitabile punto di riferimento e di confronto per chiunque si trovi a fare fumetto in quell’area geografica. Non c’è da stupirsi, dunque, se ci sono diverse caratteristiche in comune fra manhwa coreani e manga giapponesi (sia a livello grafico-semiotico che di meccanismo industriale). Allo stesso tempo, però, i manhwa recano una serie di elementi distintivi e caratteristici che li rendono unici, originali e riconoscibili. L’apprendimento dei codici grafici ed estetici provenienti dal Sol Levante da parte degli autori coreani, infatti, non è stato pedissequo e indiscriminato, ma è andato a fondersi con le tendenze e i dettami delle tradizioni illustrativa e pittorica autoctone. Inoltre, molti lettori hanno la percezione che i manhwa abbiano, nei disegni, un che di “maggiormente realistico”. Questa “sensazione” deriva dalla differenza sostanziale fra Giappone e Corea nel rapporto fra fumetti e televisione. Al riguardo, mi permetto di “pescare” da un articolo che scrissi tempo fa per il portale mangaforever, ma che mi pare non sia più consultabile in seguito al loro cambio di grafica.
In Giappone, il rapporto manga-anime è un rapporto decennale, strettissimo e in continua evoluzione. Se, all’inizio, i manga erano l’origine e gli anime una loro evoluzione, oggi non è più possibile definire un percorso unidirezionale, in quanto nel corso degli anni ha inevitabilmente avuto atto una contaminazione reciproca, un interscambio continuo di codici e simboli, un’evoluzione dell’uno seguendo gli sviluppi dell’altro e viceversa. Il risultato di ciò è che un disegnatore di manga, oggi, non basa più la grafica dei suoi personaggi su una riproduzione riletta e stilizzata di esseri umani (perlomeno non nella maggioranza dei casi), ma pesca direttamente in un linguaggio simbolico già formato che ha come referenti i suoi stessi segni e simboli, senza necessità né interesse di rifarsi al mondo quadridimensionale.
In Corea, invece, è molto più comune che dai fumetti di successo non vengano tratti degli anime, bensì dei drama, fiction con attori in carne e ossa. Ecco che, quindi, quell’interscambio di codici e simboli avvenuto in Giappone non è tecnicamente possibile, ed è quindi nato una sorta di sistema “ibrido”, che utilizza una grafica basata sul sistema di “simboli” sviluppatosi in Giappone applicata a un tentativo di riproduzione della realtà coreana o comunque di un mondo quadridimensionale, con l’intento. mettere in scena l’equivalente disegnato di persone in carne e ossa, e non icone autoreferenziali.



5- METALROBOT: In poco tempo il parco manga/manhwa ha annoverato titoli e autori importanti (ad esempio Mitsuru Adachi, Yukinobu Hoshino e molti altri) in futuro vedremo altre opere di questi autori o le prossime uscite saranno un mix di autori/titoli affermati ed emergenti del sol levante?

FlashBook Edizioni: Molto onestamente, sarà difficile vedere ancora Hoshino sotto il nostro marchio, purtroppo. 2001 Nights è stato un successone, gli altri suoi titoli hanno incontrato numerose resistenze. Il fatto è che 2001 Nights è quello che in gergo si definisce, scherzosamente, una “girella”: un titolo già noto e famoso perché uscito in un “meraviglioso passato”. Questo basta a farlo ordinare e consigliare dai fumettari e cercare e richiedere dai lettori. Ma da lì, il passo all’autore non viene fatto. Molti che hanno venduto o letto 2001 Nights probabilmente non sanno nemmeno come si chiami il suo autore.
Discorso inverso per Adachi: è un autore che in Italia può vantare un seguito appassionato, competente e fedele. Da parte nostra, ci sarà sempre l’interesse e l’intenzione di pubblicare le opere di questo autore.
Saremo costretti a pensarci molte volte anche quando si tratterà di proporre autori emergenti. Questo perché, come detto prima, nel sovraffollamento dei titoli le fumetterie sono costrette a tagliare, e di solito i primi a essere tagliati sono titoli e autori che non hanno mai sentito nominare. Al momento attuale, lanciare autori sconosciuti è un lusso che solo gli editori più visibile ed “esposti” si possono permettere. E lo dico con molta tristezza, perché scoprire nuovi talenti sarebbe la parte più bella del mio lavoro.



6- METALROBOT: La Flashbook porterà in Italia la famosa serie di Five Star Stories, inedita nel nostro paese. La contrattazione per queste serie è stata difficile?

FlashBook Edizioni: Moltissimo. E non sto scherzando: è stata la contrattazione più difficile che abbiamo portato avanti da quando abbiamo iniziato la nostra attività di editori. Ma non possiamo entrare nei dettagli.



7- METALROBOT: Riprendendo l'argomento della domanda precedente. Come mai nessun editore sin ora aveva puntato all'acquisto di questa serie? Difficoltà nella contrattazione di acquisizione? Blocco dei diritti per l'estero?

FlashBook Edizioni: Mi risulta ci fossero delle difficoltà legate alla presenza di più parti in causa nella gestione dei diritti d’immagine di quest’opera. Le trattative sono potute decollare solo non appena una delle parti ha avuto il mandato dalle altre per la cessione dei diritti all’estero. E questa condizione si è realizzata relativamente da poco.



8- METALROBOT: Riguardo sempre la serie di Five Star Stories. Quando troveremo questo prodotto nelle fumetterie e con che cadenza? Che edizioni ci aspetterà?

FlashBook Edizioni: Il primo volume sarà disponibile in fumetteria verso fine Ottobre, il secondo già verso metà Novembre, e di lì in poi uscirà con cadenza bimestrale. L’edizione sarà pressoché identica, per carta e formato, all’edizione giapponese: 16,5 x 21, B/N su carta uso mano e colore su carta patinata, sovraccoperta opaca.



9- METALROBOT: Ci aspetterà qualche altra sorpresa in futuro?

FlashBook Edizioni: Me lo auguro, e mi auguro anche in tempi brevi. Ma si tratterebbe, per citare i Monty Python, di “qualcosa di completamente diverso” rispetto alla “sorpresa” Five Star Stories.



10- METALROBOT: Per concludere, un consiglio per chi voglia godersi questo autunno cocente con un albo Flashbook: cosa consiglia di leggere assolutamente e da non dover lasciare sullo scaffale delle fumetterie?

FlashBook Edizioni: The Five Star Stories a parte, al ritorno da quest’Estate (poco) rovente, consiglio di svagare l’animo oppresso per la ripresa del lavoro o della scuola con dei buoni fumetti d’autore, come Muyung – senza ombra o Billy the Kid.



METALROBOT: Ringrazio ancora la Flashbook ed in particolare il Sig. Cristian Posocco per la disponibilità ed auguro a tutto lo Staff un buon lavoro ed una buona giornata.

FlashBook Edizioni: Grazie a voi e presto.





Cosa ne pensate? Dice il vero o è anche dettato dal fatto che il suo segmento di mercato è chiaramente inferiore rispetto a Panini e Star Comics?


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13/10/2010 20:37

a parte il tono lagnoso che non condivido mi ha colpito molto la risposta al secondo quesito
il mercato e il circuito fumetterie.

Lo scenario è davvero critico:troppe, troppe uscite (e se ci aggiungiamo comics e fumetti italiani diventano un'enormità) prezzi che continuano a cresciere ma si sa la carta è cara (lo leggo da ormai 25 anni ) i soldi so' sempre quelli da spendere.
E' ovvio che le fumetterie piccole "cadono", o ti specializzi in un settore (manga,comics,italiani dvd ecc ecc) oppure non riesci a farti una clientela.

Io sono sempre dell'idea che una buona cernita di quello che arriva in Italia più un prezzo più popolare a discapito (eresia?) della qualità globale (nei limiti della decenza ovvio) sia la ricetta migliore per superare la crisi.
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13/10/2010 20:53

Re:
nexstar, 13/10/2010 20.37:



Io sono sempre dell'idea che una buona cernita di quello che arriva in Italia più un prezzo più popolare a discapito (eresia?) della qualità globale (nei limiti della decenza ovvio) sia la ricetta migliore per superare la crisi.




Vero, però di contro si rischierebbe di non poter leggere i titoli con meno "appeal" e con largo bacino di utenza. Perchè sebbene abbassino i prezzi e la qualità, è innegabile che devono comunque avere un certo ritorno.
E qui entrano in gioco diversi fattori, tra cui le licenze.



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13/10/2010 21:04

si ma io rabbrividisco di fronte a un'offerta per elitari
roba ultracostosa per chi già sà
la massa si attacca.
Il bello del fumetto una volta era andare in edicola e più avanti in fumetteria e lasciarsi trasportare da copertine e letture rubate per decidere quali novità acquistare.
Le grandi vendite erano anche frutto di questo.
La grande ondata degli anni 90 e del boom delle vendite manga è finita da anni ma alcuni editori ancora non l'hanno capito e sperano e pretendono di spremere dove non c'è più niente
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13/10/2010 21:24

sono totalmente d'accordo con nex

"Ti dò un consiglio per la prossima volta: fatti i cazzi tuoi"
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Re:
Oxido, 13/10/2010 21.24:

sono totalmente d'accordo con nex




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13/10/2010 21:46

Re:
nexstar, 13/10/2010 21.04:

si ma io rabbrividisco di fronte a un'offerta per elitari
roba ultracostosa per chi già sà
la massa si attacca.
Il bello del fumetto una volta era andare in edicola e più avanti in fumetteria e lasciarsi trasportare da copertine e letture rubate per decidere quali novità acquistare.
Le grandi vendite erano anche frutto di questo.
La grande ondata degli anni 90 e del boom delle vendite manga è finita da anni ma alcuni editori ancora non l'hanno capito e sperano e pretendono di spremere dove non c'è più niente




Ma guarda che anche io rimpiango quei tempi. Tempi in cui con 2000-3000 lire (a volte anche meno) ti compravi un fumetto e non te ne fregava della qualità.
Dico solo che probabilmente non saremmo riusciti a godere di alcuni titoli che hanno un bacino d'utenza più ristretto.
Se potessi scegliere anche io preferirei edizioni stile Star Comics con i prezzi ribassati.




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