La serie animata giapponese "Lo specchio magico" si distingue per la semplicità e la genuinità della favola, che permangono sia nel rifacimento del 1988 che in quello del 1998.
Tra il comico e il magico, la storia della piccola Stilly si distingue per il forte realismo delle scene e dei temi affrontati: tipica degli anni '60 è la voglia giapponese di raccontare e affrontare la realtà senza alcun tipo di edulcorazione, ma semplicemente tramite una narrazione sobria e quanto più vicina al pubblico infantile.
E' probabilmente questo che diversifica "Himitsu no Akko-chan" - titolo originale della serie - dalle serie contemporanee per l'infanzia; nonostante il target di destinazione sia lo stesso è raro trovare una serie per bambini attuale che affronti la realtà allo stesso modo.
Il simbolo dello specchio magico, che rende Stilly una delle prime Magical Girl, è solo un pretesto per raccontare, tramite la fantasia e l'immaginazione, tante verità forti che l'animazione coeva tende a celare o dare per scontate, quella stessa animazione che corre troppo, ma non sempre con la fantasia.
"Lo specchio magico" è, senza dubbio, uno dei simboli di una televisione primordiale, ma allo stesso tempo creativa, cruda e sperimentale, che ha cresciuto milioni di ragazzi consapevoli di aver vissuto in un periodo astorico e temporalmente arbitrario, ma compiuto ed irriproducibile.
Prima parte dell'episodio 75 della serie "Lo specchio magico", le voci sono di Susanna Fassetta (Stilly), Anna Marchesini (Moko) e Massimo Corizza (Taisho).