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Animeclick intervista Carlo Freccero e lo staff di Rai 4

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2010 17:34
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19/12/2009 20:04


Carlo Freccero, Rai 4 e gli Anime: Intervista di AnimeClick.it


Se c’è una cosa che abbiamo imparato in queste settimane è che intervistare un direttore di rete, con i suoi mille impegni, è un’impresa davvero ardua. Ringraziamo quindi sentitamente Carlo Freccero e lo staff di Rai 4, nella persona di Massimiliano Morelli, consulente di programmazione e animazione della rete, per aver dedicato prezioso tempo ad AnimeClick.it e il suo grande pubblico di appassionati, parte sicuramente integrante di quel target a cui Rai 4 si propone.

• Pulisan per AnimeClick.it: Egregio dottor Freccero, La ringrazio a nome mio e di tutto lo Staff di AC per la concessione di quest’intervista.

Carlo Freccero: Grazie a voi.

• AC: Iniziamo subito l’intervista con una domanda sulla programmazione anime di Rai 4. Finita la messa in onda dei primi 25 episodi di Code Geass, ci può confermare ufficialmente anche la trasmissione della seconda serie, la R2, di altrettanti 25 episodi? Inoltre, dal 17 dicembre Code Geass raddoppierà gli episodi della serata anime di Rai 4, e così sarà anche il 24; ci sa dire se questo palinsesto sarà proprio quello definitivo anche per il 2010, con due episodi di Code Geass ogni giovedì sera?

Carlo Freccero: Posso innanzitutto confermarvi, finalmente, che la seconda serie di Code Geass sarà programmata nel corso del 2010 su Rai 4; la programmazione doppia del giovedì sera è invece limitata al solo dicembre. Da gennaio riprenderemo la scansione originaria degli episodi.

• AC: Dal 10 dicembre è cominciato il ciclo di film d’animazione, con Ghost in the Shell in prima serata; dal 17 dicembre, quindi, ci saranno ben tre ore di animazione giapponese senza censure su Rai 4. Vorremmo chiederle se questo grande spazio dedicato agli anime continuerà anche nel 2010, con un lungometraggio animato in prima serata, un episodio di Gurren Lagann e Code Geass, oppure se si tratta solo di un’eccezione festiva.

Carlo Freccero: Purtroppo devo dire che il ciclo di film d’animazione doveva essere differente: avevamo programmato un dicembre all’insegna di Millennium Actress e dei Miyazaki, I racconti di Terramare e Il castello errante di Howl, con un gennaio, invece, cyberpunk, contrassegnato dai due Ghost in the Shell e da altri due titoli. Tutto questo è stato però rivisto in seguito alla decisione di programmare i film dei Miyazaki su Rai 2 e a un paio di acquisizioni che si sono rivelate più difficili del previsto. Detto questo, c’è la ferma convinzione di continuare sicuramente a gennaio con almeno un altro film, e poi ci fermeremo per poter mettere assieme un parco titoli di alto profilo per il 2010.

• AC: Al recente Lucca Comics Lei ha annunciato la trasmissione su Rai 4 di Eureka Seven, serie robotica in 50 episodi che verrà pubblicata in DVD da Dynit. Per ora sappiamo solo che arriverà nel 2010, saprebbe darci una data più specifica?

Carlo Freccero: No. Speriamo di poterlo programmare nella prima metà del 2010, ma dipende da molteplici fattori.

• AC: Se gli anime attualmente in onda su Rai 4 stanno avendo successo a livello di ascolti, come Lei ci ha confermato nelle scorse settimane, per caso ha già in mente qualche altro titolo che vorrebbe trasmettere sul Suo canale e che potrebbe anticiparci, oltre al già annunciato Eureka Seven?

Carlo Freccero: Non posso ancora anticipare nulla, ma posso dirvi che stiamo già puntando due serie per il futuro di Rai 4, per la programmazione a lungo termine.

• AC: Sempre riguardo l’avvio ottimo sul lato degli ascolti di cui accennava assieme alla buona prospettiva di crescita, questa è avvenuta nel tempo?

Carlo Freccero: Sono sicuramente in crescita, però pensavo meglio... Questa cosa è molto interessante: sono titoli molto visti in streaming, su Rai.tv, e purtroppo questo ascolto non viene ancora calcolato.

• AC: Però è un dato da tenere in considerazione in prospettiva...

Carlo Freccero: Devi capire che io sono concreto: l’ascolto degli anime corrisponde agli obiettivi prefissati, anzi mi meraviglia l’ascolto di film come Ghost in the Shell. Purtroppo lo streaming ci ruba molti ascoltatori, perché è un prodotto visto molto su Internet; questo ci penalizza molto, perché i pubblicitari guardano solamente gli ascolti televisivi. È un problema grosso per noi e ci danneggia molto. In questo senso ci sono due discorsi da fare: uno sulla realtà televisiva che si deve confermare, Rai 4, e uno sul suo percorso verso il futuro. Per ora Rai 4 era solamente un esperimento, stiamo uscendo dalla sperimentazione perché quando una rete fa l’1% in prime time è una rete che esiste performante ed è anche una realtà economica. Il problema è quello di dare una potenzialità a livello di organizzazione aziendale per poter lavorare su due piani: il piano di una realtà televisiva che raccoglie risorse pubblicitarie e che va in pareggio, e dall’altra parte lavorare verso i nativi digitali dove, invece, si fa un altro tipo di lavoro, lavorando sulla coda lunga, ma anche sul sito della rete. Per ora lavoriamo solamente in quattro persone su Rai 4.

• AC: Infatti ci chiedevamo se aveste intenzione, in futuro, di creare una redazione che si focalizzi su una tipologia di prodotto specifica, come gli anime.

Carlo Freccero: Ma sicuramente, io spero che queste quattro persone diventino quattro strutture. Per ora sono solo quattro persone che lavorano sul prodotto specifico: uno lavora sul cinema, uno sulla serialità e sugli anime giapponesi, un altro invece sulla produzione, e poi ci sono io che lavoro su tutto.

• AC: Che cosa ne pensa delle produzioni proprie, finora poche e sparse nel palinsesto? Ad esempio, un magazine settimanale su anime e manga con un taglio adulto, magari a precedere o seguire la serata anime, per creare una serata tematica che attragga un certo pubblico facendo anche approfondimento in tal senso?

Carlo Freccero:
C'è già, un po’, ho capito che chiedete qualcosa di più specifico. Questa sarà una matrice che si svilupperà, ma già ora “Sugo” lavora in questa dimensione delle sottoculture giovanili. Per il momento è solamente una matrice per il futuro.

• AC: Nelle scorse settimane sono stati lanciati alcuni attacchi a Rai 4, prima da Libero News, che affermava che “Rai 4 ti conquista col porno”, e in seguito da Giovanni Valentini, nel suo articolo pubblicato su La Repubblica, in cui accusava il telefilm Angel. Vorrebbe dire qualcos’altro a riguardo?

Carlo Freccero: Vittoria completa. Anzi, quello che dico è che faremo anche la quarta e la quinta serie di Angel, inedite, che andranno questa volta in orario non protetto alle 20.00 per evitare problemi.

• AC: Per concludere, vorrebbe dirci cosa possiamo aspettarci da Rai 4 nel 2010?

Carlo Freccero: Adesso aspettiamo di vivere!

• AC: La ringrazio davvero per aver trovato il tempo di concederci quest’intervista, e spero in futuro avremo nuove occasioni di risentirci. Un caloroso saluto, e ovviamente... lunga vita a Rai 4!

Carlo Freccero: Naturalmente! Ciao!

Potete scaricare un piccolo estratto audio dell’intervista cliccando qui.


In seguito a questa intervista, siamo stati contattati telefonicamente da Massimiliano Morelli, consulente di programmazione e animazione di Rai 4, che ci ha fornito degli interessanti dati e alcune anticipazioni sulle quali riflettere.

Possiamo quindi confermare che i due film di Ghost in the Shell hanno avuto entrambi degli ottimi ascolti, essendo stati a ridosso dei 60.000 spettatori. Nello specifico della fascia oraria di riferimento (21-23), il primo film si è piazzato al decimo posto nella classifica delle televisioni digitali, mentre L’attacco dei cyborg è salito al settimo. Studiando le curve d’ascolto, è stato possibile verificare anche come il più temibile avversario nella serata del giovedì sia stato Anno Zero, che evidentemente attrae le stesse tipologie di pubblico alle quali si propone la serata anime di Rai 4, con gli ascolti di quest’ultima che effettivamente si sono impennati subito dopo la fine dell’ottima trasmissione di Michele Santoro.

Vi possiamo inoltre anticipare che il prossimo film d’animazione, è previsto per il 2 gennaio.




fonte: animeclick



[Modificato da djufo 19/12/2009 20:04]
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19/12/2009 20:20

porcaccia la miseriaccia
prendessi rai 4 darei volentieri il mio contributo all'auditel(anche s enon ho ho l'apparecchietto :-P)
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19/12/2009 20:22

E io idem!
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19/12/2009 20:28

io intendo quello dell'auditel
il decoder ce l'ho
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19/12/2009 20:30

Anche io il decoder ce l'ho, ma ancora non vedo Rai4.
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19/12/2009 21:33

strano...perchè io vedo perfettamente Rai4 e abito in uno sputo di villaggio..
con la sintonizzazione automatica dei canali adesso ne vedo alcuni che prima non ricevevo,varie emittenti locali di altre città.
20/12/2009 00:09

Re:

• AC: Per concludere, vorrebbe dirci cosa possiamo aspettarci da Rai 4 nel 2010?

Carlo Freccero: Adesso aspettiamo di vivere!



Mi basta solo questa risposta per amare quest'uomo [SM=x53124] [SM=x53120]

Comunque è interessante il fatto dello streaming: purtroppo il buon Freccero non sa che gli otaku italiani vivono in simbiosi con il computer, non vanno nemmeno al cinema quando escono i film di Miyazaki, figuriamoci guardare RAI4 in tv [SM=x53100] [SM=x53100]

Comunque da me Rai4 con il decoder si vede che è uno spettacolo, e di solito siamo sempre l'ultimo posto del mondo per vedere i canali.
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20/12/2009 01:01

qui non si vede, ed è un peccato

l'intervista a mio mnodo di vedere avrebbe potuto concentrarsi di più su alcuni aspetti di controtendenza dell'emittente (cioè, fare audience con una programmazione intelligente e attuale), avendo a disposizione un guru come freccero (ricordo che aveva portato raidue a livelli mai visti prima di essere ovviamente silurato dai berluscones)

ma vabbè, intervista di animeclick, è ovvio che alcune domande siano pari pari quelle che farebbero a un margaria qualunque...

"Ti dò un consiglio per la prossima volta: fatti i cazzi tuoi"
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Kab e Koji fan
20/12/2009 08:36

Anche da me niente rai4. Cazzo contribuivo pure io.

SVEGLIA ITALIA!!!

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20/12/2009 16:06

A giudicare da chi la vede e chi no direi che incredibilmente è stata data la priorità al sud Italia!
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20/12/2009 17:50

Frcero lo lasceranno a Rai 4 finchè avrà l'un per cento di ascolti, appena arriva al 2, massimo il 3, lo cacciano [SM=x53150]
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20/12/2009 18:30

Re:
djufo, 19/12/2009 20.30:

Anche io il decoder ce l'ho, ma ancora non vedo Rai4.



niente pure da me... peccato perché di roba interessante ne fanno vedere, a differenza dei canali in chiaro che mi fanno venire l'orchite fulminante.




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20/12/2009 19:56

Rai 4 per ora non c'è nemmeno nei posti dove è avvenuto lo switch off. Da noi Rai4, come tutti i canali Rai non c'è. Solo Rai1, Rai2 e Rai3.

Se pensassero a sistemare in tutte le zone dove il digitale terrestre è arrivato gli altri canali Rai (Rai4, RaiStoria, RaiGulp, RaiYoyo) e Mediase (Boing, Iris) e altri (K2, e compagnia) forse più auditel di sicuro avrebbe!

è inutile piangersi addosso se non si sistemano le tv dove è avvenuto il passaggio da analogico a digitale!

Insomma che mettano i canali e poi di sicuro auditel e share aumentano!

Per i cartoni: noi vogliamo Le Chevalier d'Eon!
[Modificato da veu 20/12/2009 19:56]
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20/12/2009 20:06

Re: Re:
Rodan75, 20/12/2009 0.09:



Comunque è interessante il fatto dello streaming: purtroppo il buon Freccero non sa che gli otaku italiani vivono in simbiosi con il computer, non vanno nemmeno al cinema quando escono i film di Miyazaki, figuriamoci guardare RAI4 in tv [SM=x53100] [SM=x53100]



Più che otaku io direi "gli otaku di nuova generazione" che vivono solo davanti al pc e sarebbero disposti ad andare in prigione pur di non spendere 7 euro per un biglietto del cinema.
[Modificato da .Star Platinum. 20/12/2009 20:06]
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20/05/2010 22:12

Da Animeclick:

Prima parte


Come vi avevamo preannunciato qualche giorno fa, AnimeClick.it ha incontrato per la seconda volta Carlo Freccero per una lunga e interessante intervista sullo stato attuale dei media digitali in Italia e il ruolo dell’animazione giapponese all'interno di essi. A differenza del precedente colloquio, però, questa volta siamo stati invitati a visitare la sede romana dell’emittente e abbiamo potuto parlare anche con lo staff che si nasconde dietro la programmazione di Rai 4: Massimiliano Morelli, Leopoldo Santovincenzo ed Enrico Platania.

Da questo incontro è scaturita un’interessantissima chiacchierata sulla televisione e il futuro dei media digitali con alcuni tra i protagonisti dell’evoluzione in atto degli stessi, durante la quale l’alto livello degli interlocutori ci ha permesso di spaziare da un’analisi del panorama italiano a un esercizio di immaginazione di un futuro dove Internet possa sopperire al limite unidirezionale del medium televisivo.

Data l’ampiezza e la complessità dell’intervista abbiamo deciso di dividerla in tre parti, che verranno pubblicate con i relativi video in successione durante la settimana.

Ancora una volta desideriamo ringraziare Rai 4 e tutto lo staff artefice di essa per averci dato la possibilità di poter capire un po’ di più i delicati meccanismi che regolano il medium televisivo e per aver trovato del tempo da dedicare al fandom dell’animazione giapponese, vero segnale del cambiamento nell’approccio al proprio pubblico di riferimento che Rai 4 sta portando avanti.


• Pulisan per AnimeClick.it: AnimeClick.it oggi incontra nuovamente Carlo Freccero...

Carlo Freccero: ...per discutere di animazione con Massimiliano Morelli e Leopoldo Santovincenzo mentre siamo alle prese con il palinsesto di Luglio, discutendo come piazzare l'ultimo passaggio del “Castello errante di Howl”, se metterlo contro le partite oppure no...questo è il tema della discussione. Chiaro?

• Certo...l'ultima volta ci siamo sentiti 5 mesi fa. Iniziamo proprio su questo scarto temporale: la scorsa volta lei ha parlato di Rai 4 come di un canale ancora in fase embrionale, disse che “è un esperimento ma stiamo uscendo dalla sperimentazione”. Cosa è cambiato in questi 5 mesi?

No, c'è stata la conferma della linea editoriale...cosa vuol dire questo: che la rete per essere visibile, per comparire, per avere uno spazio nella molteplicità di canali che stanno nascendo deve avere in qualche modo una forte editorialità. Cosa vuol dire editorialità: vuol dire che deve avere una coerenza: la forza principale di una rete di questo tipo, non avendo dei prodotti di primo passaggio è quella di avere un'architettura coerente che possa far distinguere la rete dalle altre. Chiaramente il risultato più eccellente lo dimostrano i giorni in cui abbiamo dei generi molto forti, definiti, che hanno permesso alla rete di arrivare a dei risultati economicamente forti. Questi giorni sono l'appuntamento con il fantasy e le sue declinazioni al giovedì e la serie del martedì, calcolando che Supernatural non è una serie “principe” ma comunque sta dando una stabilità agli ascolti, anche se nel giovedì aveva creato dei successi formidabili. Gli altri giorni estremamente “caratterizzati” sono due: il lunedì ed il mercoledì, il lunedì con l'action-crime ed il mercoledì con il film di Rai 4, diciamo il film più importante, il più “semi-generalista”. Ma sempre però un film dove i generi principali sono presenti, un genere però ibridato con altri generi...cioè quando io parlo del film del mercoledì intendo per esempio “Traitor”,“La mia super ex-ragazza”, “Nella morsa del ragno” eccetera...cioè film che sono un po' più “larghi” ma dove il genere di Rai 4 è presente. Quindi abbiamo quattro giorni veramente costanti: crime, action-crime, fantasy, seriale, il “filmissimo” più ampio però sempre con l'impronta di Rai 4 per finire con il venerdì con “Battlestar Galactica”. Con i suoi pregi e difetti: pregi dovuti al fatto che ci da una forte connotazione, difetta però nell'essere una serie con un pubblico estremamente profilato, particolare, ma che è stato fondamentale a livello strategico, a livello d'immagine, per caratterizzarsi. Quindi abbiamo definito, in questi cinque giorni della settimana, i generi e la scrittura di questi prodotti, che sono tipicamente di Rai 4. Il sabato e la domenica invece occorre rifondarli, per un motivo molto semplice: non sono giorni dove il consumo del digitale è forte come gli altri e lavoriamo di contro-programmazione, e siamo obbligati a sottostare alle regole di quello che è il coordinamento palinsesto, e spero che questa cosa si possa risolvere a partire dall'autunno prossimo programmando i life-drama e generi che non sono i tipici di Rai 4 ma che dovrebbero allargare il target della rete.

• Prima o poi comunque Rai 4 dovrà passare ad una “seconda fase”, una presa di coscienza maggiore, una maturità. E questa seconda fase è subordinata ad un maggiore afflusso di risorse. Ultimamente abbiamo assistito invece a delle grandi manovre in Rai con la struttura RaiPremium che sarà diretta da Paolo Ruffini e ingloberà anche Rai 4. In quest'ottica il dover dipendere da una struttura supplementare permetterà una maggiore autonomia o sarà l'ennesimo paletto, un comitato ancora più stringente per Rai 4?

Ma guarda, io ti spiego una cosa: in televisione l'organigramma ufficiale deve poi sempre verificarsi con l'organigramma reale. Per il momento c'è un organigramma ufficiale ma non si è ancora attuato per cui la domanda non ha ancora risposta perchè di fatto questa “super-direzione” che ingloba Rai 4 e RaiMovie non è diventata ancora operativa. Per cui navighiamo a vista, operiamo ancora senza questo coordinamento presente sulla carta ma non essendo ancora operativo non posso rispondere a questa domanda. E' chiaro che questa “super-direzione” di RaiPremium dovrà occuparsi del coordinamento di Rai 4 e RaiMovie ma Rai 4 rimane quello che è, non è che questa introduzione possa in qualche modo contaminare e distruggere la linea editoriale di Rai 4, perchè se la rete funziona non la si può distruggere.

• Soffermiamoci sulle tematiche: siamo riusciti a recuperare la “scheda di presentazione” di Rai 4 datata 14 luglio 2008...

...ed è incredibile, perchè tutto quello che ho scritto si è avverato!

• La scheda cominciava dicendo che “una tv nuova non può scaturire bella e pronta come Minerva dalla testa di Giove” e che “dalla sperimentazione sul campo si costruirà l'identità di rete”. A distanza di 2 anni esiste l'identità di Rai 4?


Eccome! Non solo, ma la cosa interessante è che si può verificare pezzo per pezzo, riga per riga quello che ho scritto: si è totalmente verificato, una cosa sorprendente! E' chiaro che andando avanti si è definita meglio la linea editoriale ma è sorprendente come il “manifesto” del piano editoriale si sia attuato nel giro di pochissimi mesi, credo che dopo alcuni mesi si è completamente attuato. In questo senso sono meravigliato di come le previsioni si siano mantenute.

• Abbiamo citato l'inizio, ora citiamo la fine: la scheda terminava dicendo che “Rai 4 è la prima tv che si costruisce sul futuro e non sul passato”...

Beh si, perchè non ha nessuna memoria storica: le reti Rai, RaiUno RaiDue e RaiTre, hanno in qualche modo una storia che pesa sulla loro linea editoriale. La dimostrazione è che non si può fare “L'isola dei famosi” su RaiUno, anche se poi lentamente si potrà fare, perchè ormai sempre di più le reti Rai stanno perdendo la loro memoria e navigano nel presente, che è più forte del loro passato. Rai 4 non ha nessuna memoria storica, ogni rete ha un pubblico che si è formato anni dopo anni, e questa memoria storica incide profondamente nella rete. Rai 4 invece ha l'attualizzazione alla contemporaneità della televisione, noi guardiamo a Sky ed alla piattaforma Premium, la nostra attenzione è volta ai prodotti delle reti via cavo americane. E' una rete che nascendo per un pubblico che non è presente dentro gli ascolti Rai ha lo sguardo volto verso tutta quell'offerta che la televisione globale mette in campo oggi, l'immaginario di oggi: lavoriamo sull'immaginario contemporaneo.

• Si parla dell'immaginario odierno e del futuro, ma molte volte il futuro è difficile da vedere, è sempre un po' aleatorio...

No beh, il futuro è dato dalle offerte che stanno emergendo...se pensi al film del giovedì, il filone iniziato da aprile dei film tratti da videogiochi o dai fumetti, dimostrano come questa rete lavori su dei generi che in Rai sono marginali...tanto è vero che il catalogo di RaiCinema l'abbiamo saputo rivalutare molto, era un catalogo con dei prodotti che per le generaliste sono un po' di nicchia, non sono per una tv che deve massimizzare gli ascolti. Noi abbiamo saputo utilizzarlo al meglio dandogli un valore forte. Non abbiamo l'angoscia di massimizzare gli ascolti e quindi possiamo lavorare sui pubblici profilati, su pubblici particolari permettendoci di aggiornare l'offerta Rai, centrata su un pubblico indifferenziato.

• Il problema dei pubblici è sempre presente: il futuro di Rai 4 sarà semanticamente unico, un grande racconto meta-testuale e focalizzato, o Rai 4 perseguirà più pubblici con un modello dal semi-generalista al generalista?

Allora, ti spiego una cosa molto importante: solitamente il palinsesto viene visto come un dispositivo di programmazione, un dispositivo per collocarsi nello scenario competitivo. Credo che invece il palinsesto sia un dispositivo di racconto: si passa da un palinsesto dove la memoria storica, il budget ed il target da raggiungere contano moltissimo ad un palinsesto-racconto. Questa è una cosa diversissima, e mi rifaccio alla prima parte dell'intervista: il racconto si muove nell'immaginario odierno e su tre-quattro generi principali. Occorre inserire nel nostro palinsesto, in questo racconto dell'immaginario, anche una parte ancora non presente, quella del life-drama, di come la realtà quotidiana viene trasfigurata da questo racconto. Ecco come in questo senso l'introduzione di serie come Breaking Bad o la ripresa di Mad Man sarà molto importante. Però la cosa nuova che ho sperimentato con Rai 4 in modo molto forte è la prima volta del palinsesto come dispositivo di racconto, non solo come organizzazione della programmazione...questa è una novità assoluta, molto forte, ed è chiaro che dentro questo racconto però mancano ancora i life-drama e la comicità, che saranno da introdurre prossimamente. Con il palinsesto che diventa un racconto cambia tutto, e tu sai che nei corsi che ho fatto ho esplicitato che con l'arrivo delle reti a pagamento cambia il palinsesto, ma questa volta non è stata solamente un'osservazione teorica ma siamo passati alla pratica teorica, l'abbiamo verificato sul campo. Con Rai 4 per la prima volta ho attuato il palinsesto come racconto.

• Parte del racconto comunque è anche la trasmissione di animazione giapponese su Rai 4...

Infatti...questo racconto ha tante declinazioni e l'animazione giapponese, soprattutto quella per un pubblico “adulto”, anche se queste definizioni biologiche oggi hanno poco senso...è chiaro però che l'animazione giapponese, i temi della serialità del “terzo impatto dell'animazione giapponese” sono in corrispondenza bi-univoca con i generi sci-fi americani eccetera...è un'altra scrittura, ma sono temi che ritroviamo anche nella serialità americana.


A presto per la seconda parte dell’intervista!




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22/05/2010 11:31

aspetto con ansia le prossime 2 parti




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22/05/2010 13:32

Interessante, anche se io non seguo Rai 4, benchè apprezzi la sua programmazione.
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23/05/2010 10:10

son 4 giorni che ho messo il decoder ed a parte Rai4 non ho guardato un mazzo...


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24/05/2010 01:51

Da Animeclick la seconda parte dell'intervista:


Come promessovi, ecco la seconda parte dell’intervista che Carlo Freccero e lo staff di Rai 4 ci hanno gentilmente concesso.
In questa, che forse è la parte più corposa della nostra conversazione, abbiamo avuto modo di esplorare alcuni dei delicati meccanismi che regolano la dialettica tra un fandom e l’emittente televisiva, soffermandoci anche sul piccolo ruolo che ha avuto il nostro “sondaggione” nell’essere un primo esperimento di “Extended Relevance” del pubblico e sulle intenzioni di Rai 4 riguardo l’inserimento dell’animazione giapponese in altre fasce orarie oltre che in seconda serata.


• Pulisan per AnimeClick.it: Ecco, proprio questo è il punto focale, perché la trasmissione di Anime su Rai 4 è forse il primo passo concreto verso la diffusione di prodotti globali di derivazione extra-USA, un esempio sicuramente forte. Un esempio di xenofilia come questo, però, può funzionare nel contesto socio-culturale attuale, abbastanza difficile, del nostro paese?


Carlo Freccero: Questi prodotti sono consumati da certi tipi di pubblici, per cui chiaramente siccome ci rivolgiamo ad un pubblico competente e informato abbiamo solo avuto l'attenzione a offrire anche questo prodotto. Attenzione, a me dispiace che per motivi di censura questo prodotto possa essere collocato solo in seconda serata perché ormai ci sono molte reti e credo che queste reti non debbano sempre essere obbligate a offrire lo stesso prodotto solo in determinate ore. L'ideale sarebbe che questo prodotto potesse essere collocato al pomeriggio, in corrispondenza di quello che si fa solitamente per l'animazione, perché per ora è confinato in seconda serata per motivi censori, ma dovrebbe trovare una collocazione anche in day-time, sicuramente. Cioè... l'animazione giapponese non è da vedere come una cosa “esotica”, è da vedere come questi prodotti siano presenti anche nella serialità americana, ma con una scrittura diversa... lì sono scritti attraverso l'animazione, punto e basta. I temi sono gli stessi che potremmo trovare anche nella sci-fi americana.

• Un grande racconto che non può prescindere dal più grande racconto sociale presente oggigiorno, Internet, il non-luogo d'eccezione: un contesto mediale dove si annullano le derivazioni sociali e dove chiunque può contribuire attivamente. Una rete come Rai 4, “costruita sul futuro”, finora ha utilizzato la rete come contesto sub-culturale di riferimento per costruire la propria offerta, ha attinto ideologicamente dalla rete relegando però la propria presenza in essa ad una mera vetrina. C'è la voglia di muoversi verso l'interazione e la possibilità di farlo?

Beh, d'altra parte bisogna sapere che noi in quanto Rai 4 siamo una tessera della grande architettura che è la Rai, non abbiamo l'indipendenza totale, non siamo totalmente autonomi. Ad esempio, tutto quanto il mondo di Internet dipende dalla Rai, non possiamo andare oltre il nostro compito. Per ora siamo all'inizio, ma è chiaro che ormai una rete deve sviluppare il suo fuori-campo nel web, questo è indubbio. Ma non solamente per motivi di interazione, ma per un problema anche di comunicazione, per una rete come Rai 4 è molto importante la comunicazione sul Web piuttosto che sulla carta stampata... Sulla carta stampata essendo i giornali dei media generalisti o semi-generalisti è molto più interessante per noi rivolgerci a Internet.

• Rimaniamo sempre sul ruolo che gioca Internet: nel tracciare il ruolo che Internet potrebbe avere nel favorire l'interazione tra pubblico e televisione molte volte si parla della ricerca dell'Extended Experience, l'esperienza estesa dei contenuti, in questo caso televisivi, che vengono smembrati e fruiti in piattaforme differenti da quella di partenza, come YouTube. Ma in questo caso si parla comunque ancora di un pubblico passivo, che agisce sul contenuto solo in fase di fruizione e non in maniera attiva a livello decisionale. Cinque mesi fa abbiamo proposto noi l'esperimento sulle preferenze del pubblico verso un'ipotetica nuova serie di animazione e questo è forse un esempio di quello che potrebbe essere una “Extended Relevance” del pubblico, una rilevanza attiva, decisionale nella gestione delle reti televisive. L'unica differenza è che nel caso del nostro “sondaggione” l'esperimento è scaturito dal nostro sito, quindi non da un soggetto espressione del medium televisivo, ma espressione di quello stesso fandom di riferimento, in questo caso dell'animazione giapponese. Lei pensa che da parte delle nuove reti digitali, che guardano proprio questi pubblici, il pubblico multimediale e interattivo dei nativi digitali, ci sia la voglia di intraprendere degli esperimenti simili, anche a livello della costruzione dei singoli format o in Italia c'è ancora diffidenza verso l'utilizzo di Internet in questo modo?

Il fandom ormai è una forma di fruizione attiva che queste reti devono assolutamente somatizzare, vampirizzare e farli propri, perchè fidelizzano il pubblico. Una cosa molto interessante: solitamente la fidelizzazione del pubblico in televisione passa attraverso schemi già noti o tramite la scrittura dei serial. Credo invece che adesso ci sia un'altra forma di fidelizzazione che è quella di inglobare la risposta del pubblico nella programmazione. La dimostrazione è che bisogna praticare dei generi che non hanno un grandissimo ascolto, ma che creano invece un fandom molto importante che fa sì che questa rete sia un punto di riferimento per questi pubblici. Quindi il fandom è una forma molto importante di fidelizzazione oggi, che sostituisce quella creata dalla ripetizione di schemi noti, e questa è un'altra differenza molto importante: come prima si è passato da un palinsesto dispositivo di programmazione nello scenario competitivo e che attraverso certe tecniche cerca di fidelizzare il pubblico ad un palinsesto-racconto che cerca attraverso l'immaginazione di creare il racconto di oggi. In questo modo si passa da una fidelizzazione fatta dalle solite tecniche di programmazione al fandom, che è la risposta che questo pubblico ha attraverso Internet che partecipa e condiziona. È chiaro che comunque c'è un rapporto dialettico tra la rete e questo pubblico dato dal fatto che la rete poi si muove con dei limiti dovuti al suo budget, alla disponibilità del prodotto eccetera, però si deve creare un rapporto d'interazione perché è fondamentale che questa rete possa contare sempre sul “rispetto” di questo pubblico. Una volta il rispetto era dato dalla critica televisiva dei quotidiani e dei settimanali, ormai, invece, questa autorevolezza è data dal giudizio severo e intransigente, molte volte anche patologico, di questo pubblico esigente che vuole decretare voti e che fa da guardiano della televisione.

• Però è sempre una interazione passiva... cioè, il pubblico dice quello che può in base ad una programmazione già avvenuta.

Beh, è passivo sino ad un certo punto, perché se questo pubblico decide che la rete ha tradito il suo compito comincia a demolirla, ad avere un atteggiamento di critica notevolissima, bisogna stare molto attenti. È comunque ancora passivo per un altro motivo, perché questo digitale non ha ancora messo in atto la “risposta di ritorno”.

• Potrebbe essere uno scenario successivo. Non è un caso che un non-luogo come il Web sia stato un po' il “luogo del riscatto” per l'animazione giapponese, che a lungo è stata considerata quasi come un non-genere dalla TV italiana. Rai 4 è soddisfatta di aver puntato su tale genere, era inevitabile?

Lo dico così, con molta sincerità: non si poteva dimenticare l'animazione giapponese in una rete Rai che vuole presentarsi ad un pubblico nuovo, è indubbio, era un'esigenza fondamentale. D'altra parte ricordiamoci che prima ancora della tv commerciale è stata la Rai ad introdurre gli Anime giapponesi, i primi Mecha, anche se in modo maldestro, censurandoli. Oggi, invece, dopo 30 anni era d'obbligo programmare gli Anime nella loro specificità, rispettando il loro formato, non censurandoli e offrendo questo prodotto che è presente al consumo del pubblico particolare. Il problema è che per motivi di carattere censorio non si possono programmare al pomeriggio, è pazzesco!

• Ci sarebbe la volontà di farlo?

Eccome! Per un motivo molto semplice: che non riesco a capire cosa hanno questi prodotti di così vietato... forse per chi non li sa leggere, per i parrucconi, sono così deleteri... È chiaro che se una persona vede questo prodotto per la prima volta può farne una lettura basica, elementare, approssimativa, non ha gli strumenti per capire. Quindi bisognerebbe trovare il modo di rendere disponibili questi prodotti anche in altre fasce orarie.

• Però bisogna dire che l'animazione al pomeriggio è stata un po' un'invenzione italiana, l'errata concezione dell'animazione per il pubblico pre-scolare ha creato la programmazione quotidiana pomeridiana. Il modello vostro, invece, è forse più internazionale, la serata tematica in sé.


Infatti il giovedì ha un suo senso anche a livello verticale... Quando tu vedi in programmazione Final Fantasy in onda il 20 maggio e poi gli Anime e la replica di Supernatural, vedi che c'è una corretta programmazione, però dovremmo avere il modo di poter estendere la programmazione anche alle altre fasce orarie, perché altrimenti siamo costretti a praticare solamente la seconda serata.




E nei prossimi giorni la terza e ultima parte dell’intervista, restate sintonizzati!

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27/05/2010 20:43

Terza e ultima parte dell'intervista a Freccero e lo staff di Rai 4.




Eccoci, infine, arrivati all’ultimo appuntamento con l’intervista che abbiamo avuto il piacere di raccogliere nella sede romana di Rai 4 con Carlo Freccero e il team che si cela dietro di essa.

Dopo una prima e una seconda parte improntate ad una disamina della situazione di transizione che il mezzo televisivo sta compiendo nel diventare un vero e proprio media digitale, in questa parte finale abbiamo potuto fare delle domande anche a Massimiliano Morelli (responsabile, in qualità di consulente, della selezione e della programmazione del prodotto seriale di fiction e d’animazione della rete), per avere qualche anticipazione sul futuro della programmazione Anime di Rai 4.

Giunti, quindi, alla fine, volevo comunque lasciare un ringraziamento personale allo staff di Rai 4 per avermi dato la possibilità di “entrare” letteralmente dietro le quinte di una rete televisiva innovativa come questa: in quanto studioso di media digitali ho potuto finalmente porre dei quesiti che mi facevo da tempo, trovando alcune risposte che forse mi aiuteranno nel comprenderli meglio, sperando che anche per voi sia stata una chiacchierata interessante e piena di spunti dai quali trarre un po’ di quella teoria televisiva che solitamente è ignota ai non addetti ai lavori.

Questo finale dell’intervista, tuttavia, non è di certo la fine di un ciclo: AnimeClick.it e Rai 4, infatti, hanno ancora parecchie sorprese in serbo per voi, a partire da una nuova intervista singola con Massimiliano Morelli, incentrata solamente sull’animazione giapponese e sui piani futuri che ha in serbo per il pubblico di Rai 4.


• Pulisan per AnimeClick.it: Il film d'animazione è un altro grande malinteso della tv italiana che solitamente lo smembrava per farlo rientrare nel marasma pomeridiano in modo un po' maldestro; voi, invece, avete sdoganato il film in prima serata con lungometraggi d'eccezione. C'è la voglia di continuare questo percorso, ha dato i frutti sperati?

Carlo Freccero: Sì, però attenzione: anche qui bisogna starci attenti... Ogni esperimento deve avere successo, per cui occorre avere sempre delle “locomotive” che permettono che l'introduzione di una novità possa procurare successo. Altrimenti si rischia che il mercato possa bocciare come insuccesso ogni cosa che non ha una riuscita perfetta. Per cui per il film d'animazione occorre avere i mezzi per avere tre o quattro locomotive che possano poi essere associate ad altri elementi... Una cosa sicura e una cosa insicura, così si fa in televisione.

• Lead-in e lead-out, il traino tipico...

Esattamente, è così che si fa, altrimenti si rischia di andare incontro ad un esperimento fine a se stesso. Quando vuoi introdurre una novità la devi proteggere, perché la novità deve trasformarsi in una matrice. Se non diventa una matrice rischia di essere una forma di manierismo. Addirittura abbiamo associato alla trasmissione di Anime in seconda serata la trasmissione di film in prima serata per appoggiarli e proteggerli, non per avere l'appuntamento fine a se stesso. Il problema della sperimentazione è che non deve essere vista come estemporanea, ma deve germinare qualcosa di solido che possa quindi diventare non più sperimentazione, ma affermazione. Il problema è molto complesso: in televisione ogni cosa che si fa deve avere uno sguardo verso il futuro, si deve sapere dove si vuole andare. È chiaro che il film d'animazione sarà inevitabilmente una costante di prima serata, ma bisogna in qualche modo prepararlo, non solamente farlo per farlo.

Massimiliano Morelli: Possiamo comunque già anticipare che entro la fine dell'anno, non sappiamo ancora se in prima o in seconda serata, Rai 4 proporrà un nuovo ciclo di film d'animazione con diverse prime visioni e qualche replica. Tornando al discorso precedente, prodotti di animazione “per adulti” potabili per il pomeriggio di fatto esistono sul mercato, basta saperli e volerli cercare. Purtroppo poi entrano in gioco diverse logiche di armonizzazione del palinsesto, di coordinamento con le reti generaliste e i canali specializzati dell'offerta Rai e, soprattutto, di utilizzo del budget a nostra disposizione.

• Torniamo alla sempre illuminante scheda di presentazione di Rai 4: “La rete generalista produce eccedenze e materiali di scarto recuperabili”. La Rai ha anche degli “scarti” d'animazione in magazzino: c'è la volontà di recuperarli o preferite puntare su prodotti inediti?

Purtroppo l'animazione dipende dalle offerte che la Rai fa per il pubblico dei bambini, che è innumerevole, e infatti hanno due reti, Gulp e YoYo. Ci sono anche le fasce del mattino su Rai Due e Rai Tre, quindi è molto complessa la situazione... Noi dovremmo avvalerci di un prodotto nuovo, a meno che la tv generalista non abbandoni totalmente l'animazione in generale, allora in quel caso noi potremmo attingere al magazzino e aprire magari una fascia specifica al mattino, armonizzata però con le altre reti dell'offerta Rai: l'armonizzazione dell'offerta ci deve essere. Per il momento il magazzino Rai è comunque programmato dalle reti generaliste, poi ci sono le reti specifiche. Il magazzino Rai per il momento, quindi, è destinato alle altre reti; nel caso esse non avessero più la volontà di programmare questi prodotti e si trovasse il modo di armonizzare l'offerta con le altre reti per bambini, potremmo anche noi aprire una fascia d'animazione più tradizionale, però anche in quel caso con una chiave specifica. Non si può programmare a caso. Spieghiamo: Sky, Mediaset Premium, hanno abituato il pubblico a trovare ad ogni ora della giornata un prodotto specifico... Io vado a qualunque ora su Fox e trovo un prodotto che mi ricorda che quella rete è Fox. Allo stesso modo Rai 4 usa le repliche per mantenere questa coerenza di racconto: a qualunque ora della giornata ci deve essere il prodotto specifico di Rai 4; la replica è vissuta come un mantenimento dello stesso racconto. Non si può, quindi, fare un palinsesto che ha dei prodotti “inodore” o “insapore” per rispettare i tempi sociali dello spettatore. So che al mattino non ci sono i ragazzi che vanno a scuola, non posso usare il palinsesto con l'idea del palinsesto generalista: devo sapere che a qualunque ora della giornata devo offrire un prodotto coerente con la rete. Anche il magazzino, quindi, deve essere impaginato e riletto con questa idea.

Massimiliano Morelli: Una piccola parentesi, giusto per sfatare il mito del 'magazzino inesauribile'... Ciascun prodotto ha ovviamente un suo “ciclo di vita”. Chi chiede animazione di magazzino o di library Rai pensa magari ai Digimon piuttosto che ad altre serie d'animazione trasmesse proprio da Carlo Freccero su RaiDue parecchi anni fa. Purtroppo, però, i diritti di quelle serie sono scaduti da tempo...

• Rimaniamo su di te Massimiliano: avete affermato che Eureka Seven sarà il vostro ultimo anime “mecha” per il momento. Essendo il mecha quasi sinonimo storico dell'animazione giapponese in Italia, pensate che sarebbe opportuno in un contesto come quello di Rai 4 avere uno slot d'animazione d'annata, recuperando quel pubblico nostalgico che si è un po' perso per strada, o non è una strada perseguibile?

Massimiliano Morelli: Mi riallaccio a quanto ha detto Carlo, nel senso che bisogna vedere innanzitutto qual è la collocazione ideale all'interno del palinsesto per aprire una fascia o uno slot di programmazione da dedicare all'animazione anni '80-primi anni '90... Sicuramente, qualora si creassero le condizioni adatte, si potrebbe pensare, ad esempio, ad un'ora di animazione “a striscia” dal lunedì al venerdì con il prodotto “cult” anni '80... È una possibilità e come tale non è da escludersi a priori. Abbiamo ancora tante idee e sorprese in serbo per voi...

• Come la serialità americana anche gli Anime agiscono su quella fetta di pubblico “residuo” di una precedente esplosione mediatica, la cosìddetta “coda lunga”. Se però finora si è soltanto attinto a queste code forse ora bisogna ripensare a questo approccio, fidelizzando il fandom e proponendogli un'offerta di qualità. Secondo lei è possibile in questo modo allargare il proprio pubblico anche ad altre fasce o la coda lunga è destinata ad essere un elemento chiuso in se stesso?


In questo lavoro editoriale, nel creare un racconto, occorre sempre procedere con il metodo che io ricavo dagli stilisti: prendere un elemento della coda lunga ed elevarlo, invece, a momento generalista. Ci sono, nella coda lunga, consumi e contenuti che sono molto particolari, ma bisogna avere la capacità di individuare quei consumi e quei contenuti tipici della coda e farli diventare momenti per tutti, estrapolarli. Come fanno gli stilisti, che prendono un elemento che trovano “nella strada” e lo fanno diventare un elemento di moda. Questo è un procedimento molto faticoso, che non è automatico... Tutta la nostra cultura di oggi è fatta da sincretismi. Pensate, ad esempio, a tutta la problematica maestro-alunno, tipica di tutta l'animazione giapponese, a come il cinema americano ha saputo prendere questo elemento e trasportarlo dentro il proprio prodotto. Anche la fiction americana, ad esempio, fa benissimo questo, prendendo elementi di racconto marginali, ma che poi diventano, invece, momenti mainstream. Nella coda lunga c'è qualcosa che può emergere e diventare processo di identificazione dei gusti. Quindi non basta fermarsi alla descrizione della coda lunga, ma occorre capire nei suoi elementi se c'è qualcosa che può diventare “luce”, per fare un riferimento all'ultimo episodio di Lost che ho visto. Posso trovare qualche elemento della coda lunga, qualcosa che sia un elemento che per ora giace marginalmente, ma che possa diventare centrico, “momento per tutti”? Questo è il processo, un processo che sa fare molto bene il mondo della moda e che si deve applicare anche in televisione.

• Allora, prima delle ultime due domande, chiediamo a Massimiliano Morelli se ci può fare un resoconto, qualche dato o qualche impressione sulla prima “tornata” di animazione giapponese su Rai 4.

Massimiliano Morelli: Personalmente mi ritengo soddisfatto dell'andamento del prodotto d'animazione...

• Molti ad esempio si chiedono se Eureka Seven ha mantenuto la fanbase di Gurren Lagann.

Massimiliano Morelli:
Decisamente... Considera che il primo episodio di Eureka Seven è stato seguito da circa 82.000 spettatori netti, poi c'è stato un calo fisiologico dal secondo episodio e una costante risalita fino all'episodio di giovedì scorso [giovedì 6 maggio n.d.r.], che è stato seguito da circa 66.700 spettatori. Sono risultati abbastanza buoni, non troppo distanti dagli ascolti fatti registrare dal prodotto di fiction americana in seconda serata. A maggior ragione se si considera che parliamo di un prodotto confinato alla seconda serata del giovedì, una goccia in mezzo al mare della programmazione di Rai 4... Ascolti del genere, per chi è abituato all'audience delle reti generaliste, possono sembrare ben poca roba, ma in realtà non bisogna dimenticare che 50.000-60.000 ascoltatori netti sono un risultato che tanti canali satellitari e digitali stentano a raggiungere anche in prima serata. Siamo soddisfatti, il trend è in ascesa, quindi va tutto molto bene.

Carlo Freccero: E poi c'è l'effetto fandom... Il problema è che di fronte all'offerta odierna bisogna trovare da una parte quegli ascolti che servono al mantenimento economico della rete, ma anche trovare il modo per rendere visibile la rete. La visibilità degli ascolti... C'è un lavoro oggi molto più complesso di una volta. È come l'extension del reality, che ha fatto conoscere la rete ad un pubblico che non l'avrebbe mai cercata. L'extension del reality è la stessa cosa degli Anime, solamente per un pubblico opposto: si lanciano sonde per far sì che la rete sia conosciuta. È un lavoro difficilissimo, perché non deve essere comunque contaminato il racconto della rete. È un problema anche matematico: io da una parte uso un genere super-specialistico, come gli Anime, dall'altra parte metto invece un super-genere della tv generalista, il reality; entrambi hanno il compito di far sì che questa rete, che naviga nell'offerta enorme che c'è e non ha le capacità finanziarie di farsi conoscere, abbia visibilità. Reality-Anime, sono mondi opposti: il reality mi fa conoscere al grande pubblico, gli Anime invece ad un pubblico specialistico, super competente. Sono tutti sistemi per far conoscere la rete, mantenendo però una coerenza di racconto. È un lavoro immenso, difficile, ed è chiaro che se avessimo avuto la capacità, ad esempio, di scegliere un personaggio dentro l'Isola dei Famosi avremmo scelto un personaggio in qualche modo attinente a Rai 4, ma non abbiamo avuto questa possibilità.

• “Il medium è il messaggio”, citando McLuhan. Qual è quindi il messaggio di Rai 4 all'interno del medium televisione?

Innanzitutto una cosa molto semplice: “il medium è il messaggio” aveva senso quando i media erano differenti l'uno dall'altro, non erano integrati. Oggi tutti i media sono ibridati, l'uno con l'altro, perché con il digitale si influenzano tra di loro.

• Quindi non esiste solo un messaggio, ma una moltitudine di messaggi...

Bisogna trovare il messaggio che sia capace di ibridarsi tra tutti quanti i media.

• Rai 4, quindi, è integrata?

Finora Rai 4 ha fatto sicuramente una cosa: è riuscita a rimettere assieme, a ibridare la tv con dei pubblici che usano molto i media, sono multimediali. Non si riferisce solamente al pubblico terminale della tv generalista, terminale nel senso letterale del termine, che vede solo la generalista.

• È un investimento a lungo termine...

Il pubblico terminale che vede solo la tv generalista nel tempo è destinato a scomparire. E la pubblicità mi aiuterà in questo senso, perché non considererà più quel pubblico.

• Avrà però ancora ragione di esistere il generalista, ad esempio nella gestione dei grandi eventi...

La generalista trasforma tutto quanto in evento, e lo fa per difendersi e per rimanere al centro di questo sistema dominato dall'ibridazione di tutti i media. Crea tutto ed eventizza tutto, e lo fa grazie ad un suo genere fondamentale, l'informazione. Faccio un esempio molto pratico: eventizza attraverso la politica, attraverso “l'incidente”, crea degli eventi interni... La generalista riesce a porsi in questo modo al centro dell'attenzione.

• Il “media event”, quindi, forse è la sua unica ragione di esistere...

Ma siccome si rivolge a tutti è capace anche di creare falsi eventi!

• Però nella gestione del quotidiano, dove decade il pubblico della generalista che è un pubblico “distratto”, che utilizza la televisone come “sottofondo”, e dove invece c'è un pubblico attento che decide cosa scegliere è il tematico, oppure, nel futuro, Internet e lo streaming, a diventare preponderante. Decido di vedere quello che voglio, quando voglio, eliminando i tempi morti.

Leopoldo Santovincenzo: Però, se posso aggiungere una cosa, in questo c'è una ricaduta anche nell'immaginario, non esclusivamente nelle modalità di fruizione. La televisione generalista ha in qualche modo come referente un sistema chiuso, è chiusa in un perimetro che è quello domestico dove si muove il nucleo familiare. Gli immaginari a cui può attingere, quindi, sono necessariamente limitati dal perimetro in cui è rinchiuso. Un sistema aperto, invece, come Rai 4, rimanda come in un ipertesto di immaginari completamente diversi e insospettabili, che consente di far convivere in un palinsesto come quello di Rai 4 gli Anime giapponesi, che sono molto “di nicchia” nel senso buono del termine, e i film americani che sono prodotti un po' più “facili” e proposte come alcune di quelle che abbiamo fatto, anche alcuni film orientali e film d'animazione francesi molto moderni, film spagnoli e così via. Ad esempio, per restare al cinema d'azione, una modalità di rappresentazione del cinema d'azione contemporaneo è stata mutuata dalla new wave di Hong Kong: tutto questo si è tradotto in una sorta di virus, una intelligenza spettacolare che ha finito per essere travasata e attraversare un po' tutte le cinematografie... Il cinema d'azione americano contemporaneo non può prescindere da quella esperienza, i film francesi prodotti, ad esempio, da Luc Besson, come “Banlieue 13” o come “Il patto dei lupi”, che è uno dei grandi successi di Rai 4, in qualche modo sono attraversati dal virus del cinema di Hong Kong e dell'accostamento di generi apparentemente assolutamente incompatibili. Attraverso queste forme di sincretismo, parlando ad un pubblico che è in grado di accedere ad immaginari completamente diversi, distanti e totalmente antitetici, si crea poi quello che è un immaginario e una identità di canale com'è quella di Rai 4.

• Quindi possiamo tornare al discorso di prima: dove il generalista era molto “statiuniti-centrico”, il tematico diventa globale.
Ultimissima domanda: si parla sempre di “Freccero il situazionista”... Mette i Puffi alle 20 ed è situazionismo, mette gli Anime su Rai 4 ed è situazionismo. Allora: Rai 4 è davvero situazionista oppure è la generalista ad essere l'anacronismo della tv italiana?


A parte il fatto che tutto è cominciato perché ho fatto la prefazione ad un libro che mi ha formato, “La società dello spettacolo” di Guy Debord, è chiaro che bisogna creare sempre delle situazioni nuove. In questo senso sono ancora situazionista. Rai 4 è sicuramente situazionista, perché ha creato una situazione nuova.

• Dètournement dei media?

Esatto.

• Bene, ringraziamo Rai 4 per il tempo concessoci. AnimeClick.it e lo staff di Rai 4 vi salutano!




[Modificato da djufo 27/05/2010 20:48]
Lontano dall'Impero? MAI.
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