"L'amore ai tempi di Pablito"
Calcio e sentimenti Mundial
Esce oggi in libreria il nuovo romando edito da Rizzoli di Luigi Garlando, firma della Gazzetta dello Sport. L'autore inventa una storia sentimentale per raccontarci l’indimenticabile estate 1982 attraverso gli occhi e i pensieri di un giovane cameriere di Pontevedra
MILANO, 6 maggio 2009 - Un altro romanzo di Luigi Garlando (il secondo per Rizzoli) che permette un affascinante salto nel passato. Stavolta in "L’amore ai tempi di Pablito" (pagine 336, 18 euro, in libreria da oggi) Garlando inventa una storia sentimentale per raccontarci l’indimenticabile estate 1982. Cisco Valenzuela, giovanissimo cameriere nel leggendario albergo Casa del Baron di Pontevedra, il ritiro della nazionale Mundial, si mette in viaggio dopo 25 anni per adempiere a una sorta di voto: approdare in riva all’Adriatico per fare un regalo a Enzo Bearzot che sta per compiere 80 anni. Vince la diffidenza iniziale (e la proverbiale riservatezza) del leggendario c.t. iniziando con lui un fantastico percorso di ricordi, favoriti da un consunto diario rilegato in tela jeans.
INTRECCIO - Fra avventure solo apparentemente marginali rispetto alla storia, il romanzo cresce pagina dopo pagina. Ricordando episodi e retroscena, ricostruendo partite, il ritmo narrativo aumenta come il gioco dei ragazzi di Bearzot un quarto di secolo prima in Spagna. Dal grigio girone iniziale, con immancabili polemiche, alla marcia trionfale con Argentina, Brasile, Polonia e Germania. E la storia di Paolo Rossi e Cisco Valenzuela procede legata: gol e cuore.
LA SERENATA - Quasi tutti i retroscena che danno colore e sapore alla storia di Cisco sono veri, ma anche quelli figli dell’ingegno dell’autore sono deliziosi e verosimili. Il lettore si immaginerà, reale come una diretta tv, perfino una serenata del protagonista a Clara con Rossi, Cabrini, Conti e Graziani a fare da coristi.
AZZURRI - Uno per uno ci sono tutti gli azzurri, con i loro caratteri, i loro problemi e le loro storie che, alla fine, hanno portato al titolo mondiale. Protagonisti-non protagonisti, dipinti magistralmente con Bearzot nel ruolo, perfetto, di padre. Si capisce che chi ha raccontato a Garlando sconosciuti episodi del "Vecio", gli vuole molto bene. Il c.t. esce da "L’amore ai tempi di Pablito" come un autentico gigante, di una grandezza spontanea, semplice, che finisce con il cancellare anche la sua ritrosia. "Ci sono cose, vere, della mia vita che perfino io avevo dimenticato" ha commentato, con stupore, Bearzot leggendo in anteprima, e con soddisfazione, le pagine del libro. Significa che il lavoro di raccolta di testimonianze è stato valido.
RICORDI - Chi ha impresso lucidamente nella memoria quel 1982 spagnolo si commuoverà, i più giovani impareranno quanto grande sia stata la squadra di capitan Zoff. Tutti gli altri (se mai esistono lettori che possano non appartenere a una di queste categorie) si godranno un bel romanzo, con colpo di scena finale. Intrigante sempre e dolce, perfino nei momenti di disperazione.
Daniele Redaelli
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