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I clichè che uniscono l'animazione di tutto il mondo

Ultimo Aggiornamento: 22/05/2010 10:17
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09/01/2010 19:10

Avete mai notato che ci sono gag, stereotipi e clichè assortiti che sono presenti nell'animazione sia giapponese che occidentale quasi da sempre?
E penso sarà sempre di più così!
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10/01/2010 02:11

tipo?
e perchè pensi che sarà sempre di più così?

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10/01/2010 05:28

no...


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AmministraCOJONES
10/01/2010 09:44

:RIP

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10/01/2010 17:59

Re:
Oxido, 10/01/2010 2.11:

tipo?
e perchè pensi che sarà sempre di più così?


Tipo l'esasperazione della somiglianza parentale. E' vero che anche nella realtà i figli somigliano un po' ai loro genitori, ma nei cartoni animati è portato all'estremo. Spesso poi anche gli antenati sono fotopie in abiti diversi dei loro discendenti ancora in vita.
Io penso che i luoghi comuni comuni a tutta l'animazione, se mi si permette l'alliterazione, aumenteranno con il progredir della globalizzazione.
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Kab e Koji fan
10/01/2010 18:06

Troppo per me,io guardo e basta.

SVEGLIA ITALIA!!!

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osservatore
10/01/2010 18:14

Re: Re:
Hypercat-Z, 10/01/2010 17.59:


Tipo l'esasperazione della somiglianza parentale. E' vero che anche nella realtà i figli somigliano un po' ai loro genitori, ma nei cartoni animati è portato all'estremo. Spesso poi anche gli antenati sono fotopie in abiti diversi dei loro discendenti ancora in vita.
Io penso che i luoghi comuni comuni a tutta l'animazione, se mi si permette l'alliterazione, aumenteranno con il progredir della globalizzazione.



non è un clichè questo
è un particolare del linguaggio visivo
la somiglianza facilita l'identificazione parentale anche allo spettatore distratto o occasionale, rende più comprensibile la visione

il fatto che sia un espediente utilizzato sia nell'animazione occidentale che in quella orientale (ma anche nei normali film) è un sinonimo che il cervello umano si basa sugli stessi meccanismi indipendentemente dlla cultura

le gag e gli stereotipi (a parte quelli fisici sulle peculiarità di accentuazione dei difetti fisici, altra caratteristica giocoforza in comune all'essere umano) non sono inoltre uguali da sempre, ma solo da quando si è creato più interscambio culturale. Ti invito a cercare di capire l'umorismo britannico d'anteguerra, o le motivazioni di comportamento di uno studente giapponese degli anni sessanta: oggi le puoi capire, quaranta o cinquant'anni fa ne dubito.

Che poi più si va avanti e più subiremo un certo tipo di appiattimento culturale basato su stereotipi, luoghi comuni sempre più globali e universali è un dato di fatto, secondo me se spinto all'eccesso anche deprimente





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10/01/2010 21:27

Re: Re: Re:
Oxido, 10/01/2010 18.14:



non è un clichè questo
è un particolare del linguaggio visivo
la somiglianza facilita l'identificazione parentale anche allo spettatore distratto o occasionale, rende più comprensibile la visione


Esatto! E questo non vale solo per l'identificazione parentale, ma per tante altre cose, tipo per esempio il travestimento facile per rendere chiaro allo spettatore che un personaggio e la sua identità segreta sono la stessa persona. Che ha però l'inconveniente di far sembrare deficenti gli altri personaggi del cartone che non se ne accorgono. E se percaso qualcuno invece se ne accorge è lui a passare per deficente e finisce per autoconvincersi che si sbagliava.


Oxido, 10/01/2010 18.14:

il fatto che sia un espediente utilizzato sia nell'animazione occidentale che in quella orientale (ma anche nei normali film) è un sinonimo che il cervello umano si basa sugli stessi meccanismi indipendentemente dlla cultura

le gag e gli stereotipi (a parte quelli fisici sulle peculiarità di accentuazione dei difetti fisici, altra caratteristica giocoforza in comune all'essere umano) non sono inoltre uguali da sempre, ma solo da quando si è creato più interscambio culturale. Ti invito a cercare di capire l'umorismo britannico d'anteguerra, o le motivazioni di comportamento di uno studente giapponese degli anni sessanta: oggi le puoi capire, quaranta o cinquant'anni fa ne dubito.


Sono pienamente d'accordo infatti. Ma la cosa vale anche in senso opposto: gag che cinquatanni avrebbero facevano ridere ora sarebbero ritenute razziste o quantomeno di dubbio gusto.
Non a caso per esempio, Ming, l'acerrimo nemico di Flash Gordon, aveva un nome e delle fattezze spiaccatamente asiatiche.

Oxido, 10/01/2010 18.14:

Che poi più si va avanti e più subiremo un certo tipo di appiattimento culturale basato su stereotipi, luoghi comuni sempre più globali e universali è un dato di fatto, secondo me se spinto all'eccesso anche deprimente


E mi trovi ancora d'accordo. Da una parte abbiamo gli americani che sparano serie animate dallo stile grafico filoanime e dall'altra i giapponesi che fanno la versione anime di qualsiasi prodotto americano di cui riescano a comprare i diritti.
E noi italiani? Iniziamo a produrre cartoni ispirati ad altri cartoni esteri e ci facciamo produrre le versioni animate dei nostri fumetti dagli stranieri. Siamo sempre i migliori [SM=x53168]
10/01/2010 22:59

io pensavo che parlassi, che so.. di alieni che atterrano a new york o tokio.
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27/01/2010 02:16

Ecco un'altro clichè: gli alieni parlano sempre la lingua del posto in cui atterrano, a prescindere che sia America o Giappone.
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27/01/2010 16:43

A me ne viene in mente un altro: quando accade una gag di un certo tipo, il personaggio che la subisce "sviene", o crolla a terra, o gli crolla la mascella, o fa un verso assurdo, o gli compare accanto qualche elemento d'immagine che sottolinea l'assurdità (es. il corvo nero di City Hunter, o Pellecchia che si cappotta in Magica Emi quando il capo sbaglia il suo nome, o il gocciolone che compare sulla testa di Marzio quando Bunny dice una scemenza: ricordo infatti conseguenze simili in "Ti Voglio Bene Denver", "Siamo quelli di Beverly Hills", Tartarughe Ninja",...).
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30/01/2010 20:50

Hai ragione. Anche se certe gag hanno reazioni un po' diverse in USA e Giappone.
Esempio:
"Ora vi racconto una barzelletta: Un'arancia va al ristorante e ordina un'anatra. Il cameriere si volta verso la cucina e grida: CUOCO! UN'ANATRA ALL'ARANCIA!"
Reazione americana: campo lungo e silenzio interrotto solo dal canto dei grilli.
Reazione giapponese: campo lungo e silenzio interrotto solo da un alito di vento.
Poi un altro clichè mondiale è il "rompere la quarta parete". Ossia quando, senza preavviso, i personaggi si rivolgono direttamente al pubblico o fanno battute sul fatto che sono in una fiction.
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01/02/2010 22:07

Eccone un'altro, direttamente dall'altro thread: in qualsiasi serie di qualsiasi provenienza non può mancare l'episodio la scena in cui il o i protagonisti subiscono un'allucinazione, spesso alimentata proprio dalle proprie paure e che ogni tanto li porta a combattersi l'un l'altro.
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01/02/2010 22:20

c'è del vero nelle vostre parole...c'è anche, soprattutto nei cartoni umoristici, il clichè dei personaggi sospesi nel vuoto per qualche motivo che cadono solo dopo essersi reso conto che hanno il vuoto sotto.
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03/02/2010 11:56

Quella ormai è un'istituzione che ogni tanto viene pure esplicata nei cartoni umoristici medesimi.
Poi c'è quella del buco sagomato, che si vede anche nella sigla di Daitarn 3. Ossia quando un personaggio attraversa una parete e lasciando una perfetta traccia della propria sagoma.
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04/02/2010 11:39

Un altro che mi ricordo: quando un tizio o una tizia vede avvicinarsi l'oggetto dei suoi sogni, di colpo assume un aspetto da figone duro o da fatalona anche se in realtà di solito è sgangherato o bruttino. Come esempi di globalizzazione, l'ho visto sia in Yattaman sia in Scuola di Polizia sia in Lamù sia in Tom & Jerry.
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Post: 650
Sesso: Femminile
04/02/2010 18:34

Perchè è una cosa che succede un po' anche nella realtà: all'avvicinarsi dell'oggetto del desiderio scatta automaticamente l'istinto a mettersi in mostra che fa guadagnare due centimetri in altezza, ne fa perdere dieci nel giro vita e recuperarli nel giropetto.

Parlando di gag più complesse, ce n'è una che è veramente internazionale:
"TAXI! Insegua quell'auto!" *Il taxi parte senza il cliente a bordo* "TAXI! *afferra la maniglia della portiera del secondo taxi* Insegua quell'auto!" *Il taxi parte lasciandogli la maniglia o la portiera in mano* "TAXI! *monta a bordo del terzo taxi* Insegua quell'auto, di corsa!" *L'autista scende e inizia a correre*
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08/02/2010 22:10

Un'altro clichè mondiale mi è stato suggerito dal topic su Daltanius, ossia quello del protagonista scapestrato che si ritrova all'improvviso a capo di una squadra, che spesso poi vanta sempre un elemento che sarebbe molto più adatto al comando dal punto di vista della logica, e che litiga sempre col comandante proprio perchè roso dall'invidia di non esserlo. E persino il pubblico gli darebbe ragione. Ma lo svolgersi della storia e la (fin troppo) rapida maturazione del protagonista mostrano come quest'ultimo, nonostante la mancanza di disciplina, fosse veramente adatto al ruolo capitatogli.
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Santa Inquisizione
09/02/2010 01:55

uhm, sicura che sia un clichè?
non mi pare sia molto rispettato ... [SM=x53090]



Il sonno della ragione genera mostri....... In cima ad ogni vetta si è sull'orlo dell'abisso....... La poesia è come un'idea non cerca verità, la crea.......
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Post: 650
Sesso: Femminile
09/02/2010 17:09

Invece è uno di quei clichè che vanno al di sopra anche dei sessi. Vedi Sailormoon, dove il capo della squadra parte come un'impedita totale che si fa salvare sempre le chiappe da Milord, ma poi pian piano si adegua al suo ruolo e a un certo punto si stupisce lei stessa di essere maturata così in fretta. Nel film Kung Fu Panda, l'imbranato Panda Poe si ritrova percaso a essere il prescelto al posto di Maestra Tigre, che non mancherà di esprimergli il suo disprezzo (per poco non lo sbrana anche). Ma poi sarà la prima a inginocchiarsi di fronte a lui e a chiamarlo Maestro Panda.

Un altro clichè mondiale (comune anche alle fiction dal vivo) che mi torna in mente è quello del doppio appuntamento. Ossia quando una persona ha due appuntamenti con due persone diverse lo stesso giorno e alla stessa ora e deve fare i salti mortali per assolvere ad entrambi gli impegni presi, allontanandosi con una scusa o quell'altra ("devo andare in bagno" è la più diffusa). In casi estremi poi i due appuntamenti avvengono nello stesso posto, e così deve fare i doppi salti mortali per non farsi scoprire. E nella maggior parte dei casi finisce per commettere un errore che fa saltare tutto il palco.
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