Ho approfittato della recente riuppatura di questo topic per rileggermi più o meno integralmente l'intera discussione.
La mia opinione su 0083 l'avevo espressa in occasione dei commenti del Cartoninsieme e la riassumo definendo 0083 un capolavoro mancato, oppure un capolavoro a metà (anzi, a tre quarti).
Le carenze e i limiti della serie erano, a mio avviso, proprio lo scarso approfondimento riservato alla psicologia dei personaggi e una trattazione troppo sommaria delle relazioni umane, perfino banale nel caso della storia d'amore da Kou e Nina; il tutto a vantaggio di una narrazione che privilegiava azioni militari e strategie belliche, inevitabili d'altra parte per una serie il cui scopo precipuo era il collegamento tra la serie storica e Z.
Nulla da dire, naturalmente, su disegni, animazioni, ritmo narrativo e musiche: spettacolari sotto ogni profilo!
(ah, rileggendo un mio vecchio post ho letto 'confezionamento eccepibile': ovviamente intendevo ineccepibile!).
Dopo aver terminato la serie, con il rischio di spoiler scongiurato, mi ero preso la briga di rileggere anche i topic a partire dal primo. Ma per pigrizia non avevo replicato a questo intervento di Whasango.
Testo nascosto - clicca qui
Whasango, 25/03/2010 16.58:
Io credo fortemente che LA CURA nei prodotti robotici degli anni '80 non fosse unicamente perché vendevano.
Ma perché (come ho detto a iosa anche qui sull'Impero) il GENERE ROBOTICO aveva un senso sociale e sociologico
in quegli anni di modernità e rivoluzioni meccaniche.
Allora aveva una vita propria nella mente degli individui.
Aveva un senso che attualmente NON ha più perché "la robotica" e la tecnologia sono all'ordine del giorno.
Per le nuove generazioni è quasi inmpossibile pensare che anni fa non solo avessimo gli "star tac"
ma che proprio NON esistessero i cellulari... e come quelli, tutto il resto dell'utilitarismo tecnologico.
Quindi?
Eh, come dici tu... quindi mancano le idee.
E se si propone un CLICHE' (l'anime robotico) si punta su fattori che interessano adesso.
Le relazioni interpersonali, la critica socio-politica velata... la sessualità he ormai non è più tabù.
Questi elementi centrano con il "robotico"?
Mah, non saprei... comunque chissenefrega.
Si costruisce il tutto attorno a queste sfumature.
Questo è il problema.
Oggi, il GENERE non è un canone riconoscitivo per il pubblico.
Diventa un vago contenitore dove ficcare quanto di più vende e interessa.
Di che parlava sto anime? ...tette, culi, scuola, gag ironiche... e poi? Ah cazzo, c'era anche il robottone!
Ah, ma allora era un robotico! Ed ecco confezionato il robotico.
Per questo non hanno la stessa forza.
E purtroppo trovo che per i motivi sopracitati, il ROBOTICO sia proprio "il genere" che per eccellenza
ha sofferto di questo lento e pastelloso smembramento... fino a diventare lui una delle sfumature narrative.
E non più un genere.
Noi risentiamo di questa cosa, perchè siamo effettivamente cresciuti con l'invasione robotica TOEI.
Quindi ci sembrano sempre gli stessi discorsi.
Ed è vero... ma non si può fare nulla, perché è realtà di fatto.
Lo faccio ora.
Va premesso che Whasango è un luminare nel campo, mentre la mia competenza in fatto di cartoni vecchi e nuovi è noto essere molto scarsa, per cui la mia opinione va presa solo come quella di un normale utente ignorante di fronte a un prodotto televisivo. Né più, né meno.
Però, ecco, io sono abbastanza in disaccordo con quanto ha sostenuto, almeno nella seconda parte dello scritto che ho quotato.
Ovvero, ai miei occhi la contaminazione di generi è l'aspetto che rende il genere robotico ancora interessante al giorno d'oggi, o quantomeno lo rende anche e ancora interessante per un 'fanciullo' di (ormai) 39 anni.
Tralasciando la componente di fanservice pecoreccio, cioè tette, culi e demenzialità, che in un cartone per definizione drammatico come un robotico mi paiono del tutto fuori luogo, penso che l'attenzione alle componenti introspettive, una bella storia d'amore, qualche spruzzata di sana critica socio-politica o culturale, eventuali digressioni su situazioni di ordinaria quotidianità e via discorrendo, rendano la narrazione più completa e avvincente. La arricchiscono, rendendola addirittura più 'realistica'.
Altrimenti il cartone ermeticamente avvitato nel 'fanservice robotico' di uscita-trasformazione-agganciamento-combattimento, al di là del mero aggiornamento nel design e nella maggior spettacolarità delle scene avrebbe ben poco da aggiungere rispetto a quanto già ampiamente offerto dalla serie storiche. Se non c'è altro, a me dopo un po' stufa. I 7 episodi di Mazinkaiser, tanto per fare un esempio, per me sono già troppi: bastavano i primi tre.
Non conosco per nulla le dinamiche commerciali che inducono una casa di produzione a optare per la realizzazione di un prodotto robotico leggero piuttosto che di un anime impegnato, né ho idea del percorso commerciale e culturale che ha portato il genere robotico dai cartoni autoconclusivi di Go Nagai fino al bivio storico di Evangelion, per cui non starò qui a tessere l'elogio della saga di seghe mentali per eccellenza. A me è piaciuta come ad altri ha fatto cagare, il punto non è questo. Mi limito a dire che quello che penso sulla base di una semplice considerazione personale.
Il punto è che se da bambino mi gasavo come un matto per i combattimenti di Goldrake e gli agganciamenti di Jeeg, e tutto il resto della puntata (parte iniziale e parte finale) lo avvertivo come puro e fastidioso riempitivo da sopportare, quegli stessi cartoni rivisti poi in età adulta mi sono apparsi lacunosi, incompleti . Anche se mi ci accostavo con lo spirito del bambino -altrimenti non si potrebbe apprezzare un robotico a 30 o 40 anni- sentivo lo stesso che mancava qualcosa. E quel qualcosa era proprio una maggior attenzione agli aspetti umani.
Insomma, cosa pensavano Takeru e May dopo che si sganciavano? Actarus non aveva mai paura?? Rio Kabuto non temeva di sbagliare? E perchè Hiroshi e Miwa non si sono baciati, almeno all'ultima puntata???
D'accordo, quei cartoni erano roba per bambini, non si può pretendere granchè. Ma in fondo Harlock, che ho visto per la prima volta qualche mese fa (anche se non è un robotico), da questo punto di vista è già una spanna sopra.
Oggi, se guardo un cartone robotico, vecchio o nuovo che sia, sono più interessato a questi aspetti piuttosto che al robot o al combattimento in sé. Il robot e i combattimenti mi piacciono ancora, sia chiaro, ma non mi bastano. Voglio altro.
Il robot, gli scontri e il combattimento creano situazioni per esplorare in modo affascinante reazioni, emozioni e sentimenti dei personaggi: è questo che io trovo interessante oggi in un cartone robotico.
Mi piace conoscere cosa pensa il pilota, cosa prova quando deve affrontare una battaglia, i dubbi che ha, la tensione prima dello scontro, i rimorsi, le delusioni, le paranoie, se è arrabbiato, se è felice, le relazioni più o meno combattute con altri personaggi, eccetera eccetera.
Forse, più semplicemente, mi piace che un robot sia pilotato da esseri umani invece che da (noiosi) eroi stereotipati.
E questo, attenzione!, non significa desiderare un robotico drammatico e pieno zeppo di seghe mentali, perchè anche un cartone tutto sommato leggero e scanzonato può risultare soddisfacente da questo punto di vista.
Penso a Dai-Guard, che sto vedendo in questi giorni (sono all'ep. 16), e forse è un po' una via di mezzo tra quanto apprezza Whasango e quanto cerco io (più tendente dalla sua parte, però): leggero, divertente, con puntate autoconclusive (uno scontro a puntata), ma senza tralasciare una giusta attenzione alla caratterizzazione dei personaggi, alle relazioni fra loro, agli intrighi di palazzo, alla critica politica e, in questo caso, agli intoppi burocratici.
C'è poi lo strepitoso Giant Robot, ma forse è un caso tutto particolare.
Poi, non dico di no, ci sono certi robotici che potrebbero fare a meno del robot, anzi, in cui il robot è quasi un orpello fastidioso, un puro espediente commerciale. Mi viene in mente Zegapain.
Dunque -e concludo il sermone- Gundam 0083, che tutto è meno che un cartone per bambini, e non so nemmeno quanti adolescenti possano comprendere appieno ogni risvolto della serie, secondo me non raggiunge le vette del capolavoro proprio perchè, nonostante lo straordinario confezionamento, la contaminazione con altri generi narrativi -seppure presente- non è sviluppata con la stessa cura che è stata invece riservata all'animazione e agli aspetti strategico militari.
Insomma, troppo storia di soldati e fazioni militari, troppo poco storia di persone. La narrazione è troppo sbrigativa è non ha tempo di soffermarsi a sufficienza su questi aspetti.
Ed è un peccato.
26 puntate, stessa trama, qualche seghina mentale in più, una storia d'amore meno superficiale, e diventava un vero capolavoro.
"Come ben sapete tutti, il nostro forum è molto libero e democratico"
------------
"Perchè non lo fai tu?
'Tanto ormai ti evitano tutti.
Nessuno si sogna di risponderti perchè si sa già come vanno a finire le discussioni con te.
Ps: complimenti per il linguaggio oxfordiano! Fa proprio venir voglia di partecipare.
"
"Nessuno si sogna di rispondermi però tu continui a farlo...sei più handicappato degli altri evidentemente.
Infatti ti obbligo io a non rispondermi, come ti ho abilitato a questa sezione ora ti disabilito subito.
Così puoi odiarmi ancora di più e ti levi dal cazzo.
E il linguaggio educato lo riservo per chi se lo merita, non per i coglioni come te.
Bye coglione. "