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Tecnica di combattimento: quale personaggio migliore???

Ultimo Aggiornamento: 14/04/2016 16:00
OFFLINE
Post: 5.388
Città: TORINO
Età: 43
Sesso: Maschile
07/01/2016 15:21

Ahahaha, e figurati!
Certo che ti ho preso seriamente, ci mancherebbe.
E' una cosa rispettabilissima... solo un cretino diqualificherebbe a priori il tuo desiderio! [SM=x53148]



Mi sembra un ottimo spirito lavorativo/creativo, quindi continua così!
Capisco perfettamente le tue ragioni e... hai ragione. [SM=x53120]
Nel senso che alla fine, l'unica vera "regola" (perché di regole, checché se ne dica, non esistono!) è il pubblico.
Il pubblico decide (a volte drasticamente ein maniera ignorante) il successo e il gradimento di un'opera.
Con tutti i pro-e-contro che ne derivano, ahimé... [SM=x53096]


Allora... questione "contatti".
Passerò oltre al discorso distruttivo e demotivante che questo mondo sia difficile, in quanto il surplus è circa del 300%.
Ovvero, adesso anche grazie alle scuole/istituti che formano disegnatori e sceneggiatori di fumetti/animazione
su uno spazio funzionale di 100 professionisti, ne vengono formati 300... puoi fare i conti da te. 200 rimangono a casa. Dimenticatoio.

Quindi, questo mondo è difficile.
Dimentica le cazzate "propositive" che ti hanno raccontato.
E' un mondo laborioso. Gretto. Strutturale. Che non ti farà diventare, nè ricco né famoso. [SM=x53120]
La versione rosea di tutto ciò è dovuta o alla botta di culo o al differente mercato in cui ti trovi.
Quello italiano per esempio è un disastro.

Quello straniero?
Il mercato straniero spesso è funzionale alle proprie tradizioni.
In particolare GIAPPONE, FRANCIA, SUD AMERICA hanno grandi tradizioni (più del comicsUSA, oggià!).
Ma è DIFFICILE PIU' DI QUANTO TU CREDA inserirsi in un mercato chiuso come il loro.
Perché tendono a dar priorità agli autori locali (solo noi in tutto siamo dei finti "esterofili" per non passar da razzisti [SM=x53120] ).


Nel concreto.

* FRANCIA: la francia è sempre stata molto tradizionalista.
Anche se di recente ha aperto molto il suo mercato all'estero.
Soprattutto agli autori esteri.
Il problema è che loro sono per tradizione "raccontatori".
Ti sconvolgerà sapere che in Francia esistono gia pronti-fatti-e-finiti iù di un migliaio di progetti e storie
che giacciono nei cassetti in attesa di trovare il giusto autore a cui farlo disegnare.
Cosa significa?
Che se tu ti proponi come autore, vai a colloquio con un editor o un responsabile che visionerà il tuo book/portfolio,
deciderà seg li piaci e sei valido ed eventualmente ti affiderà una delle loro storie già fatte-scritte-e-finite.
Lavorerai quindi per forza di cose che tu lo voglia o no, con uno sceneggiatore... e un colorista.
Perché in Francia ormai esigono il colore. Quasi sempre.
Quindi ti affiancheranno (dopo alcune prove) un colorista che si adatti oltre al tuo stile, a quello della testata su cui esce il fumetto.
Perché sì, in francia tutto è funzionale alla testata e al pubblico a cui è dedicata.
In base a quello scelgono stile, intensità di inchiosto, e tipologia di colore (manuale, digitale, lucido, dipinto, etc...)
A meno che tu faccia tutto da te. Matite, inchiosto, colore.
O che tu abbia un "team" tra inchiostratori, o un colorista tuo fidato.
Allora puoi proporre la cosa, ma la decisione sarà almeno all'80% loro. (e difficilmente va in porto... [SM=x53120] )

L'escamotage? Esistono alcune case editrici più easy, più moderne, che puntano apublbico diverso che quello "vecchio francese".
Come la SOLEIL che è molto interessata e aperta ai giovani autori.
Anche quelli che disegnano in stile giapponese, perché il manga tira in generale come lettori.
Ti dico questo perché... è un mestiere. Non dare mai per scontato il veicolo con il quale lo fai conoscere al pubblico.
Magari (forse PROBABILMENTE, non ti offendere né spaventare) non riuscirai MAI a pubblicare in giappone.
Chissenefrega! Non disperare! Esistono mercati molto più comodi e funzionali, anche più validi di quello giapponese.
Che ti/vi piaccia il giappone non deve farvi precludere le altre possibilità editoriali.
Il Giappone è un paese splendido. Ponto. Questa è la frase giusta.
Guai a chi lo giudica non metro da otaku, da appassionato moderato o solo in virtù di anime e manga.
Perché se vivesse l'esperienza, dovrebbe cambiare opinione in maniera drastica.
Il Giappone è una merda. Ha ritmi lavorativi insostenibili e ridicoli per noi occidentali.
Ti basti pensare che le scrivanie sono basculanti per permettere la distesa del futon sotto di esse.
Così puoi dormire in ufficio. Lavori. COntinui a lavorare per l'azienda. Col cazzo che torni a casa. [SM=x53165]
QUindi... non escludere mercati vivi e floridi come quello francese, in cui potreste avere una mezza chance.


Passiamo... al GIAPPONE.
* In giappone è un casino.
Perché nonostante il loro insensato amore per la contaminazione estera (e dire che hanno storia e tradizioni da vendere)
a livello lavorativo tendono a rimanere conservatori, perché lo stile stesso del disegno è vincolato a religione e tradizioni.
Esatto, il fatto che gli occhi siano "occhioni" e altri elementi siano disegnati in un certo modo
sono dettami dovuti/voluti da usi e costumi e tradizioni antiche.
Vi basti pensare che in passato alcuni autori ricevettero "minacce di morte" per il loro stile di disegno realistico.
Gente come TETSUO HARA o RYOICHI IKEGAMI.
E' necessario quindi che pensiate molto bene allo stile che utilizzerete.
E comunque, non avrete vita facile... perché sarete "gaijin". Stranieri.
CHe per loro continua ad avere un accezione tremendamente negativa.
Figuriamoci poi "permettervi2, concedervi di entrare in quel mondo di cui vanno così gelosi: manga & anime.
E' molto probabile che NON riuscirete a entrarci. Mai.
A meno di non "vivere lì", perché la geolocalizzazione fisica cambia per loro le cose.
Abitare con loro, parlare giapponese, uscirci la sera dopo lavoro... creerà un legame concreto che potrebbe sbloccarli.
Davvero, scordatevi di "pubblicare" in giappone continuando a starsene comodi qui a casina.
Tutto questo, prevede anche l'eventuale botta di culo.
Se posso preferisco sempre evitare di usare il termine "impossibile".
Magari avete fortuna e tutto va in porto.
Però è di una difficltà estrema... c'è gente stra-titolata e altrettanta stra-raccomandata che viene presa a porte in faccia.
Fate voi. [SM=x53147]
Gli esempi ci sono... tipo ROBERTO FERRARI che si è trasferito lì ed è uno dei pochi.
Comunque, ha dovuto poi stabilirsi lì. Eh.
E pur lavorando per la TATSUNOKO, fa solo cose degli altri. Non ha mai pubblicato nulla di suo.
Della serie: "si, ok... puoi lavorare. Ma comunque fai il cazzo che ti diciamo noi. E zitto."


E arriviamo al discorso CONTATTI.
Eh, non è che ci sia una regola.
Di solito l'iter più efficace è conoscere casualmente uno che lavori li e che ti introduca ance solo come visitatore.
Allorà potresti essere cagato un 10/15% (pensa te, tra l'altro! [SM=x53120] )
Prima era tutto molto più FISICO e in effetti gli editor volevano conoscerti di persona.
In Giappone andateci per un viaggio vostro, non con l'intento di un colloquio di lavoro. Potreste non ottenerlo.
Nel mondo virtuale, ormai ci sono operatori e "scouter" (taluni anche validi) addetti a selezionare il materiale
che i vari artisti gli sottopongono mandandoli via MAIL.
Dovete quindi CERCARE SUL SITO DELLA CASA EDITRICE CHE VI INTERESSA gli etremi dell'eventuale scouter.
E poi inviate la mail (in inglese, mi pare scontato) con la vostra presentazione. Lineare. Non prolissa.
Potete allegare un paio di file con dei vostri lavori e il progetto.
Ancor meglio se avet euna piattaforma WEB, in sito, una galleri dove pubblicate le vostre cose.
Vi fate un portfolio internet che gli addetti possano visionare.
NON SIETE ARTISTI. Quindi evitate puttanat ein flash, robe ad effetto che lui non riuscirà a caricare dal suo PAD
e dove si stuferà prima di aver trovato la gallery con le vostre cose.
SCORDATEVI pagine FACEBOOK o stupidate simili... quella è roba dozzinale. Comunicativa per la massa.
Volete far ei seri? Fate i seri. Tirate fuori i soldi per il dominio di un sito e pubblicate li la vostra roba.
Esistono comunque soluzioni free per pubblicare siti, senza sbattere la testa sul discorso "soldoni".
E poi attendete risposta. CHe in questo mondo "rimper le balle e ricordare che esisti" non fa male.
Ma se fatto in maniera eccessiva, vi fa finire nel tritadocumenti. Loro decidono. Con le loro tempistiche.
Pochissimi vi rispondono. Punto. Pochissimi vi rispondono anche solo con la msil del "rejected". Figuratevi.

Comunque, prima di andare in un posto, tentate sempre la via del contatto multimediale.
Non illudetevhi che il viaggio fisico, la presenza fisica possa fare la differenza.
In giappone vi considerano zero.
Stranieri che disegnano in stile giapponese. Siete zero.
Quindi, prima di aver delusioni sul posto, e lì sì dopo che avrete speso i big-money per il viaggio
meglio cercare i contatti via web, se li trovate.
Il "se li trovate" è perché spesso non ci sono. Perché siccome "vi cagano zero" [SM=x53120] , non hanno la necessità
di mettere dei recapiti a cui uno straniero (che non considereranno) possa rivolgersi per proporre un progetto.

E' statisticamente più difficile proporre un progetto personale fatto e finito, pittosto che proporsi come artista.
Un artista può sempre venir piazzato e collocato apiacmento... a fere questo e quello.
Che magari a lui non piace, ma a loro frega ben poco. Vuoi lavorare qui? Accontentati.
Ma è ovunque così... anche in Francia e Usa...
E' più facile una collocazione lavorativa da parte loro, dove vogliono loro (in base ai tuoi talenti, è chiaro)
piuttosto che l'apertura ad un progetto originale fatto da voi.
Anche perché, calcolate che dovrebbero pagarvi troppo per "i diritti d'autore" che sarebbero tutti vostri. [SM=x53120]
Ragionamenti pratici e furbeschi di una qualsiasi casa editrice.

Vabbè...mi sa che ho scritto fin troppe. Troppe info ammassate...
A prescindere, tentar non nuoce.
Ma è importantissimo anche uno studio "a priori" del mercato in cui si vuole pubblicare.
Dire "voglio pubblicare in..." è una roba semplicistica e distruttiva per un autore non-preparato.
Comunque tentar non nuoce. Provate, consci dei rischi. La delusione è (quasi sempre) dietro l'angolo col Giappone.
Direi comunque che alla base di tutto dovete avere il vostro PORTFOLIO lavorativo/progettuale.
E' scontato che dobbiate avere "fisicamente "un BOOK (magari bi-lingua) per riassumere e presentare il progetto.
Includete sceneggiature, schizzi preparatori, disegni, copertine-prova...
E' concettualmente molto simile ad un "artbook" commerciale che potreste comprare in giro, di questo o quell'autore.
La base è quella poi, non è che ci siano grandi segreti.
Poi c'è tutto il discorso di "come confezionare il book" per renderlo interessante, ma è un discorso a parte. [SM=x53120]


OVVIAMENTE è farina del mio sacco dovuta ad esperienza personale e concreta, quindi nessuna chiacchera fritta. [SM=x53148]
Per quello ho trovato giusto mettervi di fronte alle difficoltà anche "spaventandovi" un po'.
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