@Rucchio
Anche nell'edizione Comic art era così.
@Colonnello
Periodo Edo. La pace sta prosperando e l'arte del combattimento è in declino in tutta la nazione.
Le scuole di spada rimaste rappresentano più una tradizione che un luogo dove si impara a lottare.
Una di queste, l'Ittoryu, non ci sta e cerca di guadagnare fama e gloria sconfiggendo e distruggendo tutte le altre.
La giovane Rin, rimasta orfana per mano dei rappresentanti dell'ambiziosa scuola, cercherà la sua vendetta e Manji, ronin immortale (si, è immortale, ma bisogna ammettere che ai fini della storia conta ben poco) con l'obiettivo di uccidere 1.000 "scellerati", diverrà la sua guardia del corpo.
Durante il suo viaggio la ragazza, costretta per necessità a crescere in fretta, scontrerà i propri pensieri e le proprie idee, proprie di una ragazza influenzata dalla logica del bushido, con quelle del selvaggio ronin, indurito da anni di combattimenti e di vita reale.
I due incroceranno, nelle loro vicende, una moltitutide di persone con le loro storie, emozioni e ambizioni.
Seppur l'aspetto del combattimento non venga mai trascurato, mostrar massacri non è mai il fine della storia.
I fanatici della violenza potranno comunque tirare un sospiro di sollievo sapendo che la armi, le tecniche e le dinamiche saranno riprodotte con gran cura.
I disegni non sono da meno del resto: alle volte sporchi e schizzati sono realizzati con una cura incredibile tali da farli sembrare delle pitture e non delle tavole di un fumetto. Col passare dei volumetti l'autore farà qualche passo indietro ponendo rimedio ad alcune "strambe" scelte stilistiche rendendo tutto ancora più verosimile.
I miei due personaggi preferiti sono il samurai con il velo sulla bocca e il ronin pelato con gli occhiali, ma non aggiungo altro.... secpondo me è un titolo da non perdere, se non altro perchè i disegni sono stupendi, realistici, storicamente ineccepibili, e la storia è coerente e fantasiosa pur senza discostarsi troppo dal cassico plot dei romanzi dedicati alla via della Spada.
"Ti dò un consiglio per la prossima volta: fatti i cazzi tuoi"